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Europa Rassegna Stampa
07.03.2003 Un articolo che stupisce
La rappresaglia israeliana non è stata una vendetta, ma una operazione tesa a catturare esecutori e mandanti delle stragi suicide

Testata: Europa
Data: 07 marzo 2003
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: «La vendetta di Tel Aviv»
Su "Europa" di venerdì 7 marzo 2003 un giornalista definisce la reazione dello Stato di Israele al sanguinoso attentato del giorno precedente: "La vendetta di Tel Aviv".
Non di vendetta si è trattato, ma di una operazione tesa a catturare esecutori e mandanti delle stragi suicide, una di quelle operazioni che permettono all’esercito e alla polizia israeliana di bloccare ogni settimana decine e decine di attentati. Dispiace, naturalmente, che ci vadano di mezzo civili e innocenti, nella ricerca di questi terroristi, nemici di Israele e del loro stesso popolo, in mezzo al quale si nascondono e che usano come scudo protettivo. Terroristi assassini dei loro stessi figli, che educano fin dall’infanzia nell’esaltazione del "martirio", usando anche le scuole pagate con i soldi dei contribuenti europei.
Perché si parla della "vendetta" di Tel Aviv. Tel Aviv è per Israele un po’ quello che Milano è per l’Italia, e nessuno parla mai di "Governo di Milano" a proposito del governo italiano. Vero è che le ambasciate hanno sede a Tel Aviv, ma spetta ad uno Stato stabilire quale sia la propria capitale, e la capitale dello Stato di Israele è Gerusalemme, come si può leggere in ogni atlante ben fatto.
Non capiamo neanche perché una vittima palestinese debba essere schiaffato in prima pagina, quasi con un gusto morboso per la visione ravvicinata di un cadavere, quando invece in occasione di attentati suicidi le foto che compaiono (se compaiono) mostrano solo autobus e locali distrutti, in un vuoto di persone. Sembra quasi di sentirsi suggerire che i "kamikaze" distruggano le cose, mentre gli israeliani uccidono le persone.
Quanto al breve testo sulla "rappresaglia", colpisce l’inciso "il primo attentato dopo due mesi": il giornalista si dimentica che se è così è perché azioni terroristiche vengono bloccate ogni giorno, e non certo per la buona volontà dei dirigenti di Hamas, Jihad e compagnia esplodente.
Si dice anche "un carro avrebbe sparato contro un’abitazione piena di civili". Avrebbe o ha? In base a quali fonti vengono date tali notizie? E se fosse vero, perché non chiederne all’esercito israeliano i motivi? Forse i terroristi nella loro vigliaccheria creano le loro basi in mezzo ai civili? E' quanto meno una ipotesi che andrebbe presa in considerazione.

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