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La Repubblica Rassegna Stampa
30.12.2022 La Cina e il Covid: gli errori da non ripetere
Analisi di Gianni Vernetti

Testata: La Repubblica
Data: 30 dicembre 2022
Pagina: 26
Autore: Gianni Vernetti
Titolo: «Gli errori da non ripetere»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 30/12/2022, a pag.26, con il titolo "Gli errori da non ripetere" l'analisi di Gianni Vernetti.

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Gianni Vernetti

Covid: tutta colpa di un gene difettoso alla base di forme pediatriche  severe

La Repubblica Popolare Cinese ha perso la battaglia contro il Covid 19 e in queste ore sta ricommettendo gli stessi errori del dicembre del 2019 quando, nella città di Wuhan, iniziò a circolare una polmonite con un tasso estremamente sospetto di ospedalizzazioni e di morti Oggi, come allora, anziché comportarsi da attore responsabile sulla scena globale, la Cina ripropone una gestione opaca, non trasparente e pericolosa della pandemia, mettendo nuovamente a rischio l’intero pianeta. Tre anni fa a Wuhan le autorità cinesi negarono l’esistenza di un nuovo virus, incarcerando i medici coraggiosi che lanciavano allarmi sui social, denunciando gli elevatissimi rischi di contagio e l’aggressività del virus stesso. Uno di loro, Li Wenliang, venne addirittura arrestato per “diffusione di notizie false e procurato allarme”, per poi morire di Covid da lì a poco. Dopo avere fallito nella gestione violenta e autoritaria dei lockdown infiniti, che hanno sequestrato milioni di cittadini e fatto crollare l’economia, il regime si è reso conto che i virus non si sconfiggono con il manganello e le manette, ma con l’innovazione, la ricerca scientifica e il pieno coinvolgimento della popolazione. Le migliaia di video con le forze dell’ordine in tuta bianca che picchiano civili inermi resteranno consegnate alla storia come testimonianza di un regime in pieno cortocircuito, incapace di comprendere i vantaggi di una società aperta nella gestione di crisi complesse. Le decine di morti per l’incendio scoppiato a Urumqi, in un condominio sigillato per l’ennesimo lockdown, e le rivolte popolari contro la brutale e assurda politica “zero-Covid” hanno costretto Xi Jinping a cambiare rapidamente rotta, annullando i divieti e scommettendo fuori tempo massimo su un’improbabile immunità di gregge. I vaccini cinesi poco innovativi e inefficaci, la scelta “produttivista” e inumana di vaccinare prioritariamente la popolazione in età lavorativa, sostanzialmente dimenticando gli anziani e le categorie più a rischio, stanno creando una tempesta perfetta che rischia di far cadere la Cina, tre annidopo Wuhan, in una crisi pandemica di enormi proporzioni con centinaia di milioni di contagiati, milioni di morti e l’emergere di nuove varianti potenzialmente più pericolose. I rischi per l’intero pianeta sono evidenti e sono aggravati dall’iterarsi degli errori di tre anni fa. La Cina non comunica più i dati aggiornati sui contagi e sui morti da Covid, nel silenzio e nell’inazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la cui credibilità è messa a dura prova proprio dal condizionamento subito da Pechino in questi anni di crisi pandemica; non permette alla comunità scientifica internazionale di conoscere l’andamento della pandemia e di accedere ai dati sulle possibili nuove varianti sequenziate in tutto il Paese; non chiede aiuto all’Occidente per utilizzare i vaccini più avanzati (mRna) brevettati in questi anni. L’assenza di trasparenza, il silenzio complice delle autorità, il negare l’evidenza di un virus sconosciuto che si stava rapidamente diffondendo, furono l’elemento acceleratore della pandemia che dalla Cina si diffuse in tutto il mondo anche grazie ai viaggi in occasione del Capodanno cinese a inizio 2020. Ora occorre non ripetere gli stessi errori e vanno adottati provvedimenti urgenti per contenere una nuova diffusione globale della pandemia: bene ha fatto il governo a introdurre l’obbligo di tampone molecolare alla partenza e all’arrivo di chi viaggia dalla Cina, anche se il provvedimento va esteso a quanti raggiungono l’Italia con scali da altri aeroporti europei. Va poi valutata seriamente la possibilità di un blocco dei voli da e per la Cina, soprattutto con l’avvicinarsi del prossimo Capodanno cinese il 22 gennaio 2023. Tale iniziativa andrà naturalmente concertata e rafforzata in sede europea. Al tempo stesso, insieme a Europa e Usa e con il coinvolgimento delle capacità produttive sanitarie dell’India, va promosso un aiuto immediato alla Cina offrendole tutto il supporto medico necessario per sconfiggere questa nuova crisi pandemica. Ciò che non ha fatto fin qui il regime cinese per la sua popolazione lo può fare la comunità internazionale.

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