Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

La Repubblica Rassegna Stampa
28.10.2022 Patto Israele-Libano sul gas
Commento di Francesca Caferri

Testata: La Repubblica
Data: 28 ottobre 2022
Pagina: 19
Autore: Francesca Caferri
Titolo: «Patto Israele-Libano, Hezbollah ferma la mobilitazione»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 28/10/2022, a pag.19 con il titolo "Patto Israele-Libano, Hezbollah ferma la mobilitazione" l'analisi di Francesca Caferri.

Immagine correlata
Francesca Caferri

Don't Let Politics Kill the Lebanon-Israel Gas Deal

Due documenti separati. Nessuna stretta di mano. Nessuna foto ricordo. È un non-riconoscimento quello che Israle e Libano hanno firmato ieri sotto gli occhi dei rappresentanti delle Nazioni Unite e dell’inviato americano Amos Hochstein: ma un non-riconoscimento che entra comunque nei libri di Storia come il primo accordo firmato da due Paesi in stato di belligeranza sin dalla loro nascita come Stati, più di settanta anni fa. La firma ufficializza il compromesso sul confine marittimo fra Israele e Libano e la spartizione dei giacimenti di gas a largo delle coste mediterranee raggiunto qualche settimana fa dopo una mediazione decennale da parte degli Usa. Stabilisce che il giacimento offshore di Karish cada interamente in acqueisraeliane mentre garantisce al Libano tutti i diritti di esplorazione e sfruttamento del giacimento di Cana, che si trova a Nord-est dell’altro e formalmente sarebbe in acque territorialiisraeliane. Ma al di là di meridiani e paralleli, l’intesa segna lo spegnimento di uno dei tanti punti incendiari che punteggiano questa regione: immediatamente dopo la firma, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha annunciato la fine della “mobilitazione militare straordinaria” contro Israele proclamata nei mesi scorsi per esercitare pressione sul negoziato e ha salutato la firma come una “grande vittoria” da parte del Libano. Opposta la reazione del premier israeliano Yair Lapid, che ha parlato di un “riconoscimento” dello Stato ebraico da parte del nemico di sempre e promesso a un’Europa affamata di gas che il suo Paese diventerà nel giro di pochi anni il fornitore numero uno del continente. In realtà è probabile che ci vogliano anni perché il gas estratto arrivi veramente in Europa. Ma questo nulla toglie a quello che Joe Biden, in un messaggio alle parti, ha definito «un nuovo capitolo di speranza». «Nasrallah avrebbe potuto chiedere al Libano di rivendicare la linea 29 (il meridiano di riferimento,ora in zona israeliana ndr .) come confine marittimo con Israele. Non l’ha fatto. Avrebbe potuto silurare i negoziati chiedendo cose che lo Stato ebraico non poteva accettare. Non l’ha fatto. Avrebbe potuto prendere di mira militarmente le infrastrutture israeliane per dimostrare che la minaccia era pesante e spingere così Israele a fare più concessioni. Ancora una volta, non l’ha fatto », spiegava ieri Anthony Samrani sul quotidiano libanese L’Orient le Jour .«Il leader di Hezbollah ha giocato con il fuoco. Ma questa strategia non aveva lo scopo di impedire la conclusione dell’accordo. Piuttosto, di preparare il suo pubblico all’impensabile e al proibito: un accordo con il “nemico” avallato dalla formazione filo-iraniana». E dunque, una pacificazione di fatto lungo il confine caldo. I motivi di questa scelta sono tanti: la crisi economica libanese, conHezbollah che non riesce più a garantire alla fascia di popolazione di cui è il referente politico una sicurezza in mezzo alla tempesta finanziaria che ha affondato il Paese. Poi c’è l’impossibilità dell’Iran di garantire il supporto offerto in passato ai libanesi. E ci sono i mutati equilibri nella regione dopo la firma degli Accordi di Abramo, che nel 2020 hanno aperto la porta al riconoscimento di Israele da parte di alcuni dei più importanti Paesi arabi. Cosa accadrà ora? Libano e Israele sono entrambi alla vigilia di elezioni delicatissime, quella per scegliere il successore di Aoun alla guida del Paese dei cedri e il quinto voto politico in quattro anni a Gerusalemme. Il moto tranquillo delle onde che ieri si vedeva intorno alla base Onu di Capo Naqoura, che segna la demarcazione tra i due Paesi, lasciava sperare in qualche sviluppo positivo.

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui