‘Arte degenerata’ in mostra dagli svizzeri Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 23 dicembre 2022 Pagina: 18 Autore: Roberto Giardina Titolo: «‘Arte degenerata’ in mostra dagli svizzeri»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 23/12/2022, il commento di Roberto Giardina dal titolo " ‘Arte degenerata’ in mostra dagli svizzeri".
Roberto Giardina
L´arte degenerata, i capolavori che non piacevano a Hitler e ai nazisti, è finita in Svizzera. Purtroppo una minima parte. Non c´erano fondi sufficienti per comprare i quadri desiderati, anche se offerti a prezzi molto bassi. I tedeschi non potevano chiedere troppo per dipinti che avevano condannato come spazzatura. E anche a qualche critico elvetico quelle opere non piacevano, non per motivi politici o morali, ma estetici. Certa arte moderna non piaceva neanche a loro. Ora i quadri acquistati poco prima dello scoppio della guerra sono esposti al Kunstmuseum di Basilea (fino al 19 febbraio), con il titolo “Zerrisene Moderne”, l´arte moderna lacerata, 21 capolavori da Grosz a Klee, Matisse o Picasso. Costarono pochi spiccioli, oggi valgono decine di milioni di franchi. Nell´estate del 37, dal 19 luglio fino a novembre, all´Haus der Kunst di Monaco furono esposte centinaia di opere condannate dal regime, l´Entartete Kunst, l´arte degenerata, di artisti giudicati depravati, omosessuali, ebrei, comunisti. Osceni scarabocchi, sentenziarono i critici che condividevano, per convinzione o opportunismo, il giudizio estetico del Führer. Come è noto, Adolf Hitler da giovane aveva aspirazioni artistiche, ma non fu accolto all´Accademia di Vienna. E lui si considerò sempre vittima dei professori ebrei che lo avevano respinto. Dipingeva paesaggi kitsch, acquarelli dallo stile ottocentesco, che agli inizi vendeva nei ristoranti di Monaco. La mostra di Monaco sull´arte degenerata è la più nota, ma la prima avvenne già a Magonza nel marzo del ´33, quando Hitler era giunto al potere da un mese. Il direttore del Kunstmuseum di Basilea, Otto Fischer nel 1927, amava l ´arte moderna, e fu il primo a cogliere l´occasione. Scrisse al conte Karl von Baudissin, il direttore del Folkwang Museun di Essen, che era iscritto al partito nazista. “Che farete dei quadri degenerati?”, chiese. Li nascondiamo nei magazzini, gli rispose, li bruciamo, o li venderemo. Il ministro della propaganda Goebbels era realista: “Facciamo soldi con la spazzatura”. Il III Reich aveva bisogno di valuta. Migliaia di quadri, soprattutto di artisti giovani e ancora pochi noti, finirono nel rogo, ma le opere di pittori quotati vennero comprati per pochi marchi da gerarchi che non condividevano i gusti del Führer. Come Göring che stipava la sua villa Karinhall, a una cinquantina di chilometri da Berlino, con capolavori, arte antica e moderna. Uno degli esperti scelto da Hilter per scegliere le opere per il suo modeo a Linz, in Austria, che voleva fosse il più grande al mondo, Hildebrandt Gurlitt, comprò per sé centinaia di quadri. Furono ritrovati decenni dopo a casa del figlio Cornelius a Monaco. Aveva vissuto per decenni tra 1500 capolavori stipati in un modesto appartamento, vendendo di tanto in tanto una delle tele che amava meno a gallerie compiacenti in Svizzera. Scoperto casualmente nel 2012, gli vennero confiscate le opere, lui morì ci crepacuore due anni dopo, ma la restituzione ai leggittimi proprietari è complicata, a volte impossibile. Molti quadri furono acquistai dal padre regolarmente, almeno secondo la legge. Anche le opere esposte all´Entartete Kunt” di Monaco furono requisite ai musei tedeschi, e poi messe in vendita. Legalmente giusto, moralmente no. Una selezione dei quadri fu messa all´asta dalla galleria Fischer a Lucerna dai nazisti nell´estate del 1939, a pochi mesi dalla guerra a Il Kunstmuseum chiede fondi al governo del cantone, centomila franchi, ma ne ottenne la metà, e perse un quadro di Picasso e uno di Ensor che furono acquistati dal museo di Liegi, in Belgio. In Svizzera ci furono proteste: era lecito comprare quadri da un regime criminale, e dare soldi a Hitler? Il Kunstmuseum acquistò più tele condannate dai nazisti di ogni altro museo al mondo, ma oggi ne può esporre solo 21, di Ernst Barlach, Ernst Ludwig Kirchner, Felix Nüssbaum, Georgs Grosz, Henri Matisse, James Ensor, il ritratto dei genitori di Otto Dix, o la “Sposa del vento” il ritratto di Alma Mahler dipinto da Oskar Kokoshka, Nella lista dei pittori degenerati erano registrate oltre 20mila opere. Molte sono scomparse per sempre in qualche collezione privata.
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