Roma-Gerusalemme, nuove speranze di fatti e non di sole parole Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta Data: 24 ottobre 2022 Pagina: 1 Autore: Deborah Fait Titolo: «Roma-Gerusalemme, nuove speranze di fatti e non di sole parole»
Roma-Gerusalemme, nuove speranze di fatti e non di sole parole
Commento di Deborah Fait
Giorgia Meloni
“Mi congratulo con Giorgia Meloni per la formazione del nuovo governo in Italia. Auspico di lavorare presto insieme, per rafforzare i legami tra Gerusalemme e Roma, e tutto ciò che riguarda la lotta contro l’Antisemitismo in Europa” Yair Lapid , Primo ministro di Israele. Con queste parole Lapid ha augurato buon lavoro a Giorgia Meloni, primo ministro donna della Repubblica italiana. L’auspicio non potrebbe essere più attuale visto che proprio venerdì scorso dall’Assemblea della Nazioni Unite di Ginevra è uscita l’ennesima condanna a Israele, rea di “occupare” Gerusalemme, Cisgiordania e il Golan e di violazioni dei diritti umani durante l’ultimo scontro con i terroristi di Hamas avvenuto un anno fa, quando la popolazione civile di Israele fu bombardata giorno e notte. “Questo rapporto è stato scritto da antisemiti” ha reagito Yair Lapid e come dargli torto! Non una parola , non una pur minima menzione su “Hamas, terrorismo, missili”. Per l’ONU Israele una mattina, senza motivo, si è svegliata dicendo “andiamo un po’ a bombardare Gaza!” No! È successo l’esatto contrario: senza alcuna provocazione, i terroristi una notte hanno deciso, come sempre fanno del resto, di lanciare centinaia di missili su Israele che, sempre secondo Ginevra, non doveva difendersi. Siamo abituati a queste schifezze e ci auguriamo che la nuova linea politica estera italiana cambi le cose. Sono troppo ottimista? Può darsi, ma dalle premesse e dalle parole di Giorgia Meloni la speranza e l’ottimismo sono sensazioni concrete. È uscito proprio oggi, sul Jerusalem Post, un articolo molto interessante a firma Mark Regev, presidente dell’Istituto Abba Eban preso la Reichman University e ambasciatore del Regno Unito: “ …Meloni sarà Primo ministro, il primo rappresentante dell’estrema destra a guidare l’Italia dai tempi di Mussolini. Ma, mentre l’UE si preoccupa dell’impegno di Meloni nei confronti dei valori liberali europei, …,lo stato ebraico non ha alcun motivo di preoccupazione. Se Israele ha potuto lavorare con Gianfranco Fini, può lavorare con Meloni. E quando i detrattori condannano Gerusalemme per aver condotto affari con governi europei illiberali, gli israeliani potrebbero ricordare a quei critici che ci esortano regolarmente ad abbracciare i leader palestinesi che non sono particolarmente rinomati per il loro impegno nei confronti dei valori liberali” https://www.jpost.com/opinion/article720183?fbclid=IwAR2xsdA3TplO70vDElIg0cmEKjt7RsEmxGfrNA1 xyKcJ3yTm119QkowNWMA
Parole pesanti, parole sacrosante con le quali concordo in pieno. Ho seguito minuto per minuto l’avventura di Giorgia Meloni verso Palazzo Chigi e non ho potuto fare a meno di provare un senso disgusto verso la sinistra o pseudo sinistra e le sue critiche al governo di destra appena eletto. “Perderemo i diritti”, urlano masticando fiele per la rabbia, ”Meloni ha scritto la parola meritocrazia che è una parola fascista, ha parlato di nazione che è un termine fascista, aiuto aiuto, è tornato il fascismo” Si, disgusto, perché la stessa gente che accusa di fascismo l’attuale governo, aveva accolto in Parlamento, invitati da Laura Boldrini, i terroristi di Hamas. Sono gli stessi che hanno leccato le pantofole degli ayatollah, sono gli stessi che da anni parlano dello stato democratico di Israele come di uno stato criminale. Sono gli stessi che hanno portato in trionfo Arafat. Sono gli stessi della bara scaraventata davanti al Tempio Maggiore di Roma. Questa gente ha governato l’Italia per anni senza che nessuno li accusasse di essere loro i fascisti, complici del terrorismo seriale palestinese e di tutti i peggiori dittatori arabi e islamici. Martedì scorso il solito Alessandro Di Battista, ospite fisso di Giovanni Floris a Di Martedì, non si capisce a che titolo visto che non è niente, non è un politico, non appartiene a nessun partito, non è giornalista ma è là, ogni settimana a snocciolare le sue indegne cazzate. Martedì scorso, dicevo, gonfio di rabbia come sempre, se n’è uscito con “tutti a scandalizzarsi per l’invasione della Russia in Ucraina e nessuno proferisce parola sull’invasione di Israele in Palestina. E poi vanno in pellegrinaggio a Portico d’Ottavia”. Erano appena passate le commemorazioni del 16 ottobre, la retata degli ebrei di Roma da parte dei nazifascisti ( sulle quali il Papa non si è degnato di proferir parola), ma nessuno ha osato replicare e a dargli dell’idiota. Solo dopo mezz’ora Floris, probabilmente sotto la pressione di qualcuno, ha trovato il coraggio di ribadire a labbra strette che il Dibba non intendeva offendere le vittime del 16 ottobre 1943. Intendeva, intendeva, altroché se intendeva. Questi sono quelli che accusano a priori Meloni di illiberalità, che odiano Israele, che imbrogliano sulla storia, stravolgendola a loro piacimento e secondo i loro interessi o ideologie. Non possiamo ancora dire nulla del nuovo governo in carica ma sono convinta che, anche se lo volesse, non potrebbe essere peggiore di quelli che lo hanno preceduto. Giorgia Meloni ha dimostrato di essere brava, di essersi fatta da sé, di essere onesta e di avere carattere, speriamo che accanto a tutte queste doti, rare per un politico, vi sia posto anche per riscattare l’Italia dai “sinistri” pregiudizi su Israele. Mi auguro che le parole e la forza di Giorgia Meloni siano di guida per il governo appena eletto e vedremo se alle parole corrisponderanno i fatti. Un segnale positivo e un fatto concreto sarebbe il trasferimento dell’ambasciata italiana da Tel Aviv a Gerusalemme, capitale di Israele. Io e tutti coloro che amano Israele e la giustizia resteremo in vigile attesa.