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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.11.2022 Volodymyr Zelensky e Iryna Vereshchuk: ''L'Europa continui ad aiutarci'
Intervista di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 novembre 2022
Pagina: 9
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «'Nessuna soluzione politica perché Mosca non la vuole. L’Europa continui ad aiutarci'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/11/2022, a pag.9, con il titolo 'Nessuna soluzione politica perché Mosca non la vuole. L’Europa continui ad aiutarci' l'intervista di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Ukraine and the Logic of Civil Resistance: Confronting Russian-Fueled  Insurgency - Atlantic Council

«L’unico modo per raggiungere la pace in questa fase è continuare a combattere», dice la 42enne vicepremier e ministra per i Territori occupati Iryna Vereshchuk. L’abbiamo intervistata nel suo ufficio per quasi un’ora. Qual è il suo messaggio alle manifestazioni dei pacifisti italiani? «La pace non c’è perché i russi non la vogliono. Se noi smettiamo di batterci spariremo come popolo e come nazione. Il nostro movimento di resistenza difende anche le democrazie europee. Mi auguro che i pacifisti non interrompano il sostegno all’Ucraina e non allentino le sanzioni contro Mosca. Se l’Europa dovesse tradire il suo sostegno al mio Paese, l’intero mondo Occidentale sarebbe a rischio».

Iryna Vereshchuk, la vicepremier ucraina nel bunker:
Iryna Vereshchuk

Il nuovo governo italiano ha appena approvato il sesto invio di armi all’Ucraina dall’inizio della guerra. Cosa serve con urgenza? «Ringraziamo per gli aiuti. Le armi sono vitali. Grazie anche per il sostegno ai nostri profughi. Dall’Italia abbiamo già ricevuto artiglieria pesante a lunga gittata, cannoni semoventi, cingolati M113, sistemi missilistici, proiettili di vario calibro. Adesso ci servono in particolare sistemi antiaerei per salvare le città dai bombardamenti terroristici russi che mettono in ginocchio le infrastrutture civili».

Il capo di Stato Maggiore italiano, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, ha dichiarato al «Corriere» che per porre fine al conflitto non esiste una soluzione militare, anche perché i due eserciti sarebbero impantanati in una guerra d’attrito. «Sono il ministro responsabile dei territori invasi dai russi e di quelli liberati, me ne occupo quotidianamente: stiamo avanzando. Nelle ultime ore abbiamo liberato almeno quattro villaggi nella regione del Kherson. A Dragone voglio dire che per ora è impossibile una soluzione politica, esiste solo il campo di battaglia. La forza delle armi rimpiazza la diplomazia per il fatto che è l’unico linguaggio che Putin e il Cremlino sono disposti a capire».

 Quando inizierà la diplomazia? «Il cambio di passo potrà avvenire soltanto quando la Russia abbandonerà le terre che ha invaso».

In alcuni settori politici occidentali cresce la pressione affinché l’Ucraina rinunci alle regioni occupate dai russi nel 2014 e Putin, in cambio, accetti di tornare alle frontiere del 23 febbraio 2022. Siete disposti a rinunciare alla Crimea in cambio di una vera pace? «Gli ucraini sono chiari e unanimi su questo: non scambieremo la nostra gente e una parte delle nostre regioni, sia in Crimea che nel Donbass. Putin non mira solo alla terra, non illudetevi sia possibile un compromesso. Putin intende cancellarci come Stato. Per noi è questione di vita o di morte».

Non eravate più flessibili tra fine febbraio e metà maggio? «Allora abbiamo scoperto gli orrori degli abusi russi, il loro terrorismo sistematico su città e villaggi. Zelensky aveva avvisato che se Putin avesse imposto il falso referendum nelle zone occupate non ci sarebbe stata più possibilità di dialogo: lo ha fatto egualmente, noi agiamo di conseguenza».

Quando prevede l’arrivo di Giorgia Meloni a Kiev? «Dipende dalla sua agenda, l’attendiamo a braccia aperte. Vorremmo mostrarle cosa sta avvenendo nel Paese, che veda di persona i crimini russi».

Crede che Putin potrebbe davvero sparare l’atomica o una bomba sporca? Potrebbe tirarla su Kherson? «Invito a riflettere: pensate che la Russia è membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, secondo il memorandum di Budapest firmato nel 1994 avrebbe dovuto garantire i nostri confini dopo che noi avevamo accettato di rinunciare alle bombe atomiche che stavano sul nostro territorio. Invece, Putin terrorizza e ricatta, minaccia la Terza guerra mondiale e persino l’olocausto nucleare. La verità è che il suo regime è allo stadio terminale della sua folle degenerazione, può fare qualunque cosa. L’unica salvezza viene dalla fermezza della comunità internazionale. Ho molto apprezzato le ultime dichiarazioni del G7 in Germania, dove si ribadisce che per la Russia sarebbe una catastrofe se ricorresse ad armi non convenzionali. Più il mondo reagirà unito e meno Putin potrà usare l’atomica. Non dimenticate che dittature nucleari come la Corea del Nord stanno a guardare, la risposta contro Putin determina ciò che avverrà nel futuro».

Quando prenderete Kherson? «È uno scenario complesso. Con il freddo e la pioggia l’artiglieria affonda nel fango. Però i nostri soldati sono motivati, avanzano. Noi cerchiamo di risparmiare vite umane, a costo di procedere lentamente. Credo che riusciremo a liberare la regione a ovest del Dnepr entro fine anno. Per quanto riguarda i civili, abbiamo visto che i russi hanno chiuso l’unico passaggio di fuga verso Zaporizhzhia: nell’ultima settimana sono arrivate meno di 200 persone nelle aree controllate dal nostro esercito. E da due giorni hanno bloccato l’accesso sul fiume verso la riva orientale. Sulla riva occidentale restano circa 100.000 civili».

E se la vittoria dei Repubblicani alle elezioni di midterm portasse alla diminuzione degli aiuti Usa? «Non crediamo che avverranno grandi cambiamenti. Il sostegno americano per l’Ucraina resterà immutato».

Pensa ancora che i profughi ucraini all’estero debbano restare sino a primavera? «Sì, continuerò a chiedere a quelli che possono di restare dove sono, specie donne e bambini. I bombardamenti russi hanno danneggiato le infrastrutture civili, l’inverno senza elettricità al freddo sarà difficile. Chiediamo anche all’Italia di continuare ad ospitarli per l’inverno».

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