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La Stampa Rassegna Stampa
04.10.2022 Gli Usa pronti a rispondere all'atomica
Commento di Alberto Simoni

Testata: La Stampa
Data: 04 ottobre 2022
Pagina: 15
Autore: Alberto Simoni
Titolo: «Gli Usa pronti a rispondere all'atomica»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/10/2022, a pag.15 con il titolo "Gli Usa pronti a rispondere all'atomica" l'analisi di Alberto Simoni.

M142 HIMARS - Wikipedia

L'Amministrazione Biden è pronta a ogni evenienza in caso di ricorso da parte russa a dispositivi atomici e il Pentagono sta lavorando «su una serie di differenti risposte». Sono fonti della Difesa a spiegare alla Cnn che non esiste un unico livello di reazione e che questa dipenderà da come la Russia userà le armi nucleari. È una conferma di quanto aveva detto il presidente Biden facendo capire che la contromossa statunitense sarebbe dipesa dall'azione russa. L'intelligence americana ha ribadito di non aver notato segnali sull'imminenza dell'uso di armi nucleari tattiche, ma il livello di allerta è più alto rispetto a febbraio. Non ci sono indicazioni su come concretamente l'America reagirebbe, ma tramite canali privati il messaggio è stato recapitato a Mosca.

Petraeus: US Would Destroy Russia's Troops if Nukes Used in Ukraine - Kyiv  Post - Ukraine's Global Voice
David Petraeus

Domenica sera, intervistato alla Abc, l'ex capo della Cia generale David Petraeus, ha detto che se Putin usasse l'arma nucleare gli Stati Uniti risponderebbero «guidando uno sforzo della Nato che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina, Crimea e Mar Nero». Ci sarebbe quindi una risposta, ma non a livello nucleare contro nucleare. I bersagli più probabili sono le rampe di lancio e i depositi della catena di rifornimento russa. Quindi l'esercito ucraino verrebbe dotato di armi ancora più potenti in grado di colpire in profondità il territorio russo. Pillole di iodio, equipaggiamento antiradiazioni, contatori Geiger e altro materiale adatto a muoversi in un contesto radioattivo verrebbe dato ai soldati ucraini in modo da consentire loro di continuare a operare. Quasi scontata l'attivazione del protocollo di difesa nucleare per proteggere gli alleati europei. Al Pentagono si simulano vari scenari mentre si osserva la situazione sul campo di battaglia. Celeste Wallander, sottosegretario alla Difesa per la politica internazionale, ieri ha detto che sia a Est che nel Sud dell'Ucraina le forze armate di Kiev sono «sulla rotta per raggiungere gli obiettivi». Questo allontana ulteriormente la richiesta della dirigenza ucraina agli americani di inviare artiglieria ancora più potente. Kiev vorrebbe missili Mgm-140 Atacms: hanno una gittata di oltre 300 chilometri. Washington è riluttante, teme che possano essere utilizzati per colpire la Russia e creare una escalation. Gli ucraini promettono garanzie e hanno detto che daranno agli americani potere di veto e controllo sugli obiettivi. Fra questi ci sono le piattaforme di lancio dei droni iraniani stanziati in Crimea che gli Himars non sono in grado di colpire. Il segretario della Difesa Lloyd Austin ha tuttavia ribadito che gli ucraini hanno fatto bene finora con gli Himars (ne hanno 16 e altri 18 sono in arrivo) e quindi non servono altre armi.

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