La rabbia dei giovanissimi nella Kiev colpita dai missili: 'Niente concessioni ai russi' Cronaca di Laura Lucchini
Testata: La Repubblica Data: 30 dicembre 2022 Pagina: 12 Autore: Laura Lucchini Titolo: «La rabbia dei giovanissimi nella Kiev colpita dai missili: 'Niente concessioni ai russi'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/12/2022, a pag. 12, con il titolo "La rabbia dei giovanissimi nella Kiev colpita dai missili: 'Niente concessioni ai russi' ", la cronaca di Laura Lucchini.
Volodymyr Zelensky
L’allarme antiaereo alle sei del mattino di ieri è subito apparso come un pessimo presagio dopo una settimana di sirene preventive per lo più nel cuore della giornata. Le esplosioni si sono sentite alle nove circa. L’attacco russo che tutti aspettavano da giorni è arrivato puntuale secondo il copione inaugurato lo scorso mese di ottobre ed è tornato a colpire le infrastrutture strategiche con il fine di terrorizzare la popolazione civile a inverno inoltrato. Questa volta però i risultati non sono stati quelli sperati da Mosca. Secondo il comandante in capo delle forze armate Valerii Zaluzhny, il bilancio finale è stato di 69 missili lanciati su diverse città ucraine. Di questi, 54 sono stati intercettati e i danni sono stati contenuti. Diversi i feriti, soprattutto a conseguenza delle schegge causate dalle intercettazioni, ma nessuna morte confermata. Durante i bombardamenti russi un missile ucraino è stato intercettato da Minsk nello spazio aereo bielorusso, ma è stata proprio la Bielorussia a minimizzare: «Non c’è assolutamente nulla da temere, sfortunatamente queste cose succedono», ha detto Oleg Konovalov, capo militare di Brest. A Kiev i resti dei missili hanno distrutto alcune villette nei quartieri residenziali di Bortnychi e Darnytskyi : tre i feriti, una di loro una ragazzina di 14 anni, secondo informazioni pubblicate dal sindaco di Kiev Vitali Klitschko, che ha esortato la popolazione a ricaricare i telefoni e fare rifornimenti di acqua in vista di problemi alle reti. Prima dell’attacco, nella notte, Mosca aveva dispiegato droni esplosivi su obiettivi mirati, l’operazione con i missili cruise lanciati sia dagli aerei che dalle navi ha fatto seguito. Oltre a Kiev, sono state colpite Odessa, Zythomir e Leopoli. Il primo ministro Denys Shmyal ha confermato nel pomeriggio che ci sono stati danni alle infrastrutture energetiche. «La Russia sta provando in ogni modo a privare gli ucraini della luce nella vigilia del Capodanno», ha detto. È questa la nuova normalità ucraina. Razionamenti di acqua ed energia nelle case private. Semafori spenti di giorno. Bar con le macchine da caffè che vanno solo a fasce orarie. Parrucchieri con i generatori fuori dalle porte. Ristoranti a lume di candela. Ma se si chiede ai giovani di Kiev, sembra che niente di tutto questo possa spingere ora la popolazione a compromessi con l’invasore. Gli accordi di pace del 2014, sono visti come l’origine dei mali attuali. «Non possiamo accettare di concedere territori, nemmeno la Crimea, la pace è possibile solo con la ritirata dei russi da tutto il nostroPaese», seduto al parco di Golden Gate, cuffiette Marshall, sigaretta rollata a mano, Yaroslav, 19 anni, è disposto a vivere sotto la minaccia di attacchi ancora a lungo, «certamente non è una situazione felice, ma dobbiamo andare avanti. Guardati intorno. È pieno di gente, non se ne sono andati. C’è un patriottismo forte». «A modo mio anche io combatto su di un fronte nazionalista», sorride Victoria, 19 anni, la famiglia in Italia, «sono rimasta perché amo il mio lavoro, sono ballerin a della compagnia folclorica Virsky Ensamble», spiega e prosegue, «devicapire che noi giovani abbiamo un odio tale verso la Russia che ci permetterà di resistere molto a lungo».
Passeggiando nello stesso parco, Karina, 21, figlia di un militare conferma «nessun compromesso. Supereremo questo inverno. Nel mio piccolo io farò tutto per assistere. Per esempio attraverso donazioni». Quello delle donazioni è un aspetto rilevante del conflitto in Ucraina. A pochi passi da Golden Gate, su Honchara st, la fondazione Serhiy Prytula è stata riconvertita da febbraio a polo logistico di aiuti all’esercito, in costante contatto con i battaglioni sul campo. Si accede agli uffici passando sotto a un cartello che recita “Put-in your Anus”. C’è un gran via vai di giovanissimi in sneakers che ordinano e catalogano rifornimenti militari di ogni tipo (tranne che armi). Maryia Pysarenko è un fiume di parole mentre passa in rassegna lacci emostatici, siringhe e candele di paraffina per scaldare le trincee. «Il successo che stiamo riscuotendo è enorme e le donazioni sono aumentate nel periodo natalizio», spiega. Accanto a lei Maksym Kostetsky, 30 anni, capo della logistica, non ha dubbi: «Questa è la battaglia della nostra generazione, mai come ora sarebbe un errore fatale accettare un cessate il fuoco. Andremo avanti. As long as it takes ».
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