Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/10/2022 a pag. 17 l'intervista di Paolo Mastrolilli dal titolo "Miller: 'Intesa possibile perché è arrivato il via libera dell’Iran' ".
Paolo Mastrolilli
L’ex negoziatore del Dipartimento di Stato per il Medio Oriente Aaron David Miller
L’ex negoziatore del Dipartimento di Stato per il Medio Oriente Aaron David Miller sottolinea un punto: «Questo accordo non sarebbe stato possibile, senza qualche forma di acquiescenza da parte dell’Iran».
Come giudica l’intesa fra Israele e Libano? «Tre punti. Primo, questo accordo è significativo perché suggerisce che ci sono interessi economici per Libano e Israele, in questo caso il gas naturale, dove il pragmatismo supera la politica interna. Secondo, penso sia un segnale molto buono nella relazione sempre più fragile del triangolo Israele, Hezbollah e Iran, perché vuol dire che nessuno al momento è interessato ad un’escalation. Terzo, dobbiamo essere realistici e guardare in prospettiva: un conto è fare due accordi separati con gli Usa, e un altro applicarli. Ci saranno problemi, anche se in generale credo chereggerà. Infine non dobbiamo esagerare, interpretando l’intesa come l’inizio di una relazione pacifica tra Israele e Libano. Dopo tutto sono due accordi separati, e non risolvono in alcun modo i problemi sui confini territoriali tra i due Paesi, che non potranno essere superati senza un miglioramento delle relazioni tra Israele, Iran e Siria. La prospettiva di progressi significativi per la normalizzazione è fuori dalla questione».
Il via libera di Teheran è stato essenziale? «Assolutamente. E di Hezbollah, che non è una forza sussidiaria dell’Iran, ma su cui gli ayatollah hanno un’influenza tremenda. L’accordo non sarebbe avvenuto senzal’acquiescenza dell’Iran».
Può portare all’allargamento degli Accordi di Abramo? «Non credo. Gli israeliani vogliono vederlo come un passo verso la normalizzazione, ma il negoziato qui è ostaggio di più forze rispetto al Golfo. Gli Accordi di Abramo non hanno coinvolto stati direttamente in guerra, mentre qui si tratterebbe di Israele, Libano, Siria e Iran. Sono due processi separati. Attenti anche a considerare l’intesa come un messaggio inviato ai Paesi riluttanti del Golfo, tipo Oman e Qatar, che il campo ora è aperto per la normalizzazione».
Come dovrebbe reagire Biden alla decisione dell’Arabia all’Opec? «Deve rispondere, decretando il bando alla vendita di armi offensive a Riad. Ma poi dobbiamo scrivere mille volte sulla lavagna: l’Arabia non è un alleato degli Usa».
L’accordo aiuterà le forniture di gas all’Europa? «Sì, ma ci vorrà tempo perché abbia un impatto. Non salverà il Vecchio continente dall’inverno difficile che lo attende».
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