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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
07.12.2022 Budapest blocca gli aiuti Ue all'Ucraina
Cronaca di Claudio Tito

Testata: La Repubblica
Data: 07 dicembre 2022
Pagina: 12
Autore: Claudio Tito
Titolo: «Budapest blocca gli aiuti Ue a Kiev ora rischia di perdere i fondi del Pnrr»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/12/2022, a pag. 12, con il titolo "Budapest blocca gli aiuti Ue a Kiev ora rischia di perdere i fondi del Pnrr" la cronaca di Claudio Tito.

Cosa sta succedendo a Kherson: perché Putin la vuole a tutti i costi-  Corriere.it
Kherson

L’Ungheria blocca gli aiuti all’Ucraina. E ora rischia di diventare la spina più acuminata per il governo italiano. Perché se il caso non si risolverà entro due settimane, i fondi – compresi quelli del Pnrr – destinati a Budapest saranno bloccati. E servirà un voto a maggioranza qualificata in Consiglio. L’Italia, insieme ai Paesi “sovranisti”, potrebbe essere determinante. Giorgia Meloni, insomma, dovrà schierarsi con l’ungherese Orbán o con il resto dei soci fondatori dell’Ue. Un vero intrigo. Fatto di veti e controveti. L’esecutivo magiaro ieri ha bloccato l’adozione da parte dell’Ecofin (i ministri finanziari dell’Ue) del piano di prestiti da 18 miliardi di euro per Kiev. La risposta dell’Ue è stata dello stesso livello: Budapest non riceverà i soldi del Recovery (5,8 miliardi) e saranno congelati i soldi dei fondi di coesione (7,5 miliardi) già sospesi per il mancato rispetto dello Stato di diritto. A questo schema i magiari hanno aggiunto il “niet” alla aliquota minima del 15% per la tassazione delle società, la cosiddetta minimum tax. Lo scontro dunque è durissimo. Gli altri 26 Paesi stanno pensando di procedere comunque con gli aiuti all’Ucraina utilizzando le singole garanzie nazionali. «Le notizie di oggi – ha poi scritto proprio il premier ungherese Orbán - sono fake news. L’Ungheria è pronta a fornire assistenza finanziaria all’Ucraina, su base bilaterale. No veto e nessun ricatto ». A suo giudizio, il punto importante è evitare che si faccia ulteriore debito comune. Per Bruxelles, però, si tratta dell’ulteriore mossa di Budapest per trattare sui fondi e mostrare alla Russia la sua vicinanza. Il tempo stringe. Il Pnrr deve essere approvato entro il 31 dicembre. I fondi di coesione addirittura entro il 19. Di fatto la palla passa al vertice dei leader che si riunirà il 15 dicembre e a una riunione straordinariadell’Ecofin. «Il raggiungimento del compromesso con l’Ungheria – ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti - è fondamentale per sbloccare i fondi europei per l’Ucraina, la tassazione globale minima e ovviamente il Pnrr ungherese. La conclusione positiva della vicenda è oggettivamente nell’interesse di tutti». In effetti in molti stanno cercando una mediazione per evitare che lo stallo. A cominciare dalla Germania. Infatti la Commissione tornerà a valutare le riforme approvate dall’Ungheria per capire se il giudizio sullo Stato di diritto possa essere cambiato. E anche l’Italia è una diretta interessata. Perché, nell’eventuale voto a maggioranza qualificata, sarebbe l’ago della bilancia tra filo-Orbán e gli anti-Orbán. Considerando che già il mese scorso FdI e Lega al Parlamento europeo avevano votato per difendere proprio l’Ungheria. Ma farlo anche al Consiglio, significherebbe entrare definitivamente nella “black list” d’Europa.

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