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La Repubblica Rassegna Stampa
01.10.2022 Meloni contro Putin. La leader di FdI riuscirà a sganciarsi dagli alleati scomodi?
Cronaca di Tommaso Ciriaco

Testata: La Repubblica
Data: 01 ottobre 2022
Pagina: 7
Autore: Tommaso Ciriaco
Titolo: «Meloni contro Putin: 'È una minaccia'. I timori della leader per gas e recessione»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/10/2022 a pag.7 con il titolo "Meloni contro Putin: 'È una minaccia'. I timori della leader per gas e recessione" la cronaca di Tommaso Ciriaco.

Meloni e il nodo della legge di Bilancio: FdI chiede collaborazione a Draghi  | Sky TG24
Giorgia Meloni - Mario Draghi

Non nega preoccupazione. Sa che c’è una montagna da scalare. La crisi del gas che paralizza l’Europa, la recessione in arrivo, il rischio di un allargamento del conflitto in Ucraina. Giorgia Meloni decide che deve mostrarsi. Dopo giorni in cui ha comunicato solo con note scritte. L’ultima, ieri, strategica e senza ambiguità a sostegno dell’Ucraina e contro i referendum «illegali» di annessione voluti da Putin. Oggi, però, il nuovo inizio. Salirà sul palco di Coldiretti, a Milano. Dopo giorni di incontri, toto-ministri e trattative sugli organigrammi del futuro governo, un gesto di attenzione a un mondo che l’ha sostenuta. Se, come sostiene, non c’è tempo da perdere, allora la premier in pectore deve fare mostra di reattività. Si rivolge a un pezzo di Italia che produce. Per un saluto rapido, vista la condizione di presidente del Consiglio potenziale ma in stand by. Tuttavia sufficiente a promettere che l’obiettivo è «difendere l’economia reale » e i marchi del Paese. E, ovviamente, per annunciare una battaglia in sede europea per un tetto al prezzo del gas, sulla scia di Mario Draghi, dopo Mario Draghi. Indicando l’egoismo tedesco, che potrebbe portarla a citare esplicitamenteBerlino. E dire che avrebbe preferito fuggire per un paio di giorni, un week end in famiglia per ricaricare le pile in vista dei prossimi mesi. Non c’è tempo e, anzi, si addensano nubi da tempesta perfetta. La mossa referendaria di Mosca per assorbire le quattro regioni ucraine peggiora l’escalation. EMeloni fa sfoggio di atlantismo, anche se si prepara a governare con Matteo Salvini, che anni fa posava sorridente nella Crimea invasa dai russi come fosse la cosa più normale del mondo. La leader di Fratelli d’Italia è netta, invece: «La dichiarazione di annessione alla Federazione Russa dopo i referendum farsa svoltisi sotto violenta occupazione militare non ha alcun valore giuridico o politico – è l’esordio – Putin dimostra ancora una volta la sua visione neo imperialista di stampo sovietico che minaccia la sicurezza dell’intero continente europeo». E ribadisce «la necessità di compattezza e unità delle democrazie occidentali». Da Kiev, il capo staff di Zelensky ringrazia. A sera batte un colpo anche il segretario della Lega, giurando che «la Lega condanna fermamente ogni aggressione, annessione e minaccia nucleare» e promettendo: «Il prossimo governo italiano dovrà lavorare con ancora più determinazione per la pace e il disarmo, al fianco delle democrazie e delle forze occidentali». È soltanto uno dei passaggi decisi nelle ultime ore. L’altro riguarda la partita del gas, «di vitale importanza». Meloni entra nuovamente in contatto con Palazzo Chigi – dunque conosce le ultime sensazioni di Mario Draghi – poiottiene un resoconto del Consiglio dei ministri europeo dell’energia da Roberto Cingolani. E si prepara a dosare parole e toni sul palco di Milano. Arriverà la richiesta pressante di una reazione continentale e – forse – un affondo diretto contro Berlino. La speranza, infatti, è che si stia compattando un fronte mediterraneo, allargato alla Francia, capace di sbloccare una partita incastrata. Non è un dettaglio, perché Berlino ha messo sul piatto duecento miliardi, forte di conti in ordine. Per Meloni sarà invece complesso raccogliere per ammortizzare il caro bollette anche solo qualche decina di miliardi senza scostamento. E poi c’è anche la recessione. Il vero buco nero che si prepara ad affrontare l’esecutivo. Meloni conosce l’orizzonte immediato, perché ne ha ragionato anche con i vertici del governo uscente: è novembre il mese in cui si attende l’onda lunga della crisi. Una prospettiva allarmante, in pieno esordio al potere. E dunque anche per questo Meloni volerà a Milano, per rendere plastico un messaggio: magari gli alleati staranno pensando in queste ore alla squadra di governo e al toto-ministri, ma io alle chiacchiere preferisco le cose concrete . Il resto sono slogan buoni a tenere a bada le tensioni con Lega e Forza Italia, additando avversari esterni colpevoli di una «propaganda di demonizzazione contro di noi nel corso di tutta la campagna elettorale». Ma lo specchio che riflette l’allarme altissimo di queste ore è il passaggio successivo: «Noi lavoreremo per unire i cittadini, perché questo non è il tempo di polemiche strumentali o di divisioni, ma quello della responsabilità».

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