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La Stampa Rassegna Stampa
27.12.2022 L'esperto israeliano David Gendelman: 'Russia in crisi'
Lo intervista Giovanni Pigni

Testata: La Stampa
Data: 27 dicembre 2022
Pagina: 2
Autore: Giovanni Pigni
Titolo: «'L'industria militare russa non sta al passo improbabile un attacco dalla Bielorussia'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/12/2022, a pag. 2, con il titolo 'L'industria militare russa non sta al passo improbabile un attacco dalla Bielorussia', l'intervista di Giovanni Pigni.

Israeli military expert David Gendelman: Russia does not have the strength  for a new attack on Kyiv from Belarus | odessa-journal.com
David Gendelman

David Gendelman è un analista militare israeliano specializzato sul conflitto in Ucraina. La situazione al fronte sembra essersi stabilizzata. Quali sviluppi prevede nelle prossime settimane? «L'esercito ucraino vorrebbe lanciare almeno un'altra grande offensiva prima dell'attesa offensiva da parte russa, ma non è detto che disponga di forze e riserve sufficienti al momento. L'altra opzione per gli ucraini consiste nel continuare ad accumulare forze e armi occidentali in vista dell'offensiva russa».

Quali sono le direzioni più probabili di una nuova offensiva ucraina? La più promettente è senza dubbio la direzione di Melitopol, dato che in caso di successo gli ucraini taglierebbero il corridoio di terra russo verso la Crimea. Il problema è che il comando russo ne è consapevole, come dimostrano le ultime notizie che parlano della fortificazione di Melitopol e il rafforzamento della difesa russa in direzione Sud. Un'altra possibile direzione per un'offensiva ucraina è quella di Svatovo, nell'Oblast di Lugansk, dove si registra una notevole concentrazione di forze».

L'attenzione dei media è ora concentrata sulla battaglia di Bakhmut, che ormai prosegue da diversi mesi. Come valuta la situazione in quel punto del fronte? «La situazione a Bakhmut rimane abbastanza stabile: entrambe le parti continuano a subire gravi perdite. L'Ucraina è stata costretta a inviare lì molte unità di riserva, le quali avrebbero potuto essere impiegate per attaccare in altre direzioni».

Si è parlato molto di una possibile offensiva russa proveniente dal territorio della Bielorussia. Quanto è reale questo scenario secondo lei? «Si tratta di uno scenario possibile ma al momento le forze russe stanziate in Bielorussia non sono sufficienti per lanciare un'operazione su così larga scala. Se in quella zona si concentrassero forze tali da permettere un'offensiva, l'intelligence ucraina lo noterebbe immediatamente».

Gli Usa hanno promesso di consegnare all'Ucraina il sistema di difesa antiaerea Patriot. In che modo queste nuove armi possono influenzare il corso della guerra? «I Patriot hanno un raggio d'azione superiore a qualsiasi altro sistema antiaereo occidentale fornito fino ad ora all'Ucraina. Un'altra loro caratteristica è la versatilità: possono essere usati sia contro missili balistici che da crociera, ma anche contro aerei e droni kamikaze. Per ora verrà fornita una sola batteria che ovviamente non basta per cambiare le sorti del conflitto: potrà essere usata per rafforzare le difese di un singolo distretto, come Kyiv per esempio. Ma la consegna dei Patriot rappresenta soprattutto un'importante conferma dell'impegno occidentale ad ampliare la fornitura di armi all'Ucraina».

Il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha recentemente annunciato delle riforme mirate alla creazione di nuove divisioni e all'aumento degli effettivi nell'esercito russo fino a un milione e mezzo di soldati. Qual è la ratio dietro questi piani? «Il conflitto in Ucraina ha dimostrato che l'esercito russo non dispone di forze e mezzi sufficienti per una guerra convenzionale su così vasta scala: la Russia si e prefissata obiettivi "da Unione Sovietica" senza averne le risorse. Per questo ora osserviamo un tentativo da parte russa di ampliare le forze armate all'ultimo momento. Il problema è che l'industria russa, per quanto si stia adattando alle necessità della guerra, non è in grado di produrre in tempo breve abbastanza armi pesanti e mezzi blindati per equipaggiare così tante nuove divisioni».

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