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Il tribunale perpetuo contro Israele
Analisi di Niram Ferretti
Si deve alla risoluta determinazione di Nikki Haley, ambasciatrice americana all’ONU sotto l’Amministrazione Trump, la messa in stato di accusa del Consiglio per i Diritti Umani (UNHRC) dell’ONU con sede a Ginevra.
Nel 2017, durante la sua visita a Ginevra, la Haley bollò in modo esplicito il Consiglio come un “forum di ipocrisia e omissioni” accusando alcuni dei suoi stati membri, come il Venezuela, Cuba, la Cina, il Burundi e l’Arabia Saudita di non avere alcuna credibilità per potere impancarsi a giudici di diritti umani, soprattutto relativamente a Israele, l’ossessione permanente del Consiglio.
Difficile dare torto a Emmanuel Nachshon, all’epoca portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, il quale definì l’organismo “una finzione e una presa in giro dei nobili propositi che pretenderebbe rappresentare”. La reprimenda di Nachshon fece seguito a un’altra delle grottesche votazioni del Consiglio, dopo che aveva adottato cinque risoluzioni contro Israele, di cui, una delle quali chiedeva a Israele di cedere le alture del Golan alla Siria mentre un’altra metteva sotto accusa la legittimità della vendita di armi a Israele da parte di stati terzi. Le cinque risoluzioni vennero presentate da paesi membri dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.
In questo teatro dell’assurdo tutto è possibile, anche il fatto che vi abbia una carica elettiva il sociologo svizzero Jean Ziegler, la cui agenda antioccidentalista e terzomondista e il suo odio per Israele lo ha coerentemente portato a istituire un premio per i diritti umani a nome di Gheddafi, premio assegnato a grandi campioni della loro difesa come Hugo Chavez, Fidel Castro, Recep Erdogan e Louis Farrakhan. E’ sempre il medesimo organismo che assegnò ad un altro furente terzomondista di estrema sinistra, nonché cospirazionista e apologeta di Hamas, Richard Falk (invitato a tenere un simposio all’università di Torino nel 2018) il ruolo di relatore speciale per i diritti umani nei territori occupati, ruolo oggi degnamente occupato da un’altra antisionista doc, l’italiana Francesca Albanese.
Nel 2010, l’UNHRC incluse la Libia di Gheddafi tra gli stati membri malgrado fosse ben noto il record di abusi umani perpetrato dal regime del dittatore libico. Fu solo nel 2011 che il Consiglio, dopo avere tessuto le lodi della Libia, fu costretta a espellerla quando Gheddafi iniziò a dare il via alle uccisioni pubbliche degli oppositori del regime.
Niram Ferretti |
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