Ahmad Abu Marakhia
Cara Deborah, scrivete che la notizia della decapitazione del giovane omosessuale Ahmad Abu Marakhia si trova solo sul Corriere. In realtà su Internet la ritrovo anche sul sito de "il manifesto", per la firma del solito Michele Giorgio. Leggerla è molto istruttivo: il sottotitolo controbilancia questo omicidio con "Un altro palestinese ucciso dall'esercito israeliano nei pressi di Ramallah", che naturalmente non c'entra nulla; "Ha suscitato forte emozione in Cisgiordania il brutale omicidio a Hebron di un giovane gay palestinese", potrebbe insomma venire il sospetto l'abbiano ucciso proprio perché gay, tuttavia tanto turbamento collettivo dovrebbe forse provare che in Cisgiordania la violenza omofoba non è diffusa né tollerata; "Abu Marakhia da tempo viveva a Tel Aviv", ma non si capisce perché, visto che gli israeliani sono tanto malvagi coi palestinesi; "Sarebbe poi tornato al suo villaggio... per preparare il bagaglio in vista della partenza per il Canada", e chissà perché quest'altro viaggio tanto lontano (e non magari in Siria o in Iran); "L’omicidio è stato condannato con forza dalle due associazioni palestinesi Lgbtqi+, Al Qaws e al Aswat", delle quali però, leggo altrove, la prima fu chiusa dall'Autorità palestinese un paio d'anni fa, mentre la seconda ha addirittura sede ad Haifa, cioè in Israele; "La polizia palestinese ha effettuato un arresto", chi avrebbe arrestato e perché non si sa; "Ieri inoltre è salito il bilancio di palestinesi uccisi quest’anno dall’esercito israeliano in Cisgiordania. Mahdi Ladawa, 22 anni, è stato colpito dai proiettili sparati da soldati nel villaggio di Al-Mazraa Al-Gharbiyye, a nord-ovest di Ramallah", così oltre un terzo dell'articolo sulla morte di Ahmad è dedicato a ribadire la demonizzazione dell'escrito israeliano, proprio in conclusione, per non dimenticare quali sono i problemi importanti in Medio Oriente. In quali circostanze questo ventiduenne sarebbe stato ucciso non ci viene detto, l'importante è che era "palestinese" e i suoi uccisori "israeliani". Il solito "manifesto" antisemita, si dirà. Forse fate davvero meglio a ignorarlo. Tra l'altro ormai non lo legge più nessuno. Per ottime ragioni. Cari saluti e buon lavoro,
Andrea Atzeni
Gentile Andrea,
Quello che scrive il Manifesto sarebbe esilarante per la fantasia che i suoi giornalisti, o presunti tali, hanno nel dare le notizie. Purtroppo non c’è niente da ridere perchè si tratta di avvenimenti tragici che loro inquinano dimostrando di non sapere cosa sia la giustizia e dove stia di casa la verità. Lei mi scrive che ormai pochi leggono quel giornale e questo mi dà molta soddisfazione. L’odio contro Israele è talmente forte soprattutto a causa della propaganda contro che fanno certe testate e il Manifesto ne è un triste esempio. Preferiscono mentire e tradire l’etica giornalistica, e, pur di far credere ai propri lettori che Israele è uno stato canaglia, venderebbero l’anima se non l’hanno già venduta.
Grazie e un cordiale shalom