L'odio razziale e ideologico stanno divorando il mondo
Commento di Deborah Fait
A destra: Aryel Shechopek
L’Ucraina sta rivivendo i tempi tragici dell’Holodomor, il genocidio staliniano di 5 milioni di contadini russi. Putin vuole copiare i crimini del suo predecessore, condannando quel paese martoriato al buio e al freddo che porteranno inevitabilmente a un’altra carestia. Un nuovo tentativo di genocidio ucraino è in atto di fronte al mondo impotente conscio che qualsiasi azione di forza contro il gangster russo ci avvicinerebbe tutti al pericolo nucleare. Periodicamente l’Europa cade in mano a un dittatore sanguinario. Stiamo ancora piangendo le vittime del nazifascismo e non siamo mai stanchi di maledire Hitler, che eccone un altro non meno sanguinario e pericoloso, un dittatore vigliacco, che sta portando l’Europa molto vicina al baratro. Andando di odio in odio e lasciando il cuore martoriato d’Europa, arriviamo alle strade di Israele ricoperte ogni giorno di sangue e cadaveri. Ragazzi, bambini, vecchi vengono ammazzati dai terroristi palestinesi mai sazi di sangue . Un adolescente israeliano di etnia drusa, ricoverato in un ospedale di Jenin a causa di un incidente stradale, è stato ucciso, appena saputo che era israeliano, dagli stessi medici arabi che lo hanno scollegato dal respiratore che lo teneva in vita. Il suo corpo è stato poi consegnato a un gruppo di terroristi che, solo dopo ore di trattative, lo hanno ridato alla famiglia perché potesse seppellirlo. Si chiamava Tiran Fero, aveva 18 anni. Bestie immonde, bestie senza pudore, senza anima che commettono crimini orrendi per l’odio che provano e col quale sono stati cresciuti. Bestie che non rispettano la vita umana, a cominciare dalla loro, a quella degli ebrei che sono l’oggetto principale del male che li divora. Così si vive in Israele, decine di morti innocenti, chi viene falciato dai mitra mentre beve un caffè in un bar di Tel Aviv, chi, ancora bambino, viene accoltellato per le strade di Gerusalemme, chi salta per aria mentre aspetta l’autobus per andare al lavoro, a casa, a scuola. Aveva 15 anni Aryel Shechopek quando una bomba azionata da lontano è scoppiata uccidendolo mentre aspettava l’autobus. Morti e decine di ferirti, alcuni in coma, gravissimi, in due attentati simultanei a Gerusalemme. Le borse esplosive erano state riempite con migliaia di chiodi. Queste sono le belve con le quali il mondo dice che dovremmo fare la pace, che i grandi del mondo onorano. Sono quelli che non permettono agli studenti ebrei delle università americane di vivere tranquilli, di poter entrare in un campus senza il timore di essere pestati dagli attivisti criminali del BDS o di Palestina libera. Biden che sta leccando i piedi agli ayatollah, non ha ancora mandato le congratulazioni a Netanyahu per aver vinto le elezioni. Trump riceve nella sua residenza di Mar a Lago l’antisemita afroamericano Kanye West. L’America amica di Israele è lontana, Barak Hussein Obama ha lavorato bene, non c’è che dire e i risultati si vedono. Il Qatar, paese dei Mondiali di calcio e dei finanziamenti a Hamas, fa sapere agli israeliani di non essere i benvenuti, per le strade si sente gridare ”Israele non esiste, si chiama Palestina”. Uno dei giornalisti israeliani accreditati, Raz Shechnik, ha mandato questo messaggio:
“Non volevamo scrivere queste cose, ma dopo 10 giorni a Doha è impossibile non condividere con voi quello che stiamo passando qui. Ci sentiamo odiati, avvolti dall'ostilità, indesiderati. Come ci ha detto a prima vista un amico del Qatar quando ho risposto che venivamo da Israele "Vorrei darti il benvenuto. Ma in realtà non sei il benvenuto. Esci di qui il prima possibile." Così. diretto e deciso. La Coppa del Mondo è una grande esperienza. Abbiamo avuto il privilegio di essere qui e coprire il calcio, che è ciò che amiamo di più. Siamo stati in precedenti tornei simili, l'Euro e la Coppa del Mondo, quindi c'è una base per il confronto. Quindi no, non ci stiamo divertendo. lontano da lì (dallo stadio) in strada ci accompagnano palestinesi, iraniani, qatarioti, marocchini, giordani, siriani, egiziani e i libanesi dagli sguardi odiosi. Le eccezioni sono i sauditi, dai quali riceviamo sorrisi e luce negli occhi… Sono sempre stato un centrista, liberale e schietto, con un desiderio di pace sopra ogni altra cosa. Ho sempre pensato che il problema fossero i governi ma in Qatar ho avuto modo di conoscere quanto odio hanno le persone per la strada. Quanto vogliono cancellarci dalla faccia della terra. Fino a che punto tutto ciò che riguarda Israele suscita in loro un odio intenso. È una grande Coppa del Mondo, vero, ma ce ne andiamo con pessimi sentimenti. D'altra parte, come sarà bello tornare nel nostro paese. Non abbiamo un altro paese!"
L’odio dunque avvolge come un manto nero fatto di spine Israele e gli ebrei. Per reazione, gli israeliani hanno votato un governo forte perchè la cosa basilare è sentire che qualcuno vuole difenderci da soprusi e omicidi. Sapere che i nostri soldati non rischiano la Corte marziale e la prigione se uccidono un terrorista stragista. Mandare i nostri figli a scuola senza il terrore che ce li riportino a casa morti. Chi vuole andare a pregare sul Monte del Tempio deve avere il diritto di farlo senza la paura di essere preso a sputi e sassaiole dagli arabi che vi bivaccano. Itamar Ben Gvir sarà l’uomo della sicurezza designato da Netanyahu. È di destra? SI. È impetuoso? SI. Sfido chiunque a desiderare un governo di tubanti colombelle quando in Israele si muore ogni giorno ammazzati da iene feroci che vogliono nutrirsi della nostra carne e abbeverarsi con il nostro sangue.