La scalata al Cremlino Analisi di Rosalba Castelletti
Testata: La Repubblica Data: 10 ottobre 2022 Pagina: 3 Autore: Rosalba Castelletti Titolo: «Dalle trame alle fake news i padroni degli eserciti alla scalata del Cremlino»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 10/10/2022, a pag.3, l'analisi di Rosalba Castelletti dal titolo "Dalle trame alle fake news i padroni degli eserciti alla scalata del Cremlino".
Rosalba Castelletti
Putin allo specchio: ecco Stalin
C’è un uomo che da giorni tesse una ragnatela di disinformazione sull’offensiva russa in Ucraina disseminando i social di zizzania e video costruiti ad arte. È il maestro in mimetica della manipolazione. Non soltanto guida Wagner, compagnia militare privata protagonista in tutte le zone di conflitto dov’è coinvolta la Russia. Ma, secondo inchieste e Dipartimento di Stato Usa, sarebbe anche l’artefice della “fabbrica dei troll” stipendiati per scrivere falsità sul web dietro a falsi profili. E, insieme al leader ceceno Ramzan Kadyrov, sta guidando una fronda contro il ministro della Difesa Serghej Shojgu. Si tratta di Evgenij Prigozhin, fedelissimo del presidente, già responsabile del catering del Cremlino tanto da essere soprannominato “lo chef di Putin”. La scorsa settimana, mentre montavano i virulenti attacchi contro Shojgu e l’esercito per le battute d’arresto russe in Ucraina, su Telegram, unico social non filogovernativ non bloccato in Russia, si moltiplicavano i video di denuncia sulla caotica mobilitazione “parziale” decretata il 21 settembre. Video rilanciati da media indipendenti russi, ma anche dai cosiddetti “canali Z”, i canali Telegram che da giorni chiedono le teste dei generali, molti dei quali legati a Wagner e alla fabbrica deitroll. Denunce di soldati costretti a comprare da sé divise e medicinali. O provvisti di armi obsolete. Tutte notizie bollate come “fake news” dalla Difesa russa. Tra i tanti filmati veritieri, ce ne sono alcuni che hanno destato l’attenzione di giornalisti investigativi come Mark Krutov: video di reclute,mobik, che si lamentavano di essere state abbandonate nella regione di Belgorod. «Viviamo da una settimana in condizioni bestiali, assolutamente bestiali», racconta in uno un uomo identificato da Krutov come Serghej Surkov. In un altro c’è gente che brandisce mitragliatrici e qualcuno che commenta: «Questo è l’Isis, ragazzi!». La maggior parte dei soldati ripresi è in passamontagna e ha il volto coperto. C’è chi distoglie lo sguardo ogni qual volta viene inquadrato. E soprattutto c’è chi esibisce toppe con i simboli di Wagner e dei suoi “canali Z”. Dettaglio che, osserva un’inchiesta del sito indipendenteMediazona, suggerisce che il «video possa essere il risultato di una sorta di manipolazione politica da parte dell’imprenditore Evgenij Prigozhin che critica apertamente il ministero della Difesa». Da giorni, infatti, Prigozhin lancia invettive, seppure non dirette, contro Shojgu pressoché in simultanea con Kadyrov. Un’intesa che, stando al media Meduza, nasconderebbe un complotto per rimpiazzare il ministro con Aleksej Djumin, ex “guardia del corpo” di Putin e suo papabile successore. Prigozhin e Kadyrov spererebbero così di recuperare, e anzi aumentare, l’influenza delle loro armate private, i mercenari Wagner e ikadyrovtsy, a spese dell’esercito che non vede invece di buon occhio la loro ascesa. Non è un caso che sabato l’unico canale Telegram russo a rilanciare le notizie — infondate — diffuse dai servizi segreti ucraini di “purghe militari” a Mosca fosse legato a Prigozhin e si spingesse inoltre a riferire che Shojgu fosse stato sostituito da Djumin. Una “manipolazione politica” che va di pari passo con “l’operazione immagine” di Prigozhin, un tempo uomo nell’ombra e oggi iperpresente. In aprile si è fatto fotografare in mimetica insieme in Donbass, mentre in settembre si è fatto riprendere mentre cercava reclutate tra i detenuti di un carcere e ha poi rivendicato la paternità di Wagner negata per anni. Nel fine settimana, oltre a festeggiare la nomina di Serghej Surovikin, si è fatto filmare mentre parla a prigionieri appena rilasciati per combattere in Ucraina: «Vi rimetteremo in sesto e vi manderemo in combattimento. Si abbandona Wagner soltanto in una bara di zinco o in pensione». I risultati di questa battaglia tra esercito e forze irregolari, a colpi bassi di “manipolazioni”, avvertono fonti russe, potrebbero essere molteplici. Finora gli attacchi social contro l’esercito sono rimasti impuniti nonostante la legge sul “discredito delle forze armate”. Segno, secondo alcuni esperti, che il Cremlino li tollererebbe perché cerca vie d’uscita. Anche se a inizio agosto l’Fsb aveva arrestato tre dipendenti del gruppo mediatico Patriot di Prigozhin, nonché amministratori di un canale Telegram a lui legato: Aleksej Slobodenyuk, Evgenij Moskvin e Vladislav Malushenko. Il Cremlino potrebbe dunque far accusare di tradimento Shojgu e i generali per deviare le colpe dallo “zar” ai “suoi boiardi”. Che però potrebbero ribellarsi perché non ci stanno a fare i capri espiatori. «La mia esperienza mi suggerisce che saranno punite entrambe le parti», dice a Repubblica Serghej Markov, ex consigliere di Putin. «Qualcuno sarà silurato e non è detto che ad avvantaggiarsene saranno quelli, come Prigozhin e Kadyrov, che avevano chiesto un cambio al comando. Putin agisce sempre così: assume gente inetta per il ruolo che gli affida». Ma a quel punto i due complici potrebbero optare per il colpo di mano. «Prigozhin e Kadyrov meritano rispetto nell’esercito e nei servizi speciali», ha detto una fonte di Wagner al direttore del sito Bellingcat Christo Grozev. «Hanno il loro esercito e possono prendersi quello che vogliono».
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