Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/01/2023, a pag. 8, con il titolo "Ue e Nato: 'Diamo più tank all’Ucraina anche a costo di indebolire le scorte'" il commento di Gianluca Di Feo.
Gianluca Di Feo
Le notizie che arrivano dal fronte intensificano i colloqui tra le cancellerie occidentali per definire i nuovi aiuti bellici a Kiev. La priorità questa volta sono i mezzi corazzati, necessari per rimpiazzare le perdite subite in dieci mesi di battaglie e fronteggiare le temute offensive russe. Ormai si fatica a reperire tank di progettazione sovietica e c’è la volontà di concedere i blindati degli eserciti della Nato. Tutti però hanno lo stesso problema: le riserve di armamenti hi-tech sono limitate e sono state intaccate dalle precedenti forniture all’Ucraina. Un tema discusso ieri nell’incontro tra il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «I membri della Nato stanno diminuendo le proprie scorte per dare aiuti militari all’Ucraina e questa è la cosa giusta da fare perché è in gioco la nostra sicurezza», ha dichiarato Stoltenberg. Diversi piani vengono discussi in vista del vertice di Ramstein chedefinirà la lista degli aiuti. La Polonia ha chiesto alla Germania di autorizzare la cessione dei carri armati Leopard 2, i più moderni esistenti, ma Berlino frena. Soltanto Londra è intenzionata a trasferire i Challenger 2 di ultima generazione. L’orientamento condiviso con Washington sembra quello di concedere veicoli corazzati più vecchi e meno pesanti: i Bradleystatunitensi, gli Amx-10 francesi, i Marder tedeschi. L’obiettivo è formare tre nuove brigate entro maggio, il cui personale verrà addestrato nelle basi europee: una prospettiva che permetterebbe ai generali di Kiev di pianificare già da febbraio lareazione agli attacchi russi senza preoccuparsi di tenere riserve. Le discussioni in corso sono soprattutto politiche, perché stabiliscono le intese tra governi — come quella che sta venendo negoziata tra Francia e Germania — e testimoniano concretamente la solidità dell’alleanza di fronte alla Russia. «Putin voleva dividerci ma ha fallito — ha sottolineato ieri Stoltenberg — . Il regime di Mosca voleva un’Europa differente e ciò avrebbe avuto conseguenze sulla nostra sicurezza». Finora non è emersa la posizione dell’Italia, che però ha sempre mantenuto riservate le decisioni sul sostegno bellico a Kiev. Il governo Meloni sta valutando se fornire lo “scudo” dei missili Samp-T e dei più vecchi Aspide. Si tratta dei sistemi anti-aerei chiesti dal presidente Zelensky nel vertice di Ramstein di settembre: Usa, Germania, Spagna e Francia li hanno già schierati in Ucraina e si preparano a consegnarne una seconda trance. Il via libero di Roma verrà discusso a febbraio.
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