I palestinesi che aiutano Saddam Un battaglione palestinese per domare la rivolta di Bassora
Testata: Libero Data: 27 marzo 2003 Pagina: 12 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Saddam usa i palestinesi per uccidere chi fugge»
Riportiamo l'articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero giovedì 27 marzo 2003. Lo chiamano il battaglione dei santi e dei martiri. E¹ quello dei palestinesi che stanno aiutando le guardie pretoriane di Saddam a domare la rivolta di Bassora. In realtà ci sono dentro anche combattenti degli hizbullah libanesi e di altre formazioni terroristiche che operano tra Libano e Palestina e il modello su cui si è costituito, sin da prima dell¹inizio delle ostilità, ricorda un po¹ quelle formazioni di combattenti volontari musulmani che si aggregarono ad Al Qaeda in Afghanistan durante la guerra che seguì ai fatti dell¹11 settembre. A parlare per la prima volta di loro è stato il quotidiano inglese ³Evening standard². Pare che siano molto ben equipaggiati, armati fino ai denti e disposti anche al martirio suicida pur di sbarrare la strada di Baghdad alle forze alleate. Inoltre vengono utilizzati e il loro numero si aggira sulle 50 mila unità per vigilare che non vi siano diserzioni o fughe verso il nemico tra i soldati dell¹esercito iracheno. Più volte durante i combattimenti hanno già sperimentato questa loro propensione a comportarsi come i ³kapo¹ dei campi di concentramento nella seconda guerra mondiale e sembra che abbiano fucilato sul posto già diverse decine di soldati iraqeni. Da cui non dipendono neppure gerarchicamente. E nelle terribili battaglie di Bassora, raccontano i testimoni, non c¹è stato verso di costringerli ad arrendersi e a smetterla di sparare: per avere ragione di loro bisogna semplicemente ucciderli. Sembra che il comandante sia palestinese anche se non viene reso noto il nome. Se molti palestinesi hanno scelto oggi come nel 1991 di stare al fianco di Saddam combattendo, molti altri lo hanno fatto come semplice adesione di simpatia anti americana e ovviamente anti israeliana: dopo l¹11 settembre i figli si chiamavano tutti Osama, oggi il nome più gettonato è Saddam. Da parte sua lo sceicco Ahmed Yassin, il capo paraplegico di Hamas ha sollecitato la nazione islamica a "colpire gli interessi occidentali dovunque, se l'Iraq viene conquistato". Yassin esorta il popolo iracheno a serrare le file sotto la bandiera della Jihad, ed ha richiesto che l¹Iraq "apra i suoi confini a tutti i musulmani del mondo in modo che possano giocare la loro parte nella battaglia difensiva della nazione islamica". Quasi peggio di Hamas ha fatto solo l¹ ³Associazione degli ecclesiastici palestinesi², considerata vicina alla Jihad islamica. In un documento diffuso nei giorni scorsi oltre a chiedere il boicottaggio di tutti i prodotti americani e israeliani e a ritirare i capitali arabi dalle banche occidentali, ha esplicitamente minacciato di morte ogni possibile collaborazionista con ³le forze d¹invasione². Più precisamente nel documento si legge che ³qualsiasi autorità religiosa e ogni funzionario di alto livello in un paese arabo o musulmano che formi un'alleanza e trami con l'America nella sua aggressione preventiva contro l'Iraq, o che le fornisca aiuto materiale o spirituale, o che permetta agli eserciti degli invasori di attraversare il territorio di questi paesi, sarà considerato come il più efferato dei criminali e traditori di Allah, del suo Messaggero e dei fedeli². E come tale verrà punito. Se Arafat stavolta per opportunismo tace, quasi tutti i suoi sottopancia si sono, come si vede, scatenati.
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