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La Stampa Rassegna Stampa
30.09.2022 Gli Usa sono con Kiev
Commento di Alberto Simoni

Testata: La Stampa
Data: 30 settembre 2022
Pagina: 16
Autore: Alberto Simoni
Titolo: «Washington risponde ai referendum con 18 Himars e un miliardo in munizioni»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/09/2022, a pag.16 con il titolo "Washington risponde ai referendum con 18 Himars e un miliardo in munizioni" l'analisi di Alberto Simoni.

M142 HIMARS - Wikipedia

Gli Stati Uniti preparano la risposta all'annessione formale da parte di Putin delle province ucraine. Oggi si riunirà il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ieri il segretario di Stato Antony Blinken ha denunciato nuovamente il tentativo russo di «prendere del territorio in maniera illegale e in violazione della legge internazionale». Secondo gli Usa le mosse russe e il referendum farsa sono solo un tentativo di ottenere qualcosa che militarmente non sembra più conseguibile dopo la controffensiva lanciata da Kiev a inizio settembre. Ma la parola "vittoria" resta bandita, più che altro gli Usa sono convinti che il conflitto sarà ancora lungo e serve attenzione su ogni dossier, economico, militare, diplomatico e politico. Sul fronte militare l'intelligence e il Pentagono studiano l'impatto che il ricorso ai droni iraniani da parte di Mosca stanno avendo, soprattutto nella zona di Odessa. Gli ucraini hanno chiesto ulteriori armi, tank, aerei e artiglieria a lunga gittata (obici da 300 chilometri) ma Washington non è convinta di alzare nuovamente la tipologia e la qualità degli armamenti. Sono in arrivo invece - a dimostrazione del sostegno totale che gli Usa garantiscono e di cui Blinken è forse il più convito assertore in seno all'Amministrazione - 18 Himars, due in più di quanti sono attualmente dispiegati sul terreno. Munizioni e altri equipaggiamenti per un valore di 1,1 miliardi di dollari che porta a 16,9 miliardi di dollari quelli spesi finora dall'Amministrazione Biden per l'Ucraina. Il ritmo di sostegno all'Ucraina però necessita il mantenimento di arsenali forniti. È una preoccupazione a cui il Pentagono prova a dare risposta aumentando le richieste all'industria militare Usa. Mercoledì il sottosegretario della Difesa Usa LaPlante ha incontrato gli omologhi di una ventina di Paesi alleati a Bruxelles per ragionare su disponibilità negli arsenali e su come mantenere al passo la produzione industriale. È una questione decisiva se gli Usa si stanno adattando all'idea di «una guerra lunga contro Putin». Lo dimostra anche il piano del Pentagono di creare un comando militare basato in Germania, guidato da un generale di alto grado, che provvederà assistenza e addestramento agli ucraini. La proposta è stata presentata dal generale Christopher Cavoli, il comandante più alto in grado delle forze Usa in Europa. Nelle prossime settimane dovrebbe arrivare luce verde al piano, ha anticipato il New York Times. Nel progetto di revisione, il nuovo comando porterebbe avanti le decisioni prese dal Gruppo di Contatto sull'Ucraina composto da 40 Paesi (fra cui l'Italia). Intanto ieri Biden ha schivato le domande su una responsabilità russa nel danneggiamento del gasdotto. L'America non ha ancora preso una posizione e non ha una versione definitiva su quanto accaduto.

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