sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Italia Oggi Rassegna Stampa
02.12.2022 Periscopio 02/12/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 02 dicembre 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 02/12/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 02/12/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Mykhailo Podolyak on the Russian invasion: Russian troops have not gained  any operational and tactical advantage in Ukraine — Official website of the  President of Ukraine
Mikhailo Podolyak

Gli attacchi russi alle strutture energetiche non riguardano soltanto la luce. Riguardano interventi operatori interrotti, dialisi annullate, ventilatori spenti, ambulanze che non arrivano. Influiscono sul fronte? No. È semplicemente il fascismo del Ventunesimo secolo al lavoro. Mikhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino.

Gli sfruttatori lo chiamano delitto. / Ma noi sappiamo: / è la fine dei delitti. Bertolt Brecht, Lode del comunismo.

 [Giovedì scorso, Mar Baltico]. Mentre una squadra navale Nato era impegnata in un’esercitazione con i sistemi di difesa contraerea – operazioni in cui cannoni e missili sono gestiti in maniera automatizzata dai computer perché i tempi di reazione devono essere rapidissimi – [...] due cacciabombardieri russi si sono diretti verso le navi. Hanno ignorato i messaggi radio che li invitavano ad allontanarsi e hanno sorvolato le due fregate, passando loro sopra a bassa quota: «Erano a meno di cento metri». Gianluca Di Feo, la Repubblica.

Il 25 ottobre scorso il segretario generale Stoltenberg ha visitato la portaerei Bush, all’ancora nei pressi di Trieste. Secondo fonti non confermate, una provocazione russa sarebbe scattata proprio mentre Stoltenberg era a bordo della portaerei. [...] Non è chiaro se il ricognitore russo si sia diretto contro l’ammiraglia o contro i caccia che la scortano ma non si ricordano trasferte dei Tupolev russi così lontano da Tartous, la roccaforte di Mosca in Siria. Tommaso Ciriaco, la Repubblica.

Conte: «Governo [italiano] guerrafondaio». Titolo di Repubblica.

Dal dibattito parlamentare è chiaro che esistono due posizioni inconciliabili e due opposizioni divise [Pd vs 5stelle] su una fondamentale questione di politica estera. Che non è tanto il prodotto del diverso background valoriale, dato che quello di Conte si è dimostrato modellabile come il pongo, ma è il prodotto della sfida politica di Conte per conquistare l’egemonia della sinistra. Finora nel Pd, che è impegnato nella «fase costituente», il tema dell’Ucraina è rimasto molto sottotraccia, anche se sono emerse posizioni in linea con il contismo come quella d’Elly Schlein. Luciano Capone, il Foglio.

Il Vaticano ha subito massicci «tentativi anomali di accesso» al proprio sito internet 24 ore dopo il suo inedito scontro verbale con la Russia. Titolo della Repubblica.

Andate come pecore in mezzo ai lupi, diceva Gesù, ma non come sprovveduti in mezzo agli hacker. Maurizio Crippa, il Foglio.

Sono una ragazza ventenne che vive in Iran. Voglio dirvi che la situazione che stiamo vivendo qui è [terribile]. Tra i nostri amici e compagni quando ci chiamiamo ci informiamo se siamo ancora vivi. Ragazzi, siete vivi? Tizio e Caio sono vivi? [...] Ogni giorno, a causa d’uno slogan urlato o d’un semplice sguardo di sfida lanciato ad un agente di polizia antisommossa, rischiamo di venire picchiati, arrestati e uccisi senza nemmeno che le nostre salme vengano restituite alle famiglie. Lettera firmata con uno pseudonimo, Eloha (La Stampa).

Free China. No Xi Jinping. Cartello d’un manifestante cinese.

Al paese di mia moglie il presidente di un’associazione di lavoratori si chiamava Mao e ovviamente rispondeva quando la gente lo chiamava Presidente Mao. Con la Rivoluzione culturale cadde in disgrazia: il suo crimine, aver fatto comparire due Presidenti Mao sulla faccia della terra. Disperato, protestava con le lacrime agli occhi che gli altri lo chiamavano così, ma che lui non si sarebbe mai preso una libertà del genere. Le masse rivoluzionarie lo rimbeccavano: «Anche se erano gli altri a chiamarti così, tu non dovevi rispondere». Yu Hua, La Cina in dieci parole.

Possiamo sottoscrivere il giudizio di Arthur Waley, che definiva la produzione poetica di Mao «meno sgradevole della pittura di Hitler, ma non così buona come quella di Churchill». Simon Leys, Immagini infrante.

La Cina ha dimostrato che è possibile svilupparsi senza praticare il dominio sugli altri, senza approfittare dei propri successi a svantaggio di altri e senza l’uso della forza. Pace e sviluppo debbono essere patrimonio di tutta l’umanità. Su ciò la Cina potrà continuare a costruire un ampio consenso internazionale. Fabio Massimo Parenti, il blog di Beppe Grillo.

Cosa importa se il gatto prende il topo / o il topo prende il gatto? Ciò che conta / è soltanto il colore del gatto. / E la tinta del topo. Alberto Arbasino, Proverbio cinese, di Walt Disney.

L’ispezione della Consob aveva destato scompiglio alla Juventus. Tutti ne parlavano, ma nessuno pensava di essere davvero nei guai. «Tanto la Consob la supercazzoliamo», dicevano tra di loro i dirigenti, come fossero in Amici miei. Cravero e Martinenghi, La Stampa.

Open Day, le visite alle scuole cui i genitori si applicano col sussiego d’un generale prussiano all’ispezione del campo di battaglia. [...] Un giorno, per dimostrarmi responsabile, mi informai sulle ore dedicate all’inglese. Tre a settimana, mi fu risposto, ma in quanto materia secondaria si possono ridurre a due. A «materia secondaria» ebbi un infarto, ma feci in tempo a sentire quello a fianco a me proporre un’ora in meno di inglese per impegnarla in «educazione alla legalità». Mattia Feltri, La Stampa.

La vera domanda non è come diavolo [ai deputati italiani] viene in mente di comprarsi il telefono [il computer, l’iPad] coi soldi nostri. La vera domanda è: che fine ha fatto il senso dell’opportunità? [...] Il senso dell’opportunità è quella cosa per cui se tutti sanno che guadagni parecchio non ti metti lì a scrivere una norma secondo la quale dev’essere la fiscalità generale a pagarti telefono e computer. Non perché c’è il populismo, non perché c’è la crisi, non perché la gente non arriva a fine mese, non perché «kasta»: perché è inelegante essere scrocconi. Guia Soncini, Linkiesta.

Anche i fessi, in Italia, cercano di farti fesso. Roberto Gervaso.

Immagine correlata
Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT