Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/01/2023 a pag.18 con il titolo "David Petraeus: 'Kiev sta per lanciare la controffensiva con le armi fornite dall'Occidente" l'intervista di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
David H. Petraeus
«Mi aspetto una nuova controffensiva ucraina nei prossimi mesi con la riconquista di altri territori nel Sud del Paese». A parlare è David H. Petraeus, generale dell'Esercito Usa, veterano di guerra e già direttore della Cia, oggi partner di KKR e presidente del KKR Global Institute.
Qual è la sua lettura della situazione sul campo in Ucraina? «Nonostante le linee di combattimento siano state caratterizzate da una certa staticità negli ultimi mesi, con Russia e Ucraina concentrate soprattutto a rinforzare le rispettive compagini, la mia sensazione è che nell'imminente futuro assisteremo a una nuova controffensiva delle forze di Kiev. L'obiettivo sarà quello di liberare altre porzioni di territorio nel Sud del Paese che erano state occupate dalle truppe di Mosca nei primi mesi di conflitto. La realtà dei fatti è che il presidente Vladimir Putin si trova ad affrontare una sfida molto difficile: l'Ucraina ha strappato di mano alla Russia l'iniziativa strategica e le sue forze sono ora più ampie e più capaci di quelle di Mosca. Kiev è riuscita a mobilitare tutta la popolazione e sino ad ora si è comportata in maniera impeccabile in termini di risposta sul terreno, guidata dalla leadership positiva del presidente Volodymyr Zelensky che in qualche modo si ispira a quella di Winston Churchill. Tale da spingere ogni singolo ucraino a mobilitarsi, in una maniera o nell'altra, e dare il proprio contributo affinché la Nazione vinca la guerra per la propria indipendenza».
Nonostante siano gli aggrediti, quindi, gli ucraini sono stati più capaci? «L'Ucraina ha fatto molto meglio della Russia, in particolare nel reclutare, addestrare, equipaggiare, organizzare ed impiegare sempre maggiori forze operative sul campo. Aiutata enormemente - è ovvio - dagli Stati Uniti, dai Paesi della Nato e da altri partner occidentali. E al momento sembra che non ci sia nulla che Putin possa fare per cambiare il corso degli eventi. La sua mobilitazione parziale ha spinto molti uomini, potenzialmente coscritti, ad abbandonare il Paese piuttosto che a rivolgersi agli uffici di reclutamento, sebbene la Russia possa comunque contare su centinaia di migliaia di rimpiazzi. Si tratta tuttavia di reclute relativamente mal addestrate, equipaggiate e motivate».
Guardando avanti, quale ruolo avranno le armi occidentali nel conflitto? «Gli armamenti occidentali continueranno ad avere un ruolo decisivo nel garantire la superiorità delle forze ucraine. In particolare, le armi e le munizioni provenienti dagli Stati Uniti, così come altre forme di assistenza militare garantiti a Kiev sono state ad oggi sbalorditive in termini di quantità. L'America da sola ha fornito dall'inizio della brutale invasione russa assistenza militare per un valore che supera i 25 miliardi di dollari. E altri Paesi Nato e Occidentali hanno fornito enormi quantità aggiuntive di armi. Infine la legge omnibus varata dagli Usa a dicembre garantirà l'ulteriore flusso continuo e robusto».
Quali forniture fanno la differenza? «Alcune in particolare, come i razzi con gittata di 80 chilometri, la massiccia quantità di munizioni di artiglieria pesante (circa un milione di colpi) e pezzi di artiglieria pesante, sistemi di difesa aerea e balistica avanzati, e più di recente veicoli corazzati e da combattimento per la fanteria di gamma elevata (su cui si sono anche impegnate Francia e Germania). Ripeto si tratta di quantità straordinarie e sono fiducioso che governi e finanziamenti proseguano con questa magnitudo per tutto il corso del 2023. Anno durante il quale spero si assisterà alla fornitura di altri droni moderni, e missili di precisione a più lunga gittata, carri armati Leopard II di fabbricazione tedesca e altri sistemi anti-dron».
Oltre a questo? «Non dobbiamo perdere di vista l'importanza delle sanzioni finanziarie, economiche e individuali varate dall'Occidente nei confronti della Russia e della ristretta cerchia di funzionari, oligarchi e militari vicini a Putin, così come il blocco sulle esportazioni. Perché non ci saranno negoziati significativi fino a quando il capo del Cremlino non riconoscerà che la guerra non è solo insostenibile sul campo di battaglia date le perdite di uomini subite, ma non lo è neanche politicamente sul fronte interno. Sebbene Putin si illuda che lui e il suo popolo possano infliggere maggiori sofferenze a ucraini, europei e americani, proprio come lo zar e l'Urss hanno sconfitto gli eserciti di Napoleone e Adolf Hitler, credo che questa valutazione si rivelerà errata. E dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare l'Ucraina a garantire che lo sia».
C'è il rischio che la Russia risponda alla controffensiva scatenando una guerra asimmetrica con l'impiego di tattiche terroristiche? «Gli ucraini già descrivono l'uso indiscriminato da parte dei russi di missili, razzi e sciami di droni forniti dall'Iran come "tattiche terroristiche", poiché prendono di mira infrastrutture elettriche e idriche critiche, ovvero obiettivi civili. La campagna portata avanti da Mosca è riprovevole. Detto questo, penso tuttavia che saranno le forze e le capacità convenzionali a determinare il corso della guerra. Pertanto è necessario ancora una volta fare tutto il possibile per garantire che l'Ucraina - e la democrazia, per quanto imperfetta - prevalgano sulla Russia e sul suo regime barbaro e cleptocratico».
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