Il monito di Kissinger: 'Se Putin usa l’atomica il suo Paese verrà distrutto' Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 01 ottobre 2022 Pagina: 4 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Il monito di Kissinger: 'Se Putin usa l’atomica il suo Paese verrà distrutto'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/10/2022 a pag. 37 l'intervista di Paolo Mastrolilli dal titolo "Il monito di Kissinger: 'Se Putin usa l’atomica il suo Paese verrà distrutto' ".
Paolo Mastrolilli
Henry Kissinger
«Non possiamo permettere che la Russia raggiunga i suoi obiettivi, dopo l’uso delle bombe nucleari». Sarebbe preferibile ottenerequesto risultato «attraverso le armi convenzionali e il dialogo», per consentire all’altra parte di sapere con chiarezza a cosa va incontro, e quindi tenerlo presente nelle proprie valutazioni strategiche. Però non è possibile escludere «altri mezzi», perché «non possiamo consentire che le armi atomiche diventino come quelle convenzionali». Ciò altererebbe in maniera inaccettabile «la natura stessa delle relazioni internazionali, perché aprirebbe la porta all’uso indiscriminato di tecnologie senza limiti, che chiunque potrebbe cercare di impiegare. E questo è troppo pericoloso». È raggelante la riflessione che Henry Kissinger ha fatto ieri, partecipando ad un seminario del Council on Foreign Relations , ma è la questione di fondo su cui stanno ragionando in queste ore l’intera amministrazione americana, e il Pentagono in particolare: come reagire, se Putin usasse le atomiche tattiche, per difendere quello che ormai considera territorio russo. Perché questo è l’elemento fondamentale dell’equazione che è cambiato ieri. Finora il Cremlino aveva invaso l’Ucraina usando armi convenzionali, e con lo stesso tipo di armi Kiev l’ha respinta, aiutata dalle forniture occidentali. Ora, anche se nessuno riconosce le annessioni formalizzate da Putin, la dottrina strategica russa gli consentirebbe di impiegare le atomiche per difendere quello che lui rivendica come territorio nazionale. È una posizione palesemente illegale, ma Washington non può ignorarne le potenziali conseguenze. Perciò, oltre ad annunciare nuove sanzioni economiche contro Mosca e altreforniture militari a Kiev, dietro le quinte deve preparare anche i piani per rispondere all’eventuale folle uso delle armi nucleari. Secondo Kissinger, una volta varcata questa soglia non è più possibile tornare indietro: bisogna sconfiggere a tutti i costi la Russia, non solo nel teatro ucraino, perché altrimenti si aprirebbe il vaso di Pandora globale dello sdoganamento delle atomiche, compromettendo l’intero ordine mondiale. Lui spera che sia possibile raggiungere questo obiettivo aprendo un canale di comunicazione con il Cremlino, per spiegare chiaramente le conseguenze a cui andrebbe incontro. Pensa che l’eventuale risposta militare dovrebbe essere convenzionale, anche perché gli Usa sono superiori su questo terreno, ma non può escludere «altri mezzi», perché a quel punto la partita diventerebbe troppo importante per accettare l’ipotesi di perderla. Il presidente del Council, Richard Haass, ha chiesto se «è ancora possibile trovare un modus vivendi con Putin, considerando che il suo sembra ormai un potere rivoluzionario che non vuole un ordine mondiale accettabile, ma punta solo a rovesciarlo». Anche qui la risposta di Kissinger è poco incoraggiante: «Non lo so. Il vantaggio strategico storico della Russia è sempre stata la sua dimensione, che le ha consentito di sconfiggere gli invasori perché arrivavano stremati a Mosca. Tutto questo ora non esiste più. Di sicuro bisogna andare oltre le personalità, e dialogare con la Russia, perché qui è in discussione il suo ruolo come paese. Ossia se in futuro sarà la parte più orientale dell’Occidente, oppure l’avamposto dell’Oriente in Europa». Essenziale sarebbe il contributo della Cina, che volendosi presentare come un membro responsabile della comunità internazionale, dovrebbe usare il suo peso per evitare l’escalation e preservare l’ordine. Il problema è che lo spazio per il dialogo sembra inesistente. Quella che ora propone Putin è la capitolazione dell’Ucraina, non la trattativa diplomatica. Anche il segretario di Stato vaticano Parolin ha cercato di aprire uno spiraglio, incontrando il ministro degli Esteri russo Lavrov a margine dell’Assemblea generale dell’Onu, ma ha trovato davanti un muro. Nessuna proposta è stata presa in considerazione, pur venendo da un attore come la Santa Sede che più di altri sarebbe in grado di mediare, lasciando l’impressione che al momento solo la guerra sia nella mente di Mosca. Se così fosse però, e il capo del Cremlino decidesse di usare anche le armi nucleari per vincerla, Washington secondo Kissinger dovrebbe essere pronta a tuttoper sconfiggerlo.
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