Qatar, corruzione di Stato Commenti di Paolo Berizzi, Giuliano Foschini
Testata: La Repubblica Data: 11 dicembre 2022 Pagina: 2 Autore: Paolo Berizzi - Giuliano Foschini Titolo: «Soldi e villa a Cervinia. Dopo il Qatar spuntano i regali del Marocco agli eurodeputati - Doha, corruzione di Stato. Così Panzeri ha reclutato i suoi agenti in Parlamento»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/12/2022, a pag. 2, con il titolo "Soldi e villa a Cervinia. Dopo il Qatar spuntano i regali del Marocco agli eurodeputati", il commento di Paolo Berizzi; a pag. 3, con il titolo "Doha, corruzione di Stato. Così Panzeri ha reclutato i suoi agenti in Parlamento", la cronaca di .
Ecco gli articoli:
"Soldi e villa a Cervinia. Dopo il Qatar spuntano i regali del Marocco agli eurodeputati"
Paolo Berizzi
La trattativa in corso per l’acquisto di una casa a Cervinia, l’organizzazione di vacanze tropicali di fine anno da 9mila euro a pers ona («non 100mila come l’anno scorso»), regali e benefit da ricevere e da elargire per «trarre benefici ». Ma il piano è finito con una brutta sorpresa: le manette. Da Bruxelles a Calusco D’Adda, 8 mila abitanti nella bergamasca, il paese dei Panzeri. A fare notizia, adesso, sono le combines . Le chiamava così Maria Colleoni, classe ’55, moglie di Antonio Panzeri. Combines sull’asse Bruxelles, Doha e Marocco. Nelle intercettazioni che hanno inguaiato Colleoni e la figlia Silvia Panzeri, 38 anni, avvocato, le combines indicavano i viaggi e gli affari del marito. Che però in qualche modo — si ipotizza — erano anche i loro, perché secondo la magistratura belga — lo riporta il mandato di arresto europeo — moglie e figlia non solo «erano pienamente consapevoli» del giro di soldi e regalìe, ma — ed è il punto su cui è scattata l’accusa di favoreggiamento — «partecipavano al trasporto dei regali ». Regali dai quali Maria Colleoni — si legge nelle carte — era certa di «trarre benefici». Stando alla ricostruzione dei magistrati di Bruxelles, mentre l’ex eurodeputato prima Pd e poi Articolo 1 (è stato sospeso) e già segretario della Camera del Lavoro di Milano si adoperava presso i funzionari dell’Europarlamento per indirizzare politiche ed economie Ue in favore di Qatar e Marocco, moglie e figlia — la prima in particolare — pensavano a smistare quello che bisognava smistare. Colleoni anche alle vacanze al caldo con partenza il 1 gennaio: «Non possiamo permetterci una vacanza da 100mila euro come l’anno scorso, e 9mila euro sono troppi», dice la donna, pensionata, parlando con Panzeri. Quando venerdì mattina, su mandato belga, i carabinieri di Bergamo hanno bussato alla villetta di famiglia a Calusco D’Adda, Maria Colleoni ha provato a telefonare al marito. «Quando lo cerco e ho bisogno di lui, non risponde». È che Panzeri era già stato arrestato a Bruxelles, dove vive da dieci anni. Dice il sindaco di Calusco D’Adda, Michele Pellegrini (centrodestra): «Panzeri in paese si vede pochissimo». A casa l’altro giorno c’era solo la moglie: poi i carabinieri hanno rintracciato la figlia che vive nel milanese. Titolare dello studio legale “Panzeri-Ventarola” a Locate di Triulzi. Ma torniamo alle combines belgo-qatarine- marocchine. Che Panzeri usasse «metodi ingegnosi e spesso scorretti per raggiungere i suoi scopi», la moglie — secondo la procura belga — lo sapeva benissimo. E voleva essere sempre a conoscenza delle «operazioni ». In una conversazione invita il marito a non fare cose senza il suo controllo. Accreditandosi, in qualche modo, come più di una complice. Tra le carte di credito usate dalla coppia ce n’è una intestata a una terza persona chiamata “the giant”. Poi i conti correnti di comodo. «Apri un conto in Belgio e un account con l’Iva », suggerisce Maria Colleoni. È lei che fa di conto: in un passaggio si lamenta per un debito di 35mila euro su un suo conto. E per le vacanze di fine anno propone di «usare l’altra soluzione». Quale? Forse un prelievo di 10mila euro dal «conto corrente belga» di Panzeri. Nella casa di Bruxelles la polizia ha trovato 600mila euro in contanti. E sacchi di banconote sono spuntati nell’abitazione della greca Eva Kaili, la vicepresidente del Parlamento Ue che difendeva il Qatar. La presidente Roberta Metsola ieri sera ha deciso di sospenderla con effetto immediato dalla sua carica («siamo contro la corruzione, collaboreremo con le autorità belghe»). Il perno della vicenda — sulla quale la Lega chiede una commissione di inchiesta — resta la corruzione del Qatar e forse anche — le indagini sono ancora in corso — del Marocco. Qui entra in ballo Atmoun Abderrahim, ambasciatore marocchino in Polonia. Alcuni regali e benefit — stando alle carte — transitavano da lui. L’inchiesta è tutta in mano alla procura di Bruxelles. L’Italia per ora ha soltanto eseguito i provvedimenti Mae nei confronti di Maria Colleoni e Silvia Panzeri. La corte d’appello di Brescia ha convalidato il loro arresto e concesso i domiciliari. Flashback: Il 27 novembre — sei giorni dopo l’inizio dei Mond iali — Silvia Panzeri pubblica su Facebook una foto dal souk Waqif di Doha, in Qatar. Cuscini e tappeti coloratissimi e gli hashtag #mondiali e #sunnyday.
"Doha, corruzione di Stato. Così Panzeri ha reclutato i suoi agenti in Parlamento"
Giuliano Foschini
Il Qatar ha corrotto la democrazia europea. E lo ha fatto attraverso almeno due ambasciatori italiani: l’ex eurodeputato del Partito democratico, Antonio Panzeri. E il suo ex assistente, Francesco Giorgi, attuale compagno della vicepresidente del Parlamento, Eva Kaili. È quello che emerge dagli atti che hanno portato al fermo dei due, insieme con altre tre persone. E che entro le prossime ventiquattro ore dovranno essere valutati per decidere se rilasciarli oppure accompagnarli in carcere. I due erano stati agganciati da uomini del Qatar tra il 2016 e il 2018 e, secondo quanto risulta alle indagini della Polizia belga, hanno ricevuto in diverse occasioni denaro. Inizialmente per orientare la loro attività: Panzeri era vice presidente della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento Ue, un ruolo chiave per chi come il Qatar aveva bisogno di “lavare” la propria immagine a livello internazionale. Ma poi — sospettano i magistrati — avrebbero lavorato anche per allargare la rete di corruzione del governo qatarino altrove. Principalmente nel gruppo di S&D (i socialisti europei) dove Panzeri aveva ottimi ingressi, in quanto eletto tra i loro banchi. Ma anche oltre, sfruttando appunto le relazioni che i due erano stati in grado di creare. Sono loro per esempio ad aver portato il Qatar davanti alla porta di Luca Visentini, il potente segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati. Loro ad aver aperto le stanze della vice presidente del Parlamento, la greca Kaili, con cui Giorgi ha una relazione. Anche l’europarlamentare è stata fermata, nonostante l’immunità: nella perquisizione nella casa che condividono a Bruxelles sono stati trovati centinaia di migliaia di euro e, dunque, secondo la Polizia in flagranza di reato. C’è di più: altre banconote erano in un trolley che il padre della Kaili era pronto a portare fuori dal Belgio, a bordo di un volo Ryanair del quale aveva già comprato il biglietto. La Polizia aveva trovato anche a casa di Panzeri molto contante: cinquecentomila euro, per la precisione. Ma il sospetto è che fosse soltanto una parte dei versamenti fatti dal Qatar nelle ultime settimane: un’altra parte potrebbe essere stata girata dall’ex eurodeputato ad altri pubblici ufficiali, proprio per corromperli. D’altronde Panzeri non aveva più alcun ruolo ufficialmente nel Parlamento europeo. Perché pagarlo ancora? Forse perché era, ancora, e sempre più, un campione di contatti. Per esempio: era lui a tenere i contatti con Visentini (per cui lavorava anche la figlia). E ottenere una dichiarazione non belligerante del sindacato europeo alla viglia dei mondiali di calcio che hanno, proprio, nella mancata tutela dei diritti dei lavoratori il principale oggetti di critica, per il Qatar valeva oro. Lavorava poi per la Ong di Panzeri “Fighit impunity” — sospettata nonostante il nome di aver funzionato come veicolo economico per la corruzione — l’assistente parlamentare di Marie Arena, eurodeputata belga, nota per essere un simbolo di trasparenza e integrità («Non so nulla di questa storia» ha detto lei, «hanno messo i sigilli all’ufficio del mio assistente»). E, testimoniano le intercettazioni, intratteneva rapporti costanti con decine di europarlamentari. Ma Panzeri non lavorava da solo. A conferma delle sue relazioni altissime basta leggere il consiglio della ong, di cui facevano parte tra gli altri Federica Mogherini (estranea all’indagine e che ieri si è dimessa dal board), l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve, anche lui estraneo alle indagini. A credere agli atti, il suo ex assistente Giorgi in tutta questa vicenda ha avuto un ruolo fondamentale. Attualmente assistente dell’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino (non indagato), aveva una storia d’amore con la vicepresidente del parlamento, la greca Kaili. Come si diceva, a casa loro sono state trovato contanti per centinaia di migliaia di euro. Ma anche in questo caso le mazzette è possibile che portino altrove: per il governo qatarino il ruolo della Kaili era un passepartout per aprire le porte dell’istituzione europea. Al di fuori del gruppo del Pse. Per dire: la parlamentare è stata recentemente fotografata ad Abu Dhabi in un weekend con il suo connazionale, il vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, esponente del Ppe. Lo stesso Schinas che in un tweet del venti novembre scorso aveva elogiato il mondiale del Qatar, «paese che ha attuato riforme e che merita questo successo mondiale». Ecco perché, al momento, l’indagine è soltanto al grado uno. La Polizia ha voluto accelerare con le perquisizioni perché temeva che, con la fine del Mondiale, e lo stop ai lavori del Parlamento per la pausa natalizia, molto (nel senso delle valige di denaro) potesse scomparire. Probabilmente non avevano torto. Ma nelle prossime ore si capirà se, e come, si arriverà al secondo livello: a Panzeri e Giorgi la Polizia belga sta chiedendo a chi erano destinati quei contanti, trovati a casa, intercettazioni alla mano. Non potranno quindi dire troppe bugie. Mentre agli altri due arrestati, il sindacalista Visentini e il presidente della Ong No Peace without justice, Niccolò Figà-Talamanca, verrà chiesto conto dei loro rapporti con il Qatar. Ma l’indagine potrebbe andare anche oltre. Perché nelle intercettazioni più volte si fa riferimento anche ad altri paesi. Uno su tutti: il Marocco. Panzeri aveva rapporti con istituzioni e ambasciatori. Giorgi lavorava con Cozzolino, proprio con la delega al Maghreb. Un’altra storia, forse. Che però sembra la stessa.
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