Olha Stefanishyna
L’Ucraina conta sull’Italia, anche più di quanto pensiamo: «Ci auguriamo – dice aRepubblica la vicepremier Olha Stefanishyna – che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga a Kiev all’inizio dell’anno. Abbiamo bisogno delle difese antiaeree, ma confidiamo che possiate assumere un ruolo di leadership anche per favorire il nostro ingresso nell’Ue».
Lei ha l’incarico di gestire l’integrazione euro-atlantica. Siete stati candidati all’ingresso nell’Unione, ma Bruxelles ha fatto sette raccomandazioni per avviare i negoziati. A che punto siete? «La candidatura è stata un passo molto importante perché ha dimostrato l’unità della Ue nel sostenerci fino alla vittoria, che arriverà presto, ma anche perché è essenziale per la ricostruzione. Presidenza, governo e parlamento sono uniti nella volontà di accelerare le riforme. Entro fine anno avremo completato quelle per i diritti umani, la libertà dei media, il sistema giudiziario, fondamentale anche per appurare le responsabilità di chi ha collaborato con i russi. Avremo il procuratore speciale contro la corruzione. In primavera la Commissione farà la sua valutazione, speriamo che sia positiva».
Quando pensate di poter diventare membri? «Ci rendiamo conto che l’inizio del negoziato e l’ingresso sono due processi diversi, però riteniamo essenziale avviarli ora, perchéserviranno risorse enormi per ricostruire l’Ucraina dopo la vittoria».
Come definisce la vittoria e quando può arrivare? «Le decisioni prese dagli alleati di continuare l’assistenza, Italia inclusa, la avvicinano. La base sono i 10 punti del piano di pace presentato dal presidente Zelensky, che servono anche a garantire la sicurezza futura dell’intera Europa, ossia integrità territoriale, giustizia per i crimini di guerra, riparazioni per la ricostruzione».