Femministe sulle barricate, ritratto di Alice Schwarzer Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 08 ottobre 2022 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Femministe contro»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/10/2022, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo "Femministe contro".
Giulio Meotti
Alice Schwarzer
Roma. Icona del femminismo fin da quando nel 1975 in un pamphlet attaccò “il mito dell’orgasmo vaginale come strumento di dominio patriarcale”, tanto per capirci, fondatrice del magazine Emma, Alice Schwarzer a 80 anni non ha perso niente della sua verve. E sta ancora sulle barricate, ma il nemico a cui tira non sono i soliti “fascistoidi”, come definì Helmut Newton. Schwarzer si era già inimicata il suo solito giro quando ebbe a definire le molestie di Colonia “gang bang-party alla stazione centrale di Colonia”. “Possiamo continuare a chiudere gli occhi e a far finta che non esistano fatali conseguenze a questa ignoranza”, scrisse Schwarzer sulla Welt. L’ignoranza dei “benpensanti antirazzisti”. Questo tipo di terrore “non è (ancora) kalashnikov e cinture esplosive, ma le mani degli uomini”, “i frutti di un’integrazione mancata”. Colonia, ricchissima e generosissima, “come Piazza Tahrir”, con gli immigrati che “sognano di essere eroi come i loro fratelli nelle guerre civili del Nordafrica e del medio oriente e che giocano alla guerra in mezzo all’Europa”. Adesso se le cerca con il pamphlet dal titolo emblematico, “Transsexualität”. A 80 anni Schwarzer potrebbe accontentarsi di essere un’istituzione. Ma una che non si tira mai indietro da una posizione controversa non poteva non impegnarsi nella questione trans. Presenta il suo punto di vista di “femminista radicale”, sostenendo la libertà in materia di genere, ma opponendosi in pieno alle procedure di riassegnazione sessuale tra i giovani come al disegno di legge del “governo semaforo” per promuovere l’autodeterminazione a partire dai 14 anni. “Il disegno di legge prevede addirittura che si debba poter cambiare sesso una volta all’anno, in entrambe le direzioni. Se non fosse così importante e tragico, sarebbe ridicolo. Colpisce come una minoranza terroristica, fortemente ideologizzata, inganni la maggioranza, compresi i media e i politici”. Nel 1984, quando i transessuali non erano benvenuti, Schwarzer ha pubblicato un appello alla tolleranza su Emma, chiamandoli “sorelle”. Ora è nemica dei movimenti transessuali militanti. “Dico no a bloccanti della pubertà e ormoni che sono dannosi per la salute mentale e fisica, come a mutilazioni e amputazioni. Il sesso rappresenta un fatto, mentre il genere è un’ideologia. Solo le donne possono avere figli, il che non significa che siano madri naturali”. Come J. K. Rowling o la filosofa Kathleen Stock, Schwarzer è stata accusata di essere una “Terf” (“femminista radicale trans-esclusiva”). La più grande associazione lgbt tedesca, Lesben und Schwulenverband, ha persino descritto il suo libro come “pericoloso”. Allo stesso modo, questa vecchia femminista accusa le sorelle di cecità nei confronti dell’islam, come si vede in questi giorni sulle proteste in Iran. “Nelle dittature islamiste non c’è legge, ma violenza e totale privazione dei diritti delle donne. Questi islamisti sono ideologi totalitari. Hanno iniziato il loro trionfo mondiale in Iran nel 1979 e dalla metà degli anni 90 perseguono un piano internazionale mirato. Si sono infiltrati nelle università e nei media e, soprattutto, hanno confuso le menti dei giovani accademici. Oggi si parla di ‘islamofobia’ e di ‘razzismo’ non appena si osa criticare gli agitatori islamisti e la loro ideologia”. Una battaglia che dimostra che ad accomunare la ribellione a entrambi i movimenti c’è il rifiuto dello stesso esito: la cancellazione delle donne.
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