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La Repubblica Rassegna Stampa
05.01.2023 Il graffio di Charlie Hebdo ai mullah: Teheran contro la Francia per le vignette su Khamenei
Commento di Anais Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 05 gennaio 2023
Pagina: 13
Autore: Anais Ginori
Titolo: «Il graffio di Charlie Hebdo ai mullah: Teheran contro la Francia per le vignette su Khamenei»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/01/2023, a pag.13, con il titolo "Il graffio di Charlie Hebdo ai mullah: Teheran contro la Francia per le vignette su Khamenei", la cronaca di Anais Ginori.

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Anais Ginori

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"È un modo di ricordarci che le ragioni per cui i vignettisti e i redattori di Charlie sono stati uccisi sono purtroppo ancora attuali". Così scrive il disegnatore Riss nell'editoriale che presenta il numero speciale che è uscito ieri: una selezione di trentacinque vignette contro il regime iraniano dei mullah. Otto anni dopo l'attentato islamista contro la sua redazione, il settimanale satirico Charlie Hebdo continua la sua battaglia contro l'estremismo religioso, in favore della libertà di espressione. E ancora una volta si ritrova nel mezzo di un caso internazionale, provocando l'ira di Teheran che minaccia una reazione dura contro la Francia nel mezzo di una fase diplomatica molto tesa, con sette francesi detenuti in Iran. Intanto il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’ambasciatore francese Nicolas Roche protestando per le "azioni oscene" della pubblicazione. "Mullah, tornate da dove venite" titola il settimanale in edicola che commemora l'anniversario della strage del 7 gennaio 2015, costato la vita a dodici persone. Il numero speciale è il risultato di un concorso di vignette indetto dal giornale un mese fa per sostenere il movimento di contestazione popolare in Iran. L'appello era stato accompagnato da un disegno di Coco, sopravvissuta all'attentato, che mostrava l'ayatollah Khamenei con i capezzoli forati e un completo sadomaso mentre esultava per l'abolizione della polizia morale. "Il leader supremo, a differenza di Maometto, non è un Profeta, quindi possiamo disegnarlo quanto vogliamo" ha commentato il direttore Riss, facendo riferimento alla lunga querelle intorno alle cosiddette vignette blasfeme pubblicate in passato. Nella redazione del settimanale - una sorta di bunker presidiato da ingenti misure di sicurezza - sono arrivati più di trecento disegni, molti firmati da esuli iraniani rifugiati in Francia, Svezia, Turchia, ma anche Stati Uniti e Australia. "Alcuni sono graficamente interessanti, altri molto divertenti" sottolinea Riss. In una delle vignette selezionate dalla redazione, Khamenei indossa un turbante con una miccia accesa, in un'altra un gruppo di atlete alza la sua testa come un trofeo. Le figure femminili, in prima linea nella protesta contro il regime, sono molto presenti nelle vignette. Un disegno ritrae Khamenei schiacciato da un tacco a spillo con lo slogan "Donna, vita, libertà". Già dopo l'annuncio del concorso di vignette, il regime di Teheran aveva varato sanzioni contro Charlie Hebdo. Ieri il ministro degli Esteri, Hossein Abdollahian, ha alzato il tiro, chiamando in causa direttamente Macron e il governo francese. Attraverso un tweet, il ministro condanna "l'atto offensivo e indecente di una testata francese con la pubblicazione di vignette contro l'autorità religiosa e politica". Un atto che - minaccia - "non rimarrà senza una risposta efficace e ferma". Oltre a far temere possibili rappresaglie contro la redazione, il capo della diplomazia iraniana si rivolge al potere politico: "Non permetteremo al governo francese di oltrepassare il limite. Ha sicuramente preso la strada sbagliata". Secondo le autorità francesi, sette cittadini francesi sono attualmente detenuti in Iran, tra cui Cécile Kohler, insegnante e sindacalista, e il suo compagno Jacques Paris. Prima di Natale, la ministra degli Esteri Catherine Colonna aveva chiesto il rilascio di quelli che aveva definito "ostaggi di Stato". In risposta, il regime di Teheran ha comunicato di aver incriminato per "spionaggio" due tra i detenuti francesi.

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