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Italia Oggi Rassegna Stampa
29.10.2022 Periscopio 29/10/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 29 ottobre 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 29/10/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 28/10/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Marcia su Roma. L'Italia cade nel baratro del fascismo - Focus.it
Mussolini tra i quadrumviri

Nel giorno della marcia su Roma, l’Anpi marcia su Predappio, il paese di Mussolini. Titolo di Domani.

Dalla marcia su Roma al marcio su Roma – marcio inteso come l’inverso di maturo. Alessandro Sallusti (che vince un sigaro per la peggiore boutade dell’anno).

O Roma o Orte. Mino Maccari.

Pio XI, Papa Ratti, due giorni dopo il Concordato, il 13 febbraio 1929, definì con gratitudine e ammirazione Benito Mussolini «come l’uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare». secolod’italia.it

Religione e politica hanno fatto di nascosto uno stesso gioco: e la prima ha insegnato ciò che il dispotismo voleva, il disprezzo per il genere umano. Hegel a Schelling, 16 aprile 1795.

È una jihad. Non faremo prigionieri questi demoni. Li bruceremo. Il nostro territorio è Odessa, Kiev, Kharkiv. L’Ucraina ci appartiene interamente. Ramzan Kadyrov, leader ceceno.

L’Occidente ci vuole sterminare, come i nazisti. Vladimir Putin.

Vogliamo far piazza pulita di tutte le perversioni arrivate dall’America. Vogliamo cancellare Disney, Netflix e tutte le aziende e gli artisti che fanno della sodomia la loro bandiera. Gli Ucraini? Manovalanza pagata dagli Usa e manovrata dall’intelligence Nato. Siamo in guerra contro gay e liberali. Kostantin Malofeev, «oligarca ispiratore del Cremlino» (dal Giornale).

Faremo di tutto per proteggere i nostri figli e chi vuole vivere una vita normale da peccato, sodomia, oscurità. Vjacheslav Volodin, presidente della Duma di Stato.

Gli uomini delle forze di sicurezza ci provano in ogni modo: con i proiettili, irrompendo nelle università, picchiando a morte. Ma non sono ancora riusciti a fermare i giovani iraniani che chiedono la fine del regime teocratico dell’Ayatollah Khamenei. Greta Privitera, Corsera.

Mi ricordo d’una sera a Berlino, in cui eravamo riuniti a casa d’un medico. Parlavamo del futuro della Germania, e pesava oscuramente su di noi il pensiero della guerra imminente; eravamo già allora convinti che la Germania l’avrebbe persa. [...] Un giornalista, levando l’indice, sussurrò: «Bisogna sempre prevedere il peggio: potremmo perdere la guerra, e doverci tenere il Führer». Hans Fallada, Nel mio paese straniero.

L’incredibile discorso pronunciato in Senato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, convinto che sulla pace non bisognerebbe dire «decideranno gli ucraini» bensì «deciderà la comunità internazionale nell’interesse dell’Ucraina», ha suscitato la comprensibile irritazione di Kiev. Francesco Cundari, Linkiesta.

L’idea che si debba fermare la guerra fermando gli ucraini è come dire che, di fronte a uno stupro, serve un matrimonio forzato. Vittorio Emanuele Parsi (Annalisa Chirico, il Foglio).

Scontro nel Carroccio. La lega diffida Bossi: «Non usi i nostri simboli». Titolo del Corsera.

Nel 2007 nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano ci furono i funerali di Nico Azzi, ai quali partecipò anche il deputato di Alleanza nazionale Ignazio La Russa – oggi presidente del Senato e seconda carica dello Stato – «in nome dell’antico cameratismo e dei comuni ideali». [Militante d’Ordine Nuovo, Azzi nel 1973 era stato] arrestato in flagranza di reato mentre collocava una bomba, che avrebbe provocato una strage sul treno Torino-Roma, e spargeva in giro copie di Lotta continua. Intendeva favorire, spiegò, «un riflesso d’ordine funzionale a creare le condizioni per un colpo di stato sul modello dei colonnelli greci». Pietro Salvatori, HuffPost.

Alcuni [sospettano] che La Russa non abbia cura del suo ruolo istituzionale di garanzia. Ma quello che appare all’ora di cena su Rete 4 per sfottere l’ex collega Laura Boldrini «che rosica» e per garantire che «i numeri al Senato ci basteranno» [forse] non è Ignazio La Russa. È la sua controfigura. Alessandro Barbera, La Stampa.

L’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato! Da Die Hard 2. 58 minuti per morire.

Atlantista, liberista e responsabile. Ecco la «destra democratica». [Sperém]. Titolo del Dubbio.

Studiare mai. Gli studenti della Sapienza hanno occupato la facoltà di scienze politiche e chiedono le dimissioni immediate della rettrice, Antonella Polimeni. La ragione è legata alle cariche della polizia, che martedì li ha manganellati dopo che loro, da quei sinceri democratici che sono, volevano bloccare un convegno organizzato dall’associazione di destra Azione Studentesca. Dagospia.

Via, sono ragazzi. Dal web.

[Tutti quindicenni, alé]. Un paio di settimane fa Stefano Bonaccini – presidente della regione Emilia Romagna e forse prossimo segretario del Pd (parlandone da vivo) – ha twittato «Auguri, tesoro» con allegata foto di femmina, immagino sua moglie o fidanzata. Non ce l’aveva in casa, per farle gli auguri? Non aveva il numero di telefono? Guia Soccini, Linkiesta.

Secondo l’ultimo sondaggio di Euromedia Research, presentato l’altra sera a Porta a Porta da Alessandra Ghisleri, il M5s ha superato il Pd diventando il secondo partito italiano e la prima forza politica d’opposizione. Gianluca Roselli, il Fatto.

[È un] peccato che la sinistra si sia molto interessata a quanto accade nella Silicon Valley e nella City di Londra, molto di meno a quello che succede nei campi e lungo la filiera del cibo, così determinante per le sorti umane. Capitasse, dunque, che la destra scippasse alla sinistra, magari storpiandolo in chiave nazionalista, il concetto di sovranità alimentare, la colpa sarebbe soprattutto della derubata. Michele Serra, la Repubblica.

Proprio mentre in Italia ricorre l’anniversario d’un evento nefasto, è bello ricordare che il 28 ottobre 1886 fu inaugurata a New York la Statua della Libertà. Luigi Gaetani, la Repubblica.

Avviso agli storici futuri: non leggete vecchi numeri del New York Times. Leggete i poeti. Charles Simic, Il mostro ama il suo labirinto.

Ho più rughe sul cuore che sulla fronte. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti
italiaoggi@class.it

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