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Italia Oggi Rassegna Stampa
26.11.2022 Periscopio 26/11/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 26 novembre 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 26/11/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 26/11/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Storie di Storia / 8. Holodomor: Il genocidio compiuto da Stalin in Ucraina  - la Repubblica

L’unico punto di mediazione è la nostra bandiera su Kiev. Abbattendo ogni sua infrastruttura, rispediremo l’Ucraina nel diciottesimo secolo. Pjotr Tolstoj, vicepresidente della Duma e trisnipote del grande scrittore (Corsera).

Gl’individui più crudeli, disumani e oziosi si nutrono con la violenza e con la guerra. Lev Tolstoj, suo trisnonno, I Diari.

La Russia preme per la mediazione, ma [non] il cerchio magico attorno al presidente Putin. [Tra i fedelissimi] Andreij Lugovoy, deputato del partito Russia Unita, ricercato dalla giustizia britannica per l’omicidio dell’ex agente dei servizi segreti Aleksander Livtinienko, morto nel 2006 per avvelenamento da sostanze radioattive. In diretta sulla televisione russa, Lugovoij ha attaccato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky,affermando che la Russia dovrà «farsi giustizia da sola», e che [lui e] i suoi collaboratori «dovrebbero salire sul patibolo». Marta Ottaviani, il Resto del Carlino.

[Oggi] 26 novembre si commemora il novantesimo anniversario dell’Holodomor, lo sterminio per fame (holod vuol dire fame) di milioni di contadini, che Stalin volle castigare nel 1932-33 per la loro ribellione alla collettivizzazione. [...] L’odierna tragedia si configura come un nuovo genocidio, attuato questa volta usando il freddo come arma per annientare un popolo indomito. Potremmo chiamare il nuovo barbaro attacco alla nazione ucraina cholodomor (cholod significa freddo). [...] Dopo l’ingloriosa sconfitta della sua mastodontica armata di predoni, l’odierno gran khan di Mosca ricorre ai metodi tatari della terra bruciata, con bombardamenti a tappeto e la sistematica distruzione della rete elettrica, nel rabbioso tentativo di domare col gelo la vittoriosa resistenza degli ucraini. Ettore Cinnella, storico della rivoluzione russa e dello stalinismo (Posta e risposta, la Repubblica).

Come ha giustamente ricordato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, in giro per il mondo quindici paesi hanno esplicitamente riconosciuto l’Holodomor come «genocidio», e diversi altri come «tragedia ucraina», commemorandolo ufficialmente. Tra questi paesi, purtroppo, non c’è l’Italia. Claudio Cerasa, il Foglio.

Il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale ucraino Oleksiy Danilov ha confermato l’uccisione di consiglieri militari iraniani in Crimea e ha avvertito che saranno presi di mira anche altri iraniani che sostengono l’invasione di Mosca presenti sul territorio ucraino occupato. Lo riporta il Guardian. repubblica.it

Arrivato in Armenia per il summit dell’alleanza militare Csto guidata dalla Russia, il leader del Cremlino Vladimir Putin è stato accolto a Erevan da manifestazioni contro la guerra in Ucraina. repubblica.it

Ora che ha intrapreso la cosiddetta «operazione speciale», lo Stato non è più un poliziotto svogliato che tira manganellate a destra e a manca, ora è una dittatura a tutti gli effetti, un criminale di guerra. Armen Aramjan, prigioniero russo (Proteggi le mie parole, Edizioni E/O).

Al confine tra Iran e Iraq si sta consumando un orrore indicibile. Nelle città di confine, militarizzate, si vedono milizie affiliate ai pasdaran equipaggiate con armamenti pesanti. Vanno di strada in strada e nella notte vanno casa per casa, prendono a pugni e a calci i portoni delle abitazioni e sfondando le finestre, portano via gli abitanti e fanno razzie di ogni sorta, rubano denaro, preziosi, telefoni cellulari, violentano le donne e distruggono le abitazioni. Mariano Giustino, HuffPost.

C’è chi pretende che Volodymyr Zelensky negozi con Vladimir Purin, ma grida al tradimento se Calenda negozia con Meloni. Mattia Feltri, La Stampa.

Lo statista Conte [non] ha votato la delibera europea sulla Russia quale stato propagatore del terrorismo. […] Come forse avrebbe votato il compagno Villaggio della Cagata pazzesca. Andrea’s Version, il Foglio.

Il Partito democratico traballa, perde pezzi, sbanda: i tre incredibili voti contrari di altrettanti europarlamentari dem su una limpida risoluzione del Parlamento europeo che bolla il regime di Vladimir Putin come «sponsor del terrorismo» non è un buon viatico per il voto che ci sarà martedì a Montecitorio, quando si discuteranno le mozioni sulla guerra della Russia all’Ucraina. Mario Lavia, Linkiesta.

Se la verità emerge solo nell’ascesa, come estrapolarla? E poi conservarla, riprodurla e trasmetterla? È come non farla imbastardire dall’incerto pendolo umano che per un momento batte dalla parte perenne del dolore terreno e poi presto rifluisce nel «tocco» avverso dell’istinto di morte per paura della morte: la reiterazione all’infinito dell’appropriazione dell’altro. [Alè!] Gianfranco Bettini, A sinistra da capo.

Con una mossa in cui è difficile distinguere tra sprezzo del pericolo e sprezzo del ridicolo, Aboubakar Soumahoro ha fatto capire d’essere pronto a fondare un nuovo partito della sinistra. Stefano Capellini, la Repubblica.

Un giornalista: «Do you think it’s possible to find a compromise [on gas]?» Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica: «Complimenti… insomma». Dal web.

[Ministro dell’istruzione e del merito,] Giuseppe Valditara spiega che solo attraverso l’umiliazione il ragazzo può andare oltre il suo errore. Ecco le sue parole: «Evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità». E se l’umiliazione non basta, si può sempre corroborare il tutto con la «stigmatizzazione pubblica». Perché così, dice il ministro, tutti potranno dire che «lo studente ha sbagliato e nessuno sarà legittimato a dire [che] in fondo aveva le sue ragioni». Federica Olivo, HuffPost.

Ho sbagliato espressione, volevo dire umiltà. [«Stigmatizzazione pubblica» no: voleva dire proprio quello]. Giuseppe Valditara.

Non basta avere poche cose da dire. Bisogna anche dirle bene. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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