Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/11/2022, a pag. 19, con il titolo "Alon Bar: 'Tra Israele e Italia c’è sintonia, i nostri rapporti faranno un salto in avanti' ", l'intervista di Marco Contini.
Alon Bar
Nominato dal premier Yair Lapid poco tempo prima delle elezioni che hanno sancito il ritorno al potere di Benjamin Netanyahu, Alon Bar è il nuovo ambasciatore israeliano a Roma. In questo colloquio con Repubblica ragiona sul futuro delle relazioni tra i due Paesi.
Ambasciatore Bar, Israele e Italia hanno entrambi il governo più di destra della propria storia. Fratelli d’Italia e il Likud fanno parte della stessa “famiglia politica” europea, il gruppo dei Conservatori. Questo può facilitare le relazioni bilaterali? O la storia di FdI rappresenta un ostacolo? «Tutti i partiti della coalizione di governo in Italia hanno sempre manifestato il loro sostegno a Israele e questo induce a essere ottimisti. Meloni e Netanyahu si sono già sentiti dopo le elezioni, e la sintonia tra i partiti dei nostri Paesi può essere la premessa di una relazione forte. Poi ci sono in gioco gli interessi nazionali, e qui dovremo lavorare per trasformare quella sintonia in cooperazione. Non posso escludere divergenze,ma l’atmosfera è positiva e mi aspetto che i rapporti facciano un salto in avanti».
Alon Bar con Sergio Mattarella
Non ha paura che al di là delle posizioni dei leader, nella destra italiana ci sia ancora un diffuso antisemitismo? «Non la definirei paura. So beneche ci sono ancora antisemiti, sebbene siano una minoranza, e che ci sono simpatizzanti del regime fascista. Ma su questo abbiamo già detto al governo italiano – lo hanno fatto sia Lapid che Netanyahu – che intendiamo lavorare a stretto contatto con lacomunità ebraica, e che su questo ci aspettiamo dal nuovo governo una politica di tolleranza zero».
L’Italia, interrompendo una tradizione di astensioni, all’Onu ha votato No alla richiesta di chiedere alla Corte Internazionale di Giustizia di indagare su“occupazione, insediamenti e annessioni israeliane in Cisgiordania”. «Ne siamo felici. Nel mondo multilaterale – il Consiglio per i diritti umani, le risoluzioni dell’Onu – Israele è sottoposta a una campagna costante di demonizzazione che crediamo sia non solo ingiusta, ma anche controproducente. Perché il linguaggio aggressivo e la riproduzione quasi in automatico di documenti contro di noi finisce per togliere credibilità a tutte le istituzioni dell’Onu».
Con il giacimento di Karish Israele si candida a diventare un grande esportatore di gas in Europa. Quali sono le prospettive? «Israele non potrà mai sostituire interamente le forniture dalla Russia, può diventare uno dei tasselli di un piano per diversificare le fonti. Però ci sono anche altri temi su cui Israele può essere un partner importante per l’Italia: conservazione dell’acqua, energie alternative a partire da quella solare, agricoltura e cybersecurity. Tutti terreni che per l’Italia rappresentano le sfide del futuro ».
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