Russia: la legge anti Lgbt affossa le librerie Analisi di Oleg Smirnov
Testata: La Stampa Data: 16 dicembre 2022 Pagina: 18 Autore: Oleg Smirnov Titolo: «La Russia: la legge anti Lgbt affossa le librerie: 'Metà dei volumi a rischio confisca'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/12/2022, a pag.18, con il titolo "La Russia: la legge anti Lgbt affossa le librerie: 'Metà dei volumi a rischio confisca' " il commento di Oleg Smirnov.
Dagli scaffali della librerie russe stanno rapidamente scomparendo i libri che trattano tematiche Lgbt. Il settore editoriale è quello maggiormente colpito dalla nuova legge che vieta la «propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali» e della pedofilia, approvata all'unanimità dal parlamento russo ed entrata in vigore il 5 dicembre. Si tratta della versione inasprita di una legge precedente, in vigore dal 2013, che vietava la "propaganda Lgbt" tra i minori. La legge attuale proibisce non solo la "propaganda" ma qualsiasi diffusione di informazioni sul tema Lgbt e si estende ai contenuti online, al cinema, alla pubblicità, ma soprattutto alla letteratura. A destare preoccupazione è la vaghezza del testo della legge, che concede un ampio margine di interpretazione: i gestori delle librerie e le case editrici sono stati lasciati con il compito ingrato di determinare quali testi contengano "propaganda Lgbt" e debbano essere quindi ritirati dalla vendita. «Come si fa a capire cosa si intende per valori tradizionali e valori non tradizionali? Non è chiaro cosa sia la tradizione», si sfoga frustrato Artem Faustov, co-proprietario della libreria indipendente "Vse Svobodny" nel centro di San Pietroburgo. «Sinceramente abbiamo paura», confessa la sua partner Lyubov Belyatskaya.
I due commercianti hanno passato le ultime settimane a interpretare la nuova legge nel tentativo di prevenire sanzioni che potrebbero essere fatali per la loro piccola attività: la violazione della legge da parte di un ente giuridico prevede multe fino a cinque milioni di rubli (oltre 72.000 euro al cambio corrente) o la sospensione dell'attività fino a tre mesi. Per ora i proprietari della libreria si sono limitati a rimuovere dagli scaffali i titoli Lgbt più noti, come Leto v Pionerskom Galstuke, un romanzo bestseller sull'amore omosessuale tra due adolescenti in epoca sovietica, diventato bersaglio degli attacchi dei deputati più conservatori. «Abbiamo immediatamente tolto dalla vendita quel genere di titoli», spiega Faustov. In alcuni casi, le case editrici hanno inviato ai librai delle liste con i titoli da rimuovere. «Un libraio non può essere obbligato a leggere e conoscere il contenuto di ogni libro. È impossibile», spiega Faustov. In un altra libreria del centro, i venditori colti dal panico hanno tolto dagli scaffali ogni titolo che potrebbe anche solo lontanamente riferirsi alla tematica Lgbt. Il noto negozio di e-book LitRes ha persino chiesto agli autori di "riscrivere" i loro testi in modo tale da adeguarli alla nuova legge. Secondo Oleg Novikov, il presidente di Eksmo, tra le più grandi case editrici russe, fino al 50% dei libri sul mercato potrebbero essere a rischio di confisca a causa della vaghezza nel testo della legislazione. Tra i volumi a rischio, temono alcuni rappresentanti del settore, ci sarebbero anche i classici della letteratura e le biografie del compositore Petr Tchaikovsky, uno dei più noti omosessuali della Russia prerivoluzionaria. Interpellato sul problema, il deputato Aleksandr Khinshtein, uno degli autori della legge, ha spiegato che le misure riguarderanno solamente i testi che rappresentano «un'immagine positiva» della comunità Lgbt. Precisazioni queste che, a detta dei critici, restano comunque fin troppo vaghe. Intanto, la nuova legge sembra aver avuto anche effetti diversi da quelli voluti dai suoi autori: alcuni commercianti hanno notato un incremento di interesse verso la tematica Lgbt tra i lettori russi: «Abbiamo clienti che hanno acquistato una decina di copie per ogni titolo», spiega una commessa in un'altra libreria del centro di San Pietroburgo, che chiede di restare anonima per timore di ripercussioni. «Sanno che tra poco non sarà più possibile trovarli», continua la commessa. Faustov concorda: «Come al solito, questo genere di proibizioni sortiscono l'effetto contrario».
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