Un errore per ingannare i lettori In un solo calderone radicali cristiani, la destra repubblicana e le organizzazioni ebraiche repubblicane.
Testata: La Repubblica Data: 31 marzo 2003 Pagina: 1 Autore: Sandro Viola Titolo: «Palestina, l' altro fronte»
Nella sua analisi delle connessioni politiche esistenti fra il conflitto in Iraq e quello israelo-palestinese Sandro Viola evidenzia la posizione assunta in particolare da Tony Blair ed il suo desiderio di accelerare la realizzazione della cosiddetta road map. In tale contesto Viola esprime opinioni e valutazioni che si basano sostanzialmente su quanto egli presume sia il contrasto fra l'asse politico Bush-Sharon, che egli indica come i falchi, e l' asse Blair-Powell, che indica come colombe. Condividere o no queste opinioni rientra, ovviamente, nell' ambito della legittima espressione del proprio pensiero, e dunque non ci interessa in questo contesto. Ci interessano invece alcune affermazioni esplicite ed implicite di Viola, che pretende di fornirci una immagine monolitica delle organizzazioni ebraiche americane, dell'elettorato ebraico americano, dei mass media americani, in funzione di scelte che Bush farebbe solamente per ottenere la propria rielezione. Vediamole. "O Bush si distacca dal fronte pro-israeliano (e sua piattaforma elettorale) che s'è formato nell' ultimo anno e mezzo in America - cristiani radicali, organizzazioni ebraiche, destra repubblicana - o apre una ferita nel rapporto con il solo governo le cui truppe stanno combattendo...a fianco degli Stati Uniti". Mettere in un solo calederone i radicali cristiani, pochi gruppi estremisti che si basano su una loro lettura della Bibbia per pretendere che in Palestina non vi è posto per gli arabi, con la destra repubblicana e le organizzazioni ebraiche americane significa commettere un grossolano errore culturale. Viola è troppo smaliziato per non rendersene conto, dunque è lecito ritenere che commetta questo errore per ingannare il lettore. L' establishment ebraico americano è tradizionalmente democratico e nulla ha da spartire con una destra repubblicana che, per citare il solo Buchanan, è spesso anche antisemita.E le organizzazioni americane non sono acriticamente al fianco di questo governo d' Israele, né tanto meno sono dirette da gruppi di persone che hanno rinunciato a ragionare con la loro testa. Andiamo avanti con la lettura. Il ministro degli Esteri di Londra...sostiene infatti che non è possibile adoperare due pesi e due misure: se all' Iraq si fa la guerra perché non rispetta le risoluzioni dell' ONU, come accettare che neppure Israele le abbia mai rispettate?". Ci risiamo. Questa equazione è falsa, ipocrita, avulsa da qualsiasi realtà istituzionale e giuridica.Viola la sposa con grati pensieri di apprezzamento per chi glie la offre su un piatto d' argento, ed ovviamente nulla fa per contrapporle una riflessione basata sul diritto internazionale. Decine di risoluzioni, nei decenni, hanno chiesto ad Israele ed agli arabi, ad Israele ed ai palestinesi, di fare certe cose e di non farne altre (in genere, ad Israele si chiedevano ritiri e moderazione nell' uso della forza militare, agli arabi ed ai palestinesi di garantire il diritto di Israele ad esistere e la rinuncia al terrorismo). Citare solamente una metà delle richieste e non l' altra, citare solamente la non ottemperanza di Israele e tacere sulla parallela non ottemperanza araba è un esercizio di equilibrismo dialettico molto in voga oggi. Ricordiamo anche che l' ONU con sue risoluzioni ha condannato il sionismo come forma di razzismo, ed ha condannato l' Egitto per aver sottoscritto un trattato di pace con Israele? "Mollare Sharon significherà per Bush, alle prossime presidenziali, perdere il voto ebraico", continua Viola. Ne è così certo? Viola conclude l' articolo citando i vignettisti dei giornali americani, che "per mesi avevano disegnato George W. Bush nei panni d' una marionetta manovrata da Sharon". Evidentemente, Viola vede solo quel che vuole vedere. E non vuole vedere l' ondata di feroci, unilaterali, faziosi e menzogneri articoli che la stampa americana (anche quella di proprietà ebraica, tanto per sfatare la sua idea sul monolite ebraico americano) pubblica da un paio d' anni sul conflitto israelo-palestinese, esponendosi a violente critiche da parte di tutti coloro che con maggiore equilibrio osservano quanto accade e descrivono gli avvenimenti senza il paraocchi del pregiudizio.
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