Liliana Segre denuncia Chef Rubio Cronaca di Zita Dazzi
Testata: La Repubblica Data: 09 dicembre 2022 Pagina: 33 Autore: Zita Dazzi Titolo: «Anche Chef Rubio denunciato da Segre. Lui evocava Auschwitz: 'Ti piace la gogna?'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA, di oggi 09/12/2022, a pag. 33, con il titolo "Anche Chef Rubio denunciato da Segre. Lui evocava Auschwitz: 'Ti piace la gogna?' ", la cronaca di Zita Dazzi.
Zita Dazzi
Liliana Segre
Liliana Segre ha denunciato i primi 24 fra gli hater che l’hanno aggredita sul web e fra loro c’è un personaggio di una certa notorietà, Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, cuoco e conduttore di trasmissioni televisive, con vasto seguito in Rete per le sue posizioni antisioniste e filopalestinesi. La senatrice a vita non lo conosceva fino a quando non è diventata oggetto dei suoi strali su Twitter, social dove lo chef ha quasi 170 mila follower. Fra i tweet portati all’attenzione della Procura ce n’è uno firmato da Chef Rubio il 6 novembre scorso, quando Segre spiegò che lei sarebbe stata più severa verso i medici no vax: «Molto più severa quanto? Roba de fustigazione e manciate de sale a coprire le ferite? Gogna? Vergine di ferro? Giusto per capire i tuoi gusti #Auschwitz #Cheschifo ». Su questo e altri post indagherà la Sezione Indagini Telematiche del Reparto Operativo — Nucleo Investigativo che si occupa di reati online nell’Arma dei carabinieri. La querela è stata presentata dall’avvocato Vincenzo Saponara, che assiste Liliana Segre.
Chef Rubio
Oltre allo chef, altri 23 “odiatori” assidui che hanno firmato negli ultimi mesi post minacciosi o insultanti sono indicati nell’esposto depositato martedì, giornata piena di impegni per la senatrice, invitata alla Bocconi per il saluto a Mario Monti e poi alla prima della Scala. Lei, ieri, si è chiusa in un silenzio eloquente, mentre Chef Rubio continuava a tuonare dal suo account: «Chiedere a Liliana Segre di denunciare i crimini della colonia d’insediamento israeliana e dell’esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all’odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste». E ancora: «Mi chiedo come mai solo 24 denunciati e di questi denunciati 23 sono fake account che augurano la morte di Liliana Segre e l’unico reale è il mio che ha avuto la sfrontatezza imperdonabile di chiederle del perché dei suoi sistemici silenzi sulla Palestina ». Della famiglia Segre, parla il figlio della senatrice, l’avvocato Luciano Bellipaci: «Evidentemente questo signore si compiace del clamore suscitato da questa triste vicenda. Noi chiediamo alla magistratura e ai carabinieri di indagare sui tanti profili social dai quali arrivano minacce gravissime verso mia madre, che è stanca di subire ancora, a 92 anni, l’odio di persone che non rispettano nemmeno la sua storia di sopravvissuta alla Shoah. Non sappiamo chi abbia rivelato il nome di questa persona, che è solo uno di quelli contenuti nell’esposto, al quale speriamo seguano avvisi di garanzia e rinvii a giudizio per il reato di istigazione all’odio». La maggioranza degli altri nomi segnalati ai carabinieri sono quelli di esponenti dei gruppi no vax, che attaccano Segre da quando ha accettato di fare da testimonial alla campagna vaccinale della Regione Lombardia, assieme a personalità come Carla Fracci e Rosita Missoni. Nella querela ci sono anche i filoputiniani che la minacciano perché è solidale col popolo ucraino aggredito dalla Russia, come ci sono qualunquisti e di sfattisti che l’hanno insultata il mese scorso per la scorta che le è stata assegnata tre anni fa, gente che le augura di morire così da consentire «un risparmio allo Stato». E infine ci sono gli antisemiti classici e quelli che odiano Israele che la prendono di mira in quanto ebrea che si spende contro i pregiudizi, le discriminazioni, il razzismo. Rubio nel 2020 fu denunciato anche dalla Comunità ebraica di Roma. Ma i suoi fan ieri hanno pubblicato molti messaggi di solidarietà dopo aver saputo della querela sporta dalla donna più anziana d’Europa costretta a girare con la scorta a causa delle minacce di morte.
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