venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
16.12.2022 Soumahoro, criminale
Cronaca di Clemente Pistilli

Testata: La Repubblica
Data: 16 dicembre 2022
Pagina: 22
Autore: Clemente Pistilli
Titolo: «I soldi dei migranti spesi per i safari. Indagata Murekatete e la sua famiglia»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/12/2022, a pag. 22, con il titolo "I soldi dei migranti spesi per i safari. Indagata Murekatete e la sua famiglia", la cronaca di Clemente Pistilli.

Liliane Murekatete, indagata anche la compagna del deputato Soumahoro
Liliane Murekatete

Migranti al freddo, senza cibo, luce e acqua mentre i milioni di euro che il ministero dell’Interno spendeva per loro finivano in Ruanda dove un cognato del deputato Aboubakar Soumahoro gestisce attività di ristorazione e safari. Di più: bonifici verso l’estero fatti facendo transitare il denaro sui conti di un’associazione che si sarebbe dovuta occupare di donne vittime di torture e violenze, mentre non sarebbe stata altro che uno schermo utilizzato per evadere le tasse dalla cooperativa della moglie del parlamentare, Liliane Murekatete, della suocera, Maria Therese Mukamitsindo, e del cognato, Michel Rukundo. È il quadro che emerge dall’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha vietato per un anno a Mukamitsindo, Murekatete e Rukundo di avere rapporti con la pubblica amministrazione e di gestire imprese, sequestrando loro anche circa 640mila euro. Secondo il giudice per le indagini preliminari, «seppure allo stato formalmente incensurati», i tre «hanno mostrato elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale a gestione familiare protratto nel tempo». Un mese faRepubblica ha sollevato il caso delle coop gestite dai familiari dell’ex sindacalista Soumahoro, che non è indagato. Diversi lavoratori si erano rivolti alla Uiltucs sostenendo di non ricevere lo stipendio da due anni. È esploso il caso ed è emerso anche che da tre anni il Nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza stava compiendo accertamenti sulla cooperativa Karibu e sul Consorzio Aid. E ieri è scattato il blitz. Le Fiamme gialle, al culmine delle indagini sul filone relativo all’evasione fiscale, hanno notificato il provvedimento a Mukamitsindo, Murekatete e Rukundo. Ed è emerso che sono indagati anche Richard Mutangana, altro figlio di Mukamitsindo, e due collaboratrici: la camerunense Ghislaine Ada Ndongo e l’ugandese Christine Ndyanabo Koburangyira Kabukoma. Secondo il sostituto procuratore Andrea D’Angeli, gli indagati avrebbero evaso per anni le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti. Lo avrebbero fatto utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse da Aid e dall’associazione di promozione sociale Jambo Africa, che facevano sempre riferimento a loro. E che non sarebbero stato altro che uno schermo. Il legale rappresentante della Jambo, che si sarebbe dovuta occupare delle vittime di violenza, del resto era Mutangana, e l’associazione aveva sede legale a Sezze (Latina), negli stessi locali della Karibu. Quando Mukamitsindo giunse in Italia insieme ai figli, fuggendo dal Ruanda devastato dalla guerra civile, disse di voler fare qualcosa per i migranti che avevano sofferto come lei. Iniziò a muovere i primi passi sui Lepini, tra Sezze e Roccagorga. Poi gli affari si sono allargati a Latina e a altri centri italiani, con milioni di euro elargiti anche dalle Prefetture, in particolare da quelle di Latina e Lecce. Un business che ha portato a quelle coop circa 65 milioni di euro in venti anni. Ma per gli inquirenti quello messo a punto dagli indagati sarebbe stato «un collaudato sistema fraudolento». Utile a evadere e anche a «giustificare in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla Direzione centrale del sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati». Beffando così tanto il Viminale quanto l’Anci, a cui il Servizio centrale istituito dal ministero ha affidato in convenzione la gestione degli Sprar. La Karibu si occupava dei centri di accoglienza straordinaria, di quelli per i richiedenti asilo e i rifugiati, dei servizi di accoglienza per minori e della rete antitratta. Attività che andrebbero rendicontate al centesimo, mentre le Fiamme gialle hanno riscontrato «prelevamenti in contanti, bonifici verso l’estero, una difficile rendicontazione delle erogazioni, una gestione contabile non trasparente e distrazioni di denaro per finalità estranee alla gestione dei progetti». Ovvero i bonifici diretti alla Karibu RW e a Mutangana. Aboubakar Soumahoro difende però la moglie: «Confido che dimostrerà la sua innocenza».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare; 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT