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La Repubblica Rassegna Stampa
30.09.2022 Scontro Usa-Russia: 'Navi di Mosca vicino al gasdotto'
Cronaca di Tonia Mastrobuoni

Testata: La Repubblica
Data: 30 settembre 2022
Pagina: 6
Autore: Tonia Mastrobuoni
Titolo: «Scontro Usa-Russia: 'Navi di Mosca vicino al gasdotto'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/09/2022, a pag. 6, con il titolo "Scontro Usa-Russia: 'Navi di Mosca vicino al gasdotto' ", la cronaca di Tonia Mastrobuoni.

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Tonia Mastrobuoni

Svezia:

Mentre perdura il mistero sugli attentati ai gasdotti Nord Stream e le accuse reciproche tra Russia e Occidente aggiungono benzina al fuoco delle tensioni sul conflitto in Ucraina, dall’inchiesta cominciano a trapelare primi, inquietanti dettagli. Le esplosioni che hanno danneggiato i metanodotti in ben quattro punti al largo dell’isola danese di Bornholm (la quarta falla è stata scoperta ieri dalle autorità svedesi), sarebbero state potentissime. Ognuna equivarrebbe a una carica da 500 chilogrammi di tritolo. Lo scrive Spiegel , citando fonti dell’intelligence. E il governo tedesco, che non formula ancora ipotesi sulla possibile fonte degli attacchi, è convinto che il sabotatore possa dunque essere stato «soltanto uno Stato». Le stesse fonti ritengono anche improbabile che le pipeline possano essere riparate. Il gas potrebbe smettere di uscire dalle falle già all’inizio della prossima settimana: secondo l’azienda Nord Stream, già lunedì (al momento degli attacchi i gasdotti erano entrambi bloccati ma pieni di metano). Tuttavia i tubi si stanno rapidamente riempiendo di acqua marina, e il rivestimento interno è estremamente sensibile e rischia di corrodersi in pochissimo tempo. Una volta che si saranno riempite di acqua, insomma, le condotte di Nord Stream 1 e 2 rischiano di diventare inutilizzabili. Ma ieri Nord Stream ha anche precisato che finché non saranno riparate sarà difficile formulare una valutazione realistica sui danni. Il cancelliere Olaf Scholz, ieri, ha detto senza mezzi termini che «a giudicare dai danni ai gasdotti possiamo dire: prossimamente non ci saranno più forniture dalla Russia». E il governo tedesco ha tirato fuori un altro “bazooka” come durante la crisi finanziaria e il Covid, stavolta per calmierare i prezzi. Berlino metterà sul piatto 200 miliardi di euro per frenare l’inflazione e sgravare cittadini e aziende dalle mega-bollette. Sulla vicenda Nord Stream, intanto, Mosca alza i toni. Il Cremlino è tornato nuovamente ad accusare gli Stati Uniti di aversabotato i gasdotti, sia attraverso il portavoce Dmitri Peskov, sia attraverso la responsabile della comunicazione del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. Il primo ha parlato di un «atto terroristico», ha chiesto l’avvio di un’«indagine urgente » e ha ricordato che nel Mar Baltico «sono stati avvistati molti più mezzi dell’aviazione che appartentono a Paesi della Nato ». E Zakharova ha puntualizzato che gli incidenti nei mari della Danimarca e della Sveziasono avvenuti in territori «pienamente controllati» dai servizi segreti americani. In Occidente, però, il sospetto che siano stati i russi si sta rafforzando, anche se i Paesi affacciati al Mar Baltico mantengono la cautela per non esacerbare una situazione già pesantissima con Mosca. In serata, però, fonti dei servizi hanno rivelato alla Cnn che due navi della marina russa sarebbero state avvistate vicino alle aree delle falle. La Russia ha chiesto la convocazione immediata del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che si riunirà oggi per discutere dell’attentato. Ma intanto la Nato ha avvisato che «qualsiasi attacco deliberato contro un’infrastruttura dei paesi alleati porterà a una risposta unita e determinata. Sosterremo le indagini». Oggi si riuniranno a Bruxelles i ministri europei dell’Energia per discutere misure anti-crisi. Da alcune analisi emergono intanto i mostruosi danni ambientali dell’attacco, e gli esperti dicono già che si tratti di un disastro di proporzioni storiche. Il metano è il gas serra più pericoloso. E da lunedì enormi quantità si stanno disperdendo nell’aria. Secondo Manfred Santen di Greenpeace, «la quantità di CO2 equivale a quella che la Germania intera produce in dieci giorni».

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