Il flusso di droni del terrore dall’Iran a Mosca
Analisi di Emanuele Ottolenghi
(Traduzione di Yehudit Weisz)
Il 17 ottobre, i residenti di Kiev si sono svegliati a causa di forti esplosioni. La Russia aveva appena lanciato un'ondata di attacchi su obiettivi civili per tutta l’Ucraina, utilizzando i “droni suicidi” Shahed-136 di fabbricazione iraniana. Gli obiettivi colpiti in Ucraina avevano scarso valore militare, ma avevano diffuso il terrore tra la popolazione e indicato la potenziale portata di distruzione sfrenata che la Russia può ancora infliggere all'Ucraina, nonostante le perdite sul campo di battaglia da parte di Mosca.
Trasportando armi letali alla Russia, l'Iran è diventato un complice volontario nello stupro dell'Ucraina. Ma la catena di approvvigionamento che consente questi attacchi va oltre i voli che trasferiscono armi e personale. Essa include la logistica sul campo, la produzione, l'acquisizione di tecnologia straniera e, potenzialmente, l'assistenza di terze parti come Siria e Venezuela. Sanzionare la catena di approvvigionamento iraniano in ogni fase del processo dovrebbe essere una priorità per gli Stati Uniti e i loro alleati.
L'Iran può inviare armi alla Russia con relativa facilità: dopo un decennio in cui ha equipaggiato il tiranno siriano Bashar al-Assad con i mezzi per massacrare il suo stesso popolo, Teheran ha perfezionato i suoi metodi. La catena di approvvigionamento che porta dalle fabbriche di droni iraniane ai campi di sterminio della Russia in Ucraina è un semplice trasporto aereo cargo che sembra impiegare le stesse compagnie aeree e velivoli che una volta volavano a Damasco. Secondo quanto riferito, l'Iran sta anche schierando personale nei territori occupati ucraini per aiutare le forze russe a far funzionare i droni. Fonti ufficiali ucraine hanno recentemente affermato di aver ucciso 10 consulenti militari iraniani in Crimea.
Dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, l'Iran ha effettuato frequenti voli cargo per Mosca tramite Iran Air, Fars Air Qeshm, Puya Air e Saha Airlines, tutte linee collegate al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie dell'Iran, o IRGC. Secondo Gerjon, osservatore e analista dell'aviazione, fino al 10 ottobre, l'Iran ha effettuato almeno 62 voli cargo verso aeroporti russi dall'inizio dell'invasione. Gli spostamenti frequenti a Mosca del cargo iraniano non sono rimasti inosservati. Nel settembre di quest'anno, l'amministrazione Biden ha aggiunto quattro aerei cargo iraniani alla sua lista nera del Dipartimento del Commercio degli USA di aeromobili coinvolti in violazioni della legge sul controllo delle esportazioni. Tra questi aerei c'è un Boeing 747 della compagnia aerea Qeshm Fars Air, che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti aveva sanzionato nel 2019 per il suo ruolo nel fornire equipaggiamento militare alle forze iraniane con sede in Siria e ai loro proxy. Secondo il Dipartimento del Tesoro, la Qeshm Fars Air ha utilizzato voli cargo regolari con destinazione Damasco per “consegnare merci, tra cui la spedizione di armi” per conto del ramo per le operazioni speciali del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell'Iran, la Forza Quds.
Gli aerei della Qeshm Fars stanno volando in Russia fin dall'invasione dell'Ucraina nello scorso febbraio. I dati di tracciamento dei voli, disponibili in rete sul sito web FlightRadar24, mostrano che l'unico aereo operativo attualmente nella flotta di Qeshm Fars, un Boeing 747 con numero di registrazione EP-FAA, ha volato più di 20 volte tra Teheran e Mosca dall'inizio dell'invasione russa il 22 febbraio. Lo stesso aereo aveva volato solo due volte a Mosca nei sei mesi precedenti l'invasione. EP-FAA ha interrotto i suoi voli all'inizio di settembre, probabilmente a causa di problemi di manutenzione, ma i voli sono proseguiti con l'unico aereo di Saha Airlines, un altro Boeing cargo 747, che da agosto ha volato con destinazione Mosca sei volte. Oltre a questi due velivoli, le incursioni cargo iraniane a Mosca dal 24 febbraio includono 28 voli operati da Puya Air e 12 da Iran Air. Questi velivoli possono aver trasportato diversi tipi di rifornimenti militari, ma le indicazioni del Dipartimento del Commercio a settembre misero in evidenza che essi rifornivano anche droni. L'Iran ha iniziato a fornire alla Russia i suoi droni almeno dalla scorsa estate, secondo i funzionari statunitensi. Le prove ottenute dai detriti dei droni abbattuti mostrano che, oltre allo Shahed-136, la Russia sta schierando il Mohajer-6, un drone che si dice l'Iran abbia fornito anche al Venezuela. La compagnia aerea venezuelana statale e autorizzata dagli Stati Uniti, Conviasa, ha recentemente acquisito aerei a lungo raggio dalla compagnia aerea iraniana autorizzata dagli Stati Uniti, Mahan Air, attraverso un intermediario di Dubai. Mahan ha venduto al Venezuela quattro aerei nell'estate del 2021, incluso un Boeing 747 cargo, attualmente operato dalla Emtrasur, controllata di Conviasa. L'aereo della Emtrasur è stato sequestrato a giugno in Argentina, dove è tuttora fermo, soggetto a un mandato di sequestro statunitense. I suoi registri di volo, sequestrati durante le ricerche condotte dalle autorità locali, mostrano che quell’aereo della Emtrasur è volato a Mosca almeno una volta durante la sua operatività di breve durata tra febbraio e giugno del 2022. Conviasa ha anche acquistato aerei passeggeri da Mahan: tre Airbus 340. Due di questi aerei hanno anche volato regolarmente a Teheran e poi a Mosca prima di tornare a Caracas. La lista dei passeggeri per alcuni voli Conviasa operati da questa compagnia (che l'Autore ha ottenuto da una fonte dell'opposizione venezuelana) indica che gli aerei stanno volando con pochissimi passeggeri, un potenziale segno che potrebbero trasportare merci. La capacità iraniana di decodificare la tecnologia occidentale, compresi i droni, è ben documentata. In almeno un caso giudiziario statunitense reso pubblico, i proxy di Hezbollah hanno procurato la tecnologia per il programma UAV di Hezbollah da società statunitensi. Grazie a queste acquisizioni tecnologiche, l'Iran è stato in grado di potenziare la sua industria manifatturiera di armi, che l'Iran sta spostando oltre i suoi confini per sostenere le sue ambizioni imperialiste. Proprio la scorsa settimana, i media hanno comunicato che Israele ha bombardato una fabbrica di droni con sede in Siria presidiata dall'IRGC e da un'unità di Hezbollah con sospetti collegamenti con la Forza Quds dell'IRGC. L'estate scorsa, l'Iran ha inaugurato un impianto di produzione di UAV in Tagikistan, dove si dice che vengano prodotti i droni Ababil-2. Durante una grande esercitazione con droni, sempre la scorsa estate, a cui le forze russe, bielorusse e armene hanno partecipato insieme alle loro controparti iraniane, i media di Stato iraniani hanno rivelato un impianto sotterraneo di produzione di droni in Iran.
La minaccia dei droni iraniani non dovrebbe sorprendere il pubblico mediorientale.
Non solo l'Iran ha trasferito la sua tecnologia dei droni ai suoi proxy regionali, Hezbollah in Libano e Houthi in Yemen, che sono stati utilizzati per attaccare obiettivi di infrastrutture civili all'interno dei Paesi del Golfo. Ha anche ripetutamente messo alla prova la tempra di Israele cercando di penetrare nel suo spazio aereo con droni dal versante siriano delle alture del Golan. L'uso dei droni per attacchi kamikaze, come è successo in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, ricorda stranamente il loro recente utilizzo in Ucraina. Ci ricorda che la diffusione del terrore è parte integrante della dottrina militare iraniana, in sfacciato disprezzo delle leggi di guerra.
C'è molto che i Paesi della regione possono fare per reagire. In primo luogo, e soprattutto, dovrebbero riconoscere che l'Ucraina sta affrontando la stessa minaccia con cui si devono confrontare Israele e i Paesi del Golfo. Rispondere all'Iran e alla Russia è quindi imperativo. Gli aerei che partecipano al ponte aereo russo dovrebbero essere banditi dalle potenze regionali: l'Iran Air 747 che vola regolarmente a Mosca ad esempio, ha volato ultimamente anche a Doha e a Dubai. Anche gli Stati Uniti dovrebbero ampliare la loro lista nera degli aerei e muoversi per aumentare le sanzioni contro coloro che sono coinvolti nel ponte aereo, estendendo le loro indicazioni ai piloti iraniani. Le sanzioni dovrebbero rispecchiare gli sforzi degli Stati Uniti per prendere di mira anche i produttori e le società di logistica. Queste misure non possono impedire agli aerei iraniani e russi di volare sulla rotta Mosca-Teheran. Ma possono esigere un prezzo elevato dalle operazioni di aviazione civile iraniane e russa altrove.
Al di là delle sanzioni, Israele e i Paesi del Golfo dovrebbero intensificare il loro sostegno diplomatico, umanitario e militare all'Ucraina. Ciò che accade in Ucraina, dato che lo hanno sperimentato sia i sauditi che gli Emirati dai recenti attacchi di droni alle proprie infrastrutture civili, è accaduto e può accadere di nuovo in Medio Oriente.
L'uso di droni contro obiettivi civili è un crimine di guerra. Se accolto con indifferenza e ricompensato con l'impunità, diventerà lo standard con cui Paesi come l'Iran e la Russia possono dissanguare finanziariamente i loro avversari terrorizzando le loro popolazioni. Per il Medio Oriente, le cui infrastrutture civili sono già state prese di mira dall'Iran, questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per reagire prima che sia troppo tardi.
Emanuele Ottolenghi