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La pericolosa usanza di banalizzare la Shoah e di mandare messaggi antisemiti
Commento di Deborah Fait
Banalizzare le tragedie è diventato ormai un vergognoso sport nazionale. Da anni paragonare le disgrazie che accadono nel mondo alla più grande tragedia della storia, lo sterminio degli ebrei, fa parte del linguaggio comune. “La Shoah degli uccelli, l’olocausto delle tartarughe” per arrivare a comparare la disgrazia dei morti nel Mediterraneo agli ebrei ammazzati nei lager nazisti. Dopo queste premesse non sono rimasta sorpresa nel leggere un titolo de La Nuova Ferrara “Nelle camere a gas di Porta Mare, tra code continue, strettoie…” Non sorpresa ma sconcertata e offesa dall’assoluta mancanza di sensibilità, di senso della storia e della giustizia di chi ha scritto quel titolo che, pur non avendo letto l’articolo, è stato sufficiente per farmi capire come la banalizzazione e la superficialità facciano parte del sentire comune, parte preponderante dell’epoca in cui viviamo. Si può immaginare che l’aria che si respira in quella zona di Ferrara non sia delle migliori ma chi ha titolato l’articolo forse non è abbastanza informato sulla realtà delle vere camere a gas cui nulla è paragonabile senza risultare volgare. Cosa vi richiamano alla memoria le parole “camere a gas”? Una strada stretta e troppo trafficata o migliaia di ebrei terrorizzati e nudi rinchiusi in uno stanzone sui quali veniva poi liberato dalle finte docce il Zyclon B fino a farli morire soffocati? Vi fa ricordare gente che tossicchia per lo smog o milioni di ebrei ammazzati col gas e poi bruciati nei forni? Ma non basta. Da tempo gira su tutti i canali Tv uno spot di Segugio.it, un’assicurazione rappresentata da un esemplare di cane da caccia, l’unica presenza piacevole della pubblicità in questione. Lo spot rappresenta il quadro dell’ultima cena, Gesù e gli apostoli e, in mezzo a loro, proprio accanto a Gesù, c’è anche il segugio. A un certo punto Giuda protesta contro chi aveva preparato l’amatriciana con la pancetta al posto del guanciale e subito un altro apostolo gli risponde “Giuda, non ne azzecchi una”.
Una cena tra ebrei, Gesù e i suoi apostoli (rappresentazione del Seder di Pesach, la Pasqua ebraica), che ha come piatto l’amatriciana e i commensali che discutono di pancetta e guanciale? Chi ha ideato lo spot non sa che gli ebrei, soprattutto quelli osservanti, non mangiano il maiale? Non sa che Gesù era un rabbino anche molto ligio alle regole e precetti dell’ebraismo? L’UDC Liguria (Unione dei Democratici Cristiani) ha protestato dicendo che si tratta di vilipendio alla religione cattolica. Il mio punto di vista è un altro. Penso si tratti di un richiamo antisemita subliminale dettato forse da ignoranza o, più facilmente, da un desiderio di provocazione oltraggiosa contro la fede ebraica. Non sono esagerata, anche i sassi sanno che agli ebrei è proibito mangiare il maiale e so che questo precetto è molto spesso usato per schernirci e farsi beffe di noi, spesso per perseguitarci. Come nel caso della Nuova Ferrara, anche il Segugio.it ha mandato messaggi di banalità, di profonda ignoranza e totale assenza di sensibilità. Vilipendio alla cultura e al rispetto degli altri. Oggi si ricorda la notte del 9 novembre del 1938, passata alla storia come Notte dei Cristalli, che diede il via allo sterminio del popolo ebraico. In quella notte orde di nazisti e cittadini comuni distrussero le vetrine e diedero fuoco ai negozi degli ebrei e a qualsiasi edificio che avesse o ricordasse una presenza ebraica. L’odio continua. Non dimentichiamo mai.
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