Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/10/2022, a pag.19, con il titolo " 'Siamo agenti dei servizi francesi'. Iran, in tv le confessioni estorte", la cronaca di Gabriella Colarusso.
Gabriella Colarusso
È l’ora di cena e la tv di Stato iraniana manda in onda la “confessione” di Mohsen, lo zio di Nika Shakarami, la 16enne scomparsa il 20 settembre a Teheran dopo una manifestazione e restituita cadavere alla famiglia una settimana dopo. L’uomo inizia a parlare, ma si sente una voce fuori onda che lo incalza: “Dillo!”, seguito da qualcosa che sembra un insulto. Lui obbedisce e critica le manifestazioni di piazza. La morte di Nika è diventato un nuovo caso Mahsa Amini in Iran. Il volto della ragazzina era sfigurato quando i genitori hanno potuto vederla, per pochi secondi, all’obitorio per il riconoscimento. Secondo la polizia si sarebbe trattato di un incidente, nulla a che fare con i cortei. Ma è una versione che ha molti punti deboli. Mercoledì sera in tv è apparsa anche la zia di Nika, che per prima aveva denunciato la sua scomparsa. Atesh è una pittrice, amava molto sua nipote, vivevano insieme. «Nika è morta cadendo da un palazzo», le si sente dire. Una fonte vicina alla famiglia della ragazza ha detto allaBbc in lingua farsi che gli zii, entrambi arrestati dopo che avevano parlato con la stampa, sono stati costretti a rilasciare dichiarazioni false dopo interrogatori e minacce. E ieri è stata la stessa madre della ragazzina, Nasrin, asmentire il governo. In un video messaggio inviato all’emittente radio Farda , racconta che le autorità le stanno facendo pressione perché confermi la loro versione: Nikaè morta cadendo da un edificio, un incidente che le avrebbe provocato fratture in diverse parti del corpo. «Falsità», dice Nasrin, che appare in video senza velo. Nika è stata uccisa da agenti di sicurezza, ripete. Il medico legale che ha certificato la morte della figlia ha scritto di «diversi colpi sferrati con un oggetto contundente» sulla sua testa. Ieri l’agenzia di stampa statale Irna ha trasmesso anche altre due “confessioni”, che in realtà sono anticipazioni di video più lunghi che verranno mandati in onda integralmente, una specie di trailer di unadistopica serie tv. Parlano Cecile Kohler e il suo compagno Chuck Paris, cittadini francesi, lei membro del sindacato degli insegnanti, arrestati entrambi a maggio. Sono un «agente dell’ intelligence operativa del servizio di sicurezza estero francese », dice Kohler, mentre Paris spiega quale sarebbe l’ “obiettivo” della loro missione «nel servizio di sicurezza estero francese: mettere pressione sul governo dell’Iran». Ovvero la lettura che il presidente Raisi e la Guida Suprema Khamenei danno delle proteste in cui finora sono morte almeno 130 persone: disordini fomentati dall’esterno. La Francia ha reagito: una «carnevalata che rivela il disprezzo per la dignità umana da parte delle autorità iraniane», tuona il ministero degli Esteri, chiedendo il rilascio immediato dei due «ostaggi di Stato». Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui chiede all’Iran un’indagine indipendente sulla morte di Mahsa Amini e il rilascio di tutti i manifestanti arrestati. Gli Usa hanno imposto sanzioni a sette alti ufficiali per la repressione di queste settimane: tra loro c’è anche l’uomo che sta gestendo le forze di sicurezza nelle piazze: il ministro dell’interno Ahmad Vahidi.
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