Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 04/01/2023, a pag.18, con il titolo "Preso sul treno a Milano, la resa di Aleksander il ragazzo con il coltello" la cronaca di Marco Carta, Andrea Ossino.
Le immagini dell'accoltellamento
La fuga di Aleksander Mateusz Chomiak sarebbe proseguita ancora verso Brescia, se una coppia di carabinieri fuori servizio non avesse riconosciuto il 24enne polacco accusato di aver tentato di uccidere, sabato scorso, una turista israeliana alla stazione Termini di Roma. Ieri pomeriggio il vicebrigadiere del Nucleo Radiomobile Filippo Consoli stava salendo sul treno insieme alla moglie, Nicoletta Piccoli, in forze all’infermeria della caserma milanese di Montebello, quando ha notato quel ragazzo che saliva a bordo del loro stesso vagone. I due coniugi lo hanno riconosciuto subito. Un rapido controllo all’immagine del ricercato diffusa dalla polizia e poi la chiamata ai colleghi del Nucleo Radiomobile. Aleksander è stato fermato immediatamente, anche con l’aiuto degli agenti della Polfer, per poi essere accompagnato alla stazione dei carabinieri di via Vincenzo Monti. In molti erano sulle tracce del ragazzo. Lo cercava la polizia della Polonia, che lo accusa di aver rubato un’automobile un anno fa a Grudziadz. Lo cercavano suo padre, Edoardo, e anche la madre, Malgorzata, che un mese fa si è rivolta a un sito che si occupa di persone scomparse spiegando di non avere più notizie del figlio. E lo cercava soprattutto la polizia di Roma, che lo ha identificato come la persona che sabato scorso ha sferrato tre coltellate alla turista israeliana. Da quando all’autore del tentato omicidio è stato dato un nome e un volto non è stato difficile ricostruire il suo passato e fermarlo.
Il furto in Polonia
Aleksander ha 24 anni, è nato l’11 aprile del 1998, è alto un metro e 80 centimetri e ha gli occhi chiari. Il 4 gennaio del 2022 ha rubato una macchina nel suo Paese: “Appropriazione di beni mobili altrui”, recita la scheda di ricerca divulgata dalle forze dell’ordine polacche. Poi di lui si sono perse le tracce.
La vita da clochard a Roma
«Otto mesi fa è partito per l’Italia», dice di lui il sito internet a cui si è rivolta la famiglia nella speranza di ritrovarlo, una sorta di “Chi l’ha visto” polacco. A Roma Aleksander non lavora e non ha un’abitazione stabile. «Trascorre le notti sui treni, nelle trombe delle scale e negli edifici abbandonati, mentre di giorno si ferma ai cancelli del McDonald’s e nelle stazioni ferroviarie, perché lì ha accesso a Internet », prosegue la descrizione. A Roma è un fantasma. Non ha una carta d’identità e la sua famiglia lo ha sentito l’ultima volta il 23 ottobre scorso. Non si è mai rivolto alle associazioni di volontariato che aiutano i senza tetto che frequentano il principale scalo ferroviario del paese ma frequentava la zona, come dimostrano le diverse occasioni in cui carabinieri e poliziotti lo hanno identificato. L’ultima volta il 27 dicembre scorso, quando gli agenti del commissariato Celio lo hanno fermato fuori dalla stazione Termini per un normale controllo.
L’aggressione
Poi Aleksander è scomparso nuovamente, per riapparire quattrogiorni dopo, sabato scorso, a bordo del 714, dove le telecamere del bus lo hanno inquadrato mentre saliva al capolinea della periferia dell’Eur, per poi scendere a Termini. I fotogrammi sono numerosi. Sono le 15.49, dicono le immagini della stazione, quando Aleksander passeggia nervosamente davanti all’ingresso in piazza dei Cinquecento. Si accende una sigaretta ed è vestito di nero, con un cappellino e una busta blu in mano. Esattamente 6 ore dopo aggredisce Abigail Dresner, una ragazza israeliana di 24 anni atterrata in Italia per trascorrere il Capodanno con un’amica e approdata tra i corridoi della stazione Termini per acquistare un biglietto che il giorno seguente le avrebbe permesso di tornare all’aeroporto di Fiumicino, quindi a Tel aviv. Alle 21.45 mancano poco più di due ore alla mezzanotte che segna l’inizio del nuovo anno e la galleria è deserta. Nel video che riprende l’aggressione si vede la ragazza alle prese con la biglietteria elettronica. Poi compare Aleksander, aggira i passanti e aggredisce da dietro Abigail. In meno di cinque secondi rifila tre coltellate alla ragazza, poi fugge dirigendosi verso via Giolitti e scompare nel nulla. Fino a ieri, quando i due carabinieri lo hanno identificato alla stazione centrale di Milano.
L’arresto
In tasca il 24enne aveva due coltelli e un taglierino, ma non sembrano compatibili con l’arma utilizzata per aggredire Abigail, a cui ha perforato il fegato e un polmone. Complice la poca comprensione dell’italiano, l’indagato non ha detto molto ai carabinieri che lo hanno fermato. Adesso il pm di Milano Enrico Pavone chiederà la convalida dell’arresto al gip, prima di inoltrare gli atti al dottor Attilio Pisani, il collega romano che segue l’inchiesta e a cui spetta il compito di rispondere a un’altra domanda: perché Aleksander ha cercato di uccidere Abigail?
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