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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
14.10.2022 E’ una guerra europea ma ce la facciamo pagare dagli Usa
I conti dell’ Economist

Testata: Il Foglio
Data: 14 ottobre 2022
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «I dati rovesciano il mantra dei pacifisti»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 14/10/2022, a pag.3 l'editoriale "I dati rovesciano il mantra dei pacifisti".

The Economist - Wikipedia

Ieri l’Economist ha pubblicato la sua tabella quotidiana e scorrendo righe e colonne si vede bene come la frase ripetuta dagli pseudopacifisti nei programmi televisivi italiani – “è una guerra degli Stati Uniti d’America, ma la paghiamo noi!” – andrebbe in realtà ribaltata: “E’ una guerra degli europei, ma ce la facciamo pagare dagli Stati Uniti d’America!”. Il titolo è “Chi sta facendo di più per aiutare l’Ucraina contro la Russia”, nella prima tabella ci sono i costi sostenuti da ciascun paese occidentale alleato di Kyiv suddivisi in aiuti militari nazionali, quota di contribuzione agli aiuti comunitari (se membri dell’Unione europea), aiuti umanitari e valore economico stimato per l’accoglienza data ai profughi ucraini: al primo posto ci sono gli Stati Uniti che da soli contribuiscono per più della metà del valore totale. Il distacco con l’intera Unione europea, al secondo posto, è di quasi venti punti percentuali e il distacco con la Germania considerata singolarmente, al terzo posto, è di più di quaranta punti percentuali. La prima tabella riporta le quantità in valore assoluto, ma la più interessante è la seconda, una classifica della spesa relativa, cioè rapportata alla dimensione di ogni paese, al suo pil. Quelli che stanno aiutando di più l’Ucraina sono, in ordine: Estonia, Polonia, Lettonia, Lituania, Repubblica ceca, Slovacchia, Norvegia. Il motivo è semplice: sono i paesi che – per ragioni storiche o geografiche – hanno più ragioni di temere un’Europa dove Vladimir Putin pensa di poter violare il diritto internazionale e ottenere ciò che vuole con la violenza brutale. Dopo quello di Kyiv, che il presidente russo venga fermato è interesse innanzitutto di queste nazioni che, infatti, fanno da traino e dicono: un Putin impunito è un pericolo per chi gli è più vicino, noi per primi e poi il resto del continente. Gli americani, in questa seconda tabella, sono dodicesimi su quindici: i più motivati sono gli europei, ma nella loro battaglia possono beneficiare di molti miliardi di Washington.

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