Riprendiamo da OPEN la breve "Il Centro anti-disinformazione di Kiev attacca la filosofa Donatella Di Cesare: 'Propaganda russa' ".
Donatella Di Cesare da vicepresidente della fondazione tedesca nata per onorare la memoria di Heidegger, filosofo di Hitler, è passata a servire un altro dittatore, Putin. Ha trovato però l'attenzione del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina...
Ecco l'articolo:
Donatella Di Cesare, dal filosofo di Hitler a Putin
Il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina ha pubblicato un tweet in cui accusa, attraverso il canale Telegram del suo Centro anti-disinformazione, la filosofa Donatella Di Cesare di «diffondere narrazioni identiche a quelle russe sui media occidentali, coprendosi con le immagini di un “europeo purosangue” e di un “intellettuale“». Di Cesare, docente ordinaria di Filosofia teoretica alla Sapienza Università di Roma e grande esperta di Heidegger, è finita spesso al centro di controversie per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina, considerate da alcuni vicine all’aggressore russo. Sul canale Telegram il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina approfondisce la questione: «In un’intervista alla pubblicazione olandese NRC, Donatella – si legge – condanna il sostegno militare all’Ucraina e le sanzioni contro la Russia, che, dicono, stanno distruggendo l’economia italiana. Pertanto, in quanto “europea purosangue”, considera una tale politica il suicidio dell’Europa».
Da Heidegger/Hitler a Putin
Si legge ancora che «l’autrice diffonde la narrativa secondo cui la Russia è una superpotenza quando afferma che Joe Biden dovrebbe sedersi al tavolo dei negoziati con Vladimir Putin. Donatella smentisce le parole dell’intervistatrice sulla sua posizione filorussa, affermando di non essere una politica, ma un’intellettuale e una donna che subisce gli attacchi della società maschile italiana». E conclude: «Da “filosofa della politica”, Donatella di Cesare vede la soluzione del conflitto nell’instaurazione in Europa della “convivenza tra i popoli, non infiammando il nazionalismo dell’identità”».