Putin bombarda 50 volte Kherson Cronaca di Corrado Zunino
Testata: La Repubblica Data: 28 novembre 2022 Pagina: 18 Autore: Corrado Zunino Titolo: «La guerra si impantana in Donbass Kiev: 'I russi lasceranno Zaporizhzhia'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/11/2022, a pag. 18, con il titolo "La guerra si impantana in Donbass Kiev: 'I russi lasceranno Zaporizhzhia' ", l'analisi di Corrado Zunino.
Corrado Zunino
Piove in Donbass, a intermittenza. Come la luce che manca, a tratti, nel resto del Paese: quattro ore c’è, per le successive otto generatore di corrente o candele. Piove tutti i giorni, in Donbass. Le vecchie e nuove trincee scavate non fanno in tempo ad asciugarsi, e non è sano starci dentro in piedi: si rischia di essere colpiti. Le immagini che i soldati ucraini mandano in giro raccontano di una guerra da ‘15-‘18, privazioni, umidità che immerge il corpo. La temperatura ogni giorno scende di un grado. Tra domani e mercoledì la minima è attesa a meno 5 e la fanga delle valli delle trincee diventerà ghiaccio. Sì, ieri l’esercito russo — per vendetta — ha bombardato 54 volte la liberata città di Kherson e i suoi dintorni. Il Sud. Ma è di nuovo il Donbass il centro della storia di questa guerra iniziata, in fondo, il 6 aprile 2014. Nelle regioni del Lugansk e del Donetsk si torna a decidere l’inclinazione del conflitto russo-ucraino e sarà il Donbass a mostrarne la fine, persino il suo seguito di pace. Sull’Est stanno convergendo i battaglioni russi che hanno lasciato, appunto, Kherson. E a cavallo degli oblast del Lugansk e del Donetsk sono destinati a breve anche soldati e ufficiali che hanno completato l’addestramento nella base bielorussa di Brest, al confine con la Polonia. La battaglia è già fortissima, qui, e nei prossimi giorni crescerà d’intensità. Vladimir Putin non vuole mollare gli ultimi bastioni controllati, dopo il crollo del Sud e con la controffensiva ucraina che da inizio settembre ha ripreso territorio e villaggi in questa porzione d’oriente. La Federazione russa ha bisogno del passaggio garantito a merci e uomini verso un mare caldo, ha bisogno dei porti di Mariupol e Berdyansk, oltre che delle città un tempo ricche di Donetsk e Lugansk. Il presidente autocrate, per questo, ha chiesto ai generali di tenere le posizioni a tutti i costi, fino alla prossima primavera, quando l’armata potrebbe costruire unnuovo attacco al cuore dell’Ucraina da Est e, forse, da Nord. L’epicentro dello scontro resta Bakhmut, un tempo 70.000 residenti. Da quattro mesi i guerrieri privati di Wagner — uomini che hanno servito l’esercito russo e ora loaffiancano, meglio pagati, nel gruppo specializzato allestito da Evgenij Prigozhin — provano a sfondare con blitz notturni temerari. Le chat filo-Mosca evidenziano un tentativo di accerchiamento dei resistenti ucraini e sabatoscorso il comando di zona dell’armata ha persino diramato un ultimatum. «Arrendetevi». Avrebbe dovuto essere eseguito entro le 6 di ieri mattina. La 79a Brigata meccanizzata ucraina non l’ha ascoltato e oggi un soldato che opera nelle immediate retrovie ha detto aRepubblica : «Non abbiamo nessuna intenzione di arretrare e non credo che i russi riusciranno a prendere Bakhmut». Gli uomini del Gruppo Safari, forze speciali della polizia nazionale, avrebbero già riconquistato quartieri precedentemente persi in periferia. Ecco, i russi vogliono sfondare a Bakhmut per dilagare verso Kramatorsk e Slovjansk, ma poco più a sud gli ucraini si sono portati a un tiro di Himars da Donetsk città. Qui sono loro ad assediare, e a volte colpiscono civili: un proiettile di 155 millimetri, artiglieria pesante, ha ucciso Veronica, una bambina: video pietosi mostrano i genitori accarezzarle i capelli sotto il lenzuolo, per strada. A Maryinka, suburbio del capoluogo, si combatte strada per strada, e questo dà il segno di come gli ucraini siano avanzati minacciando direttamente Donetsk, la cui perdita è inammissibile per Putin e i suoi protetti separatisti. Lo scontro è un susseguirsi di conquiste di edifici e parchi, perdite e riconquiste: il numero dei morti è alto, da entrambi i lati. «In Donbass ogni metro conquistato è uno sforzo titanico», dice Sergej Gaidai, capo militare (ucraino) del Lugansk. I russi devono resistere, con i loro soldati usciti dal carcere e mandati al fronte. Gli ucraini credono, invece, che proprio l’inverno rappresenti una debolezza ulteriore per un esercito avversario demotivato e malvestito. L’ospedale di Sachstia è un concentrato senza più spazi di soldati russi feriti e nella lontana scuola militare di Novosibirsk un “mobilizzato”, sono gli ultimi coscritti, si è sparato in una gamba pur di non raggiungere il Donbass. Già. Secondo Kiev gli occupanti russi potrebbero lasciare presto anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, oggi spenta: la consegneranno ai più esperti ingegneri dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
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