Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/12/2022, a pag.8, con il titolo "Il Qatar accusa gli Emirati ma è pronto a scaricare il ministro capro espiatorio", la cronaca di Anais Ginori.
Anais Ginori
La strategia difensiva del Qatar nell’euroscandalo si muove su più piani. Se una delle più classiche reazioni è il contrattacco, e la minaccia avanzata nelle ultime ore sulle forniture energetiche per l’Unione europea, da Doha si cerca di indicare una presunta campagna contro il Qatar e intanto di trovare internamente un capro espiatorio, che è già stato individuato nell’attuale ministro del Lavoro, nell’eventuale tentativo di chiudere la crisi con la Ue. «Qui a Doha sono tutti arrabbiati » dice una fonte del governo qatarino a Le Point. Il settimanale francese nel settembre scorso aveva mostrato di avere buone entrature a Doha, pubblicando una lunga ed esclusiva intervista con l’emiro del Qatar Tamim ben Hamad Al Thani. «Lo scandalo è scoppiato nel bel mezzo della Coppa del Mondo » osserva un esponente dell’establishment qatarino. «La tempistica non è casuale e l’influenza degli Emirati Arabi Uniti aleggia su queste rivelazioni. Stiamo indagando, ma sospettiamo da chi possa provenire». Da subito i qatarini hanno agitato sospetti in direzione di Abu Dhabi.
«Gli Emirati Arabi Uniti sono assolutamente estranei a questa indagine», aveva detto qualche giorno fa Ebtesam Al-Ketbi, presidente e fondatrice dell’Emirates Policy Center di Abu Dhabi, respingendo le accuse di chi sostiene che siano state “spie” degli Emirati a provocare l’inchiesta belga sul Qatargate. E non è forse un caso che proprio una delle eurodeputate socialiste citate nell’affaire, MariaArena, solo sei mesi fa abbia presentato all’aula un rapporto che accusava gli Emirati Arabi Uniti di corrompere eurodeputati e di agire per «screditare l’immagine dei paesi rivali, come Qatar e Turchia». Il rapporto, di cui si fece promotore anche Niccolò Figà-Talamanca, si focalizzava sulle attività di lobbying del “Gruppo di amicizia parlamentare Emirati Arabi Uniti-Ue” presieduto dall’eurodeputato spagnolo del Ppe Antonio López-Istúriz White. Secondo Le Point a Doha è in corso anche la caccia al colpevole dentro al regime. «Abbiamo forti sospetti interni sul nostro ministro del Lavoro, Ali Bin Samikh al-Marri», continua la fonte qatarina. «Ha molte risorse, ha incontrato Eva Kaili, è citato nel fascicolo giudiziario, ed è questo il suo modo di agire». Secondo gli investigatori belgi, il ministro Al Marri avrebbe effettuato numerose visite al Parlamento europeo, ma anche alle istituzioni belghe, occupandosi personalmente dei lauti pagamenti. «Non è la prima volta che Al Marri mette il Qatar nei guai», ricorda ancora il settimanale francese. Era stato il ministro a reclutare Taïeb Benabderrahmane, l’imprenditore franco- algerino imprigionato a Doha all’inizio del 2020 perché in possesso di informazioni compromettenti contro Nasser al-Khelaïfi, il presidente del Psg. Benabderrahmane è stato poi rilasciato e ora è in Francia al centro di un’altra inchiesta che si focalizza sulla vendita del Psg e l’assegnazione dei Mondiali al Qatar.
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