Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/12/2022, a pag. 17, con il titolo 'Stiamo avanzando anche a Est. La controffensiva ora riparte' l'intervista di Corrado Zunino.
Corrado Zunino
Non è finita la controffensiva ucraina. Era iniziata a settembre e aveva riportato un pezzo dell’Est a casa. La potente riorganizzazione nemica, e dieci giorni di pioggia, l’hanno interrotta. La riconquista dell’Alto Donbass, il suo progetto almeno, ora riparte. Con il cielo terso e 10 gradi sotto zero, i soldati sono pronti ad uscire dalle casematte di Lyman per andare ad attaccare la prima linea russa. Li guida il comandante Svat, il colonnello del Battaglione Karpatska Sich, volontari armati figli del partito nazionalista Svoboda. Era al “fronte zero” nelle decisive battaglie per la liberazione di Izyum e Lyman. Ex pilota dell’aviazione, e di aerei dilinea in tempo di pace, ora vuole portare uomini e ragazzi dentro le città fortificate di Svatove e Kreminna, le conquiste necessarie per riprendere Lysychansk e poi Severodonetsk e spingere i russi verso i loro confini naturali. Ci siamo lasciati il 3 ottobre, colonnello Svat, che avevate appena riconquistato Lyman, i russi ancora frastornati nei boschi della riserva naturale.
Puntavate, già allora, Svatove e Kreminna. Volevate riprendere Lugansk e Donetsk entro dicembre, ma siamo ancora qui, fermi. «Negli ultimi due mesi siamo avanzati, ma più lentamente di quanto avremmo voluto. Abbiamosuperato il lago artificiale e ci siamo posizionati nel villaggio di Terny, dove piovono missili a tutte le ore. Alcune nostre unità sono già a ridosso delle due città messe nel mirino, li stringiamo».
Con le truppe più avanzate siete andati avanti neppure trenta chilometri in due mesi. Perché? «Perché loro si sono terribilmente rinforzati. Da Sud sono arrivati tanti, davvero tanti reparti russi. Gruppi di fanteria da Kherson. Non posso contarli, ma hanno rioccupato tutto il fronte Est. A Bakhmut, più a Sud, e qui, a difesa del Lugansk. Si sono riattrezzati e combattono in modo professionale. Hanno cambiato generale, non intendono andarsene e lanciano ancora tanti razzi».
Il tempo rigido chi aiuta? Il cielo terso rende più efficaci i droni russi. «Noi abbiamo patito la lunga pioggia di fine novembre, ci siamo impantanati. Dal 29 ha smesso, ma dal primo dicembre è arrivato il gelo. Ci sono due strade che collegano Svatove a Kreminna e, in quelle condizioni, potevamo farle percorrere dai Btr, i mezzi di trasporto truppe, ma non da tutti i nostri veicoli. Ora fa freddo, le strade sono pulite e possiamo ripartire. Subito, in queste ore. Direi che da alcuni giorni abbiamo ripreso una forte attività. Non sto rivelando segreti militari, i russi ci stanno aspettando».
Anche qui, come settanta chilometri più a Sud, con l’armata ci sono uomini del Gruppo Wagner? I più allenati, i più cattivi. «Alcune unità, sì. E anche soldati ceceni. Non guardiamo in faccia nessuno, ora dobbiamo attaccare per mettere pressione su questo lato del Donbass e dare un po’ di ossigeno ai nostri compagni di Bakhmut».
Anche qui i vostri soldati stanno dentro le trincee ghiacciate? «Sì, è molto dura la prima linea. Avanzi un po’ nella foresta, ti fermi sotto il fuoco, scavi per due, tre giorni. Attendi ordini, ricevi il cambio. E davanti abbiamo tre mesi d’inverno, l’inverno del Donbass».
Registrate perdite? «Ieri tre feriti, l’altro ieri tre, il giorno prima uno. Troppi. Dall’inizio della guerra ne abbiamo avuti più di duecento. Il Battaglione che guido ha 600 uomini, quasi tutti volontari. Il 19 giugno, vicino a Izyum, è morto il nostro fondatore, Oleg Kutsin. E da poco abbiamo perso uno dei nostri migliori soldati, veniva da Taiwan».
Il suo mal di testa, comandante, le trasfusioni di sangue? «A volte dopo pranzo il dolore torna, ma sto meglio. È stata una bomba, è esplosa troppo vicina».
Come siete messi con le armi? «Diciamo bene. Mancano un po’ di munizioni per l’artiglieria e i carrarmati, so che in generale stanno finendo. Usiamo, innanzitutto, il nostro armamento, matrice sovietica. E poi armi americane».
È vero che Elon Musk vi sta togliendo internet dopo avervelo dato gratis? «Noto che nell’area di guerra la velocità della rete è diminuita. Per noi il segnale Starlink è gratuito, ma credo che al padrone di Twitter costi molti soldi e il Pentagono non è voluto intervenire a sostenerlo. Ora la trasmissione è limitata e abbiamo problemi nel trasferimento dei dati».
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