Ucraina: la strage dei civili Cronaca di Francesco Semprini
Testata: La Stampa Data: 01 ottobre 2022 Pagina: 6 Autore: Francesco Semprini Titolo: «La strage dei civili»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/10/2022 a pag.6 con il titolo "La strage dei civili" la cronaca di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
«Vado nei territori occupati, non ho altra scelta». Rostushche era una terra di mezzo, una sorta di purgatorio oltre il quale si poteva andare all'inferno o uscirne, e ognuno lo interpretava soggettivamente a seconda della direzione che prendeva. Prima della guerra era un grande mercato delle vetture, un autosalone a cielo aperto dove si acquistavano e vendevano mezzi di seconda o terza mano, un luogo dove si facevano affari d'oro se ben indirizzati. Il 24 febbraio, quel gigantesco automercato situato sulla strada per Komyshuvakha è divenuto, suo malgrado, il principale punto di raccolta e di transito di chi dai territori occupati scappa per non stare sotto il pugno di ferro delle truppe di Mosca e di chi, per le ragioni più disparate, in quelle aree si reca o ci ritorna. Come Maxime che avevamo incontrato qualche tempo fa: «Non ho altra scelta, devo spostarmi nei territori, la mia casa era a Bakhmut nel Donbass, è stata rasa al suolo durante i bombardamenti, non ho altro posto dove andare con i pochi soldi in tasca, i miei parenti sono a Melitopol, ed è lì l'unico posto dove posso contare su un tetto. La strada per Komyshuvakha prosegue sino ad Orichiv, il fronte dimenticato a Sud-Est di Zaporizhzhia, dal quale partono due strade dirette a Mariupol e Melitopol appunto. «Questo è un centro logistico dove passano circa trecento auto al giorno, noi organizziamo colonne di 40 o 50 vetture che vanno verso i territori occupati - spiegava il colonnello Stepache ufficiale responsabile dell'hub -. Li accompagniamo sino a un certo punto, poi li lasciamo andare perché inizia la zona grigia e i russi a volte aprono il fuoco. Allo stesso tempo riceviamo le colonne che provengono dai territori occupati, questo è l'unico passaggio di tutta l'Ucraina, quindi chiunque sia diretto o voglia lasciare i territori occupati, comprese le aree di Donetsk e Lugansk deve passare da qui». Nel purgatorio umanitario transitano spesso persone che «vanno a prendere genitori e figli, o parenti disabili per portarli da questa parte, noi siamo pronti qui ad accoglierli e con l'aiuto umanitario diamo loro da mangiare e da bere - prosegue -. Stiamo cercando di lanciare un servizio online per registrarsi e sveltire le pratiche di passaggio, coordinando al contempo gli spostamenti con le corriere che vengono o vanno in Donbass e a Mykolaiv». Ecco perché il vecchio automercato era visto come un riparo sicuro. Sino a ieri mattina quando, attorno alle 7.30, le forze armate russe hanno lanciato un attacco missilistico sull'area di Zaporizhzhia. Un attacco come tanti ogni giorno si registrano attorno alla città simbolo della centrale nucleare. Un drammatico copione che si ripete quotidianamente nell'Oblast del Sud, oggetto di uno dei quattro referendum con cui Putin ha rivendicato l'annessione alla Russia di altrettante regioni. Questa volta però è stata strage di civili, uno dei missili ha centrato l'hub travolgendo un convoglio umanitario in uscita da Zaporizhzhia, come spiega il capo regionale militare Oleksandr Starukh. Secondo cui «le persone erano in fila per lasciare il territorio temporaneamente occupato, per prendere i loro parenti e portarli via». Il bilancio delle vittime è di almeno 30 morti, tra cui due bambini, e 85 feriti secondo il ministro dell'Interno Denis Monastyrsky, il quale spiega come l'attacco avrebbe potuto fare una strage di dimensioni ancora maggiori visto che ieri era prevista la partenza di 248 auto. Al momento del raid c'erano oltre un centinaio di persone nelle auto. Per lo più tornavano o andavanonei territori occuparti per portare a parenti e amici prodotti alimentari e medicinali, spiega il ministro. Il quale parla di attacco sferrato deliberatamente. Secondo una prima ricostruzione, riferita dal vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino Kyrylo Tymoshenko, sono stati sedici i razzi tirati dalle forze di Mosca, quattro dei quali hanno colpito l'area dell'automercato e il convoglio civile, gli spostamenti «verso il territorio temporaneamente occupato attraverso Zaporizhzhia» sono stati sospesi a tempo indeterminato. E come di consueto inizia il rimbalzo delle responsabilità. Volodymyr Rogov, membro del consiglio principale dell'amministrazione militare-civile della regione di Zaporizhzhia occupata dai russi, ha attribuito all'esercito ucraino la responsabilità dell'attacco. «Le autorità ucraine - dice - vogliono intimidire la popolazione nel territorio che controllano per impedire il deflusso di persone verso quella parte della regione divenuta un soggetto della Federazione Russa». Accuse respinte da Kiev, mentre sulla vicenda è intervenuta Washington. «Le azioni parlano più forte delle parole. Nonostante la propaganda russa, atti codardi e disumani come questo cancellano ogni dubbio - scrive in una nota il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price -. La Russia non ha buone intenzioni nei confronti dell'Ucraina. Non stanno proteggendo nessuno. Stanno distruggendo vite».
Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante