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Italia Oggi Rassegna Stampa
12.10.2022 Periscopio 12/10/2022
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 12 ottobre 2022
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 12/10/2022»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 12/10/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Russia-Ukraine war: List of key events, day 223 | Russia-Ukraine war News |  Al Jazeera

L’armata rossa ha colbacchi ornati con falce e martello. Prediligo i cappotti neri della flotta con cappello d’astrakan: le divise dell’impero di Mongo e di Flash Gordon. Geminello Alvi, Il capitalismo.

Gli attacchi contro Kiev e le maggiori città ucraine giungono dopo la lunga serie di rovesci che hanno caratterizzato i quasi otto mesi d’invasione russa. I pianti dei bambini, la gente accalcata nei tunnel del metrò, le macerie per le strade, arrivano dopo le sconfitte russe tra Donbass e Kherson, ma soprattutto in risposta all’esplosione sul ponte di Kersh, di cui è ben nota l’importanza strategica e che Mosca non è riuscita a difendere. Lorenzo Cremonesi, CorSera.

A Mosca le cheerleader della guerra hanno ricordato la dichiarazione di Putin, che a luglio disse che la Russia non aveva ancora cominciato a fare sul serio. «Ma ora, a quanto pare, si comincia» ha cinguettato una conduttrice di talk show, Olga Skabeyeva. Valerie Hopkins e Anton Troianovski, New York Times.

La capa della tv di propaganda RT Margarita Simonyan gongola sulla «nostra piccola risposta» [a Zelensky] e il suo sottoposto Anton Krasovsky balla con un sorriso di gioia sul suo balcone, vestito con un pigiama dell’esercito russo e un cappellino con la «Z» simbolo dei sostenitori dell’invasione russa. Anna Zafesova, La Stampa.

Sappiamo che è stata Mosca ad aggredire i vicini di casa, ma sappiamo anche che questi ultimi non hanno fatto nulla per placare i nemici [e] che Zelensky non è un pulcino bensì un galletto dal becco pungente. Vittorio Feltri, Libero.

Succederà anche oggi, all’indomani del carosello di missili russi lanciati su Kiev, e succederà ancora una volta seguendo uno spartito ormai consolidato, al centro del quale vi è sempre lo stesso concetto, la stessa idea, la stessa visione distorta del mondo: è colpa dell’occidente. Claudio Cerasa, il Foglio.

Bellicisti. Più la guerra peggiora e meno vogliono la pace. In Italia non si fermano neppure con l’escalation e i dubbi Usa. Titoli del Fatto, quotidiano pacifondaio.

Zelensky chiede al Pentagono missili Atacms (Army Tactical Missile System) con un raggio di azione intorno ai 300 chilometri: armi necessarie per colpire le basi russe da cui partono gli ordigni responsabili delle stragi. Washiungton finora ha eluso la richiesta inviando missili con una gittata più limitata. Ma adesso che, come dice Zelensky, «Putin vuole spazzar via l’Ucraina dalla faccia della Terra», lo scenario è in rapida evoluzione. Giuseppe Sarcina, corriere.it.

In Ucraina non manca chi critica la linea del proprio paese: «Perché abbiamo fatto saltare il ponte in Crimea?» Stefano Piazza, che con «linea» intende resistenza, la Verità (si fa per dire).

Appuntamento il prossimo 5 novembre 2022 a Roma, in piazza Vittorio Emanuele II alle ore 14. «Vogliamo la Pace». [Ma] si manifesterà anche per il salario minimo e per il Reddito di cittadinanza. È la mobilitazione chiesta a gran voce da Giuseppe Conte. Così il Movimento 5 Stelle si prende la piazza del popolo di sinistra. today.it.

La manifestazione per la pace di Giuseppe Conte? Non ci vado manco morto. Carlo Calenda 1, In Onda.

Meno lesti di Vincenzo De Luca [che in anticipo su Conte ha convocato a Napoli la sua manifestazione pacifista personale] tutti o quasi i dirigenti del Pd, piccoli e grandi, si sono messi in sintonia con i tempi nuovi. Così, per gettarsi tra le braccia del Movimento 5stelle, stanno cercando un modo non disdicevole d’invertire la rotta e abbracciare la causa pacifista. Paolo Mieli, CorSera.

Marce della pace, danze di meduse. Inebriati dal trovarsi insieme numerosi, i molluschi s’immaginano d’essere vertebrati. Guido Ceronetti, Pensieri del tè.

Con una mossa a sorpresa [anche] Enrico Letta scavalca Giuseppe Conte [e] ricompatta il partito, in particolare l’ala sinistra, decisa a «non regalare la parola pace al M5s». Appuntamento giovedì [13] alle 18.30 davanti all’ambasciata russa [per un sit-in] senza ambiguità [pacifondaie]. Luigi Manconi, la Repubblica.

Naturalmente sì, anch’io penso come chiunque che la pace sia preferibile alla guerra, ma non saprei quale trattativa intavolare e quale pace raggiungere con un despota dedito a far fuori gli oppositori politici, esordiente al Cremlino con la devastazione della Cecenia, che a febbraio ha invaso l’Ucraina [per liberarla] dal dominio d’una cricca nazista [e] che ancora ieri ha restituito nei parchi e condomini delle citta ucraine le bombe che gli ucraini hanno destinato, nella loro eccezionale e sorprendente resistenza, soltanto a obiettivi militari o infrastrutturali. Ecco […] davvero non so quale conciliazione si possa ricavare da un simile malvivente. Mattia Feltri, La Stampa.

Rispetto a Salvini il generale Cadorna, quello di Caporetto, era un fenomeno. Per frenare l’elezione di Giancarlo Giorgetti a presidente della Camera (Pd e Calenda sono pronti a votarlo) rischia di vederselo promosso ministro dell’Economia. Carmelo Caruso, il Foglio.

Licia Ronzulli, cocca del Cavaliere, ex infermiera, non sarà ministra della sanità. Meloni non ne vuol sapere. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Berlusconi trattiene a stento la rabbia. Poi sibila: «Arrogante, Giorgia è stata arrogante». corriere.it

Mezzo Pd è già con l’M5s. [Quanto a] Meloni non ha praticamente mai detto niente e dicono che è responsabile perché sta zitta. Carlo Calenda 2 (Maria Teresa Meli, CorSera).

Non ci credono, a Giorgia. Per questo [i tecnici] le dicono no, grazie. I Fabio Panetta, i Dario Scannapieco, persone qualificatissime si saranno chieste «ma chi me lo fa fare, e se poi non dura?» ed è una situazione curiosa, mai vista, dato che normalmente c’è la fila per fare i ministri, tanto più di un governo guidato da chi ha vinto le elezioni e nutre grandissime aspirazioni. Mario Lavia, Linkiesta.

La diffidenza, più che sfiducia preconcetta, è prudenza lungimirante. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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