La Russa, le comunità ebraiche indignate Cronaca di Gabriele Bartoloni
Testata: La Repubblica Data: 28 dicembre 2022 Pagina: 2 Autore: Gabriele Bartoloni Titolo: «Di Segni e Dureghello all’unisono. Le comunità ebraiche indignate»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/12/2022, a pag. 2, con il titolo "Di Segni e Dureghello all’unisono. Le comunità ebraiche indignate", la cronaca di Gabriele Bartoloni.
Ignazio La Russa
Non solo l’opposizione. Anche Di Segni e Dureghello della comunità ebraica si scagliano unite contro la decisione di Ignazio La Russa e Isabella Rauti - rispettivamente presidente del Senato e sottosegretaria alla Difesa - di celebrare la fondazione del Movimento sociale italiano. «Quando si ricoprono ruoli istituzionali il nostalgismo assume contemporaneamente contorni gravi e ridicoli. Non sono accettabili passi indietro, soprattutto dalla seconda carica dello Stato», ha commentato Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. «La Repubblica italiana è antifascista e quando si giura sulla Costituzione lo si dovrebbe fare sapendo che non possono più esistere ambiguità o incoerenze in merito. Il Movimento Sociale rivendicava l’esperienza dell’Rsi, mentre per gli italiani l’unico modello a cui aspirare è quello dei movimenti antifascisti ». Una condanna netta, quella di Dureghello, che arriva a pochi giorni dall’incontro con Giorgia Meloni avvenuto durante la festa ebraica di Hanukkah al museoebraico della Capitale. In quell’occasione la presidente del Consiglio aveva definito le leggi razziali «una ignominia»,condannando i provvedimenti emanati durante il regime fascista, dal quale il Msi (la cui fiamma è ancora presente nel simbolo di Fratelli d’Italia) non ha mai preso le distanze. Le parole di Meloni avevano raccolto il plauso di Dureghello. Ora le uscite di La Russa e Rauti rischiano di irrigidire i rapporti. Anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha fortemente criticato le parole dei due esponenti di Fdi: «Alla vigilia di una giornata così importante per l’Italia - ha detto riferendosi ai 75 anni dalla promulgazione della Costituzione - c’è chi ritiene di esaltare un altro anniversario». Per Di Segni è «grave che siano i portatori di alte cariche istituzionali a ribadirlo legittimando quei sentimenti nostalgici. Noi ribadiamo l’aspettativa di sentire condannare non solo le leggi del ‘38 come male assoluto ma il fascismo e la sua propaggine della Rsi in assoluto come male per l’intera Italia così come la sua eredità prima celata e oggi semprepiù manifesta».
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