Fino all' ultimo bambino Chi non esita a sacrificare alla propria ambizione le vite dei bambini
Testata:Informazione Corretta Autore: Barbara Mella Titolo: «Fino all' ultimo bambino»
L'abbiamo letto su tutti i giornali. Trattato come una notizia qualsiasi, come quando scrivono "Leggera flessione alla borsa di Tokio", oppure "Domani sciopero dei metalmeccanici". Nessun orrore. Nessuna emozione. Nessuna indignazione. Nessuna reazione. Niente di niente. Siamo davvero solo noi ad esserci sentiti gelare il sangue nelle vene, nel leggere che il signor Saddam Hussein, in caso di attacco, è pronto a combattere "fino all'ultimo bambino"? Per anni ci siamo sentiti dire che l'apparente cinismo dei palestinesi che mandano i bambini in prima linea, non è affatto cinismo, bensì disperazione: disperazione quella dei padri orgogliosi di un figlio "martire"; disperazione quella delle madri fiere di un figlio bambino o adolescente morto perchè finito in mezzo a uno scontro a fuoco; disperazione quella di una nonna che sollevando un bimbetto di tre anni grida verso la telecamera: "Se questo fosse l'ultimo bambino rimasto, noi manderemmo fuori anche questo!" Disperazione. Vietato sospettare che nell'islam - o nell'interpretazione che qualcuno ha scelto di dare all'islam - ci sia qualcosa che non va: è razzismo. Vietato sospettare di cinismo i palestinesi che sfruttano e abbrutiscono l'infanzia: questo è ancora peggio del razzismo, è abietto filosionismo. E adesso arriva Saddam Hussein: se lo attaccheremo userà i bambini come scudi umani. Senza la minima esitazione. Senza il minimo scrupolo. Disperazione anche la sua? Mancanza di alternative? E le anime belle che da dodici anni ci accusano di far morire milioni di bambini iracheni con l'embargo, dove sono adesso? I chirurghi di guerra che accusano di terrorismo le democrazie, che cosa fanno? I devoti che digiunano e pregano per la pace, che cosa dicono? Noi non siamo anime belle, e non siamo eroici chirurghi, e non siamo devoti digiunatori. Per la verità non siamo neanche pacifisti. E tuttavia vogliamo gridare tutto il nostro orrore di fronte al ributtante cinismo di chi non esita a sacrificare alla propria ambizione non solo le vite del suo popolo, ma addirittura quelle dei bambini. E ci piace concludere questa piccola riflessione con le parole che Golda Meir disse al presidente egiziano Sadat, che sosteneva di essere pronto a sacrificare anche un milione di uomini per il Sinai: "Io invece dei miei uomini non sono disposta a sacrificarne neanche uno".