Russia, la voce di Navalny guida l'opposizione a Putin Cronaca di Giuseppe Agliastro
Testata: La Stampa Data: 29 settembre 2022 Pagina: 16 Autore: Giuseppe Agliastro Titolo: «Putin pronto a chiudere le frontiere. Gli Usa: gli americani lascino Mosca»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/09/2022, a pag.16, con il titolo "Putin pronto a chiudere le frontiere. Gli Usa: gli americani lascino Mosca" l'analisi di Giuseppe Agliastro.
Giuseppe Agliastro
Putin come Hitler?
Stati Uniti, Polonia, Bulgaria e Romania invitano i propri connazionali che si trovano in Russia a «lasciare il Paese» al più presto. L'allarme arriva pochi giorni dopo la mobilitazione ordinata da Putin per la guerra in Ucraina. E non è un caso. La Polonia non esclude che Mosca possa chiudere completamente le sue frontiere. Mentre l'ambasciata Usa teme che il Cremlino possa «arruolare persone con doppia cittadinanza per il servizio militare» e consiglia ai cittadini americani che «risiedono o viaggiano in Russia» di andar via «immediatamente mentre rimangono limitate opzioni di viaggio». La mobilitazione ha provocato una corsa verso l'estero di migliaia di russi, tra cui molti uomini che temono di essere richiamati sotto le armi e mandati al fronte. In questi giorni, i giornali di tutto il mondo hanno mostrato lunghe code di auto dirette verso il confine: prima di tutto verso Paesi come la Georgia o il Kazakhstan, dove i cittadini russi possono entrare senza visto. Anche i biglietti aerei verso l'estero - per quei pochi voli ancora rimasti dopo le sanzioni - sono richiestissimi e i loro prezzi sono schizzati alle stelle. Poco tempo fa, fonti di Novaya Gazeta Europa parlavano addirittura di 260.000 russi espatriati dopo il 21 settembre, giorno in cui è stata annunciata la mobilitazione. Ma ora il Cremlino potrebbe decidere di frenare questo continuo flusso di persone verso l'estero. Il governo ha infatti annunciato che non rilascerà più passaporti a chi è stato chiamato in servizio militare, e due centri di reclutamento mobili sono stati piazzati al confine, uno alla frontiera con la Finlandia e l'altro alla frontiera con la Georgia, per impedire ai richiamati di lasciare il Paese. Ma soprattutto l'Ossezia del Nord, una regione di confine da cui molti russi raggiungono la Georgia, ha ordinato un giro di vite all'ingresso di autoveicoli immatricolati in altre zone della Russia. Tutte mosse che possono preludere a una chiusura completa dei confini. La tensione è alta. Il presidente della Duma, Vyaceslav Volodin ha avvertito che le autorità russe compilano elenchi con i nomi di coloro che escono dal Paese. Non è chiaro lo scopo, ma il tono usato non è certo rassicurante: «Credete che stiano partendo e nessuno veda coloro che se ne sono andati e perché se ne sono andati?» ha tuonato Volodin. Mentre Leonid Volkov - il braccio destro di Alexey Navalny - diceva all'Ansa che, «basandosi su quelli che sono i propri valori», l'Ue dovrebbe aiutare i russi che non vogliono combattere, perché «il fatto che qualcuno non voglia far parte della macchina militare di Putin è qualcosa che dovrebbe essere sostenuto». Mosca comincia a sentire le pressioni internazionali. Da Bruxelles Ursula von der Leyen ha proposto un ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia che dovrebbe costare a Mosca sette miliardi di dollari. Il Cremlino «deve pagare per questa ulteriore escalation», ha spiegato la presidente della Commissione europea e ha sottolineato che l'Ue «non accetterà mai» l'esito dei "referendum" farsa organizzati da Mosca per annettersi illegalmente le zone occupate dell'Ucraina. Anche gli Stati Uniti hanno annunciato «imporre ulteriori costi economici» alla Russia, e soprattutto l'invia nuove armi all'Ucraina per un valore di 1,1 miliardi di dollari, facendo salire a 16,2 miliardi il valore delle forniture militari americane a Kiev dall'inizio dell'invasione ordinata da Putin. Le forniture comprenderanno anche 18 micidiali lanciamissili Himars. Il ministero degli Esteri di Mosca sostiene che gli abitanti delle zone occupate abbiano «esercitato il loro diritto legale all'autodeterminazione» e i capi dei separatisti hanno già firmato un appello chiedendo "l'unione" con la Russia. Ma il voto promosso dal Cremlino non ha ovviamente soddisfatto neanche minimamente gli standard democratici: si è votato per cinque giorni, in piena guerra, e testimoni raccontano che i "funzionari" filorussi passavano di casa in casa con le urne scortati da soldati armati. Nonostante la condanna della comunità internazionale, ci si aspetta che Vladimir Putin dichiari già nei prossimi giorni l'annessione (illegittima) delle aree delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson nelle mani dei suoi militari, che rappresentano circa il 15% del territorio ucraino. La Duma dovrebbe riunirsi lunedì prossimo e il giorno dopo potrebbe toccare al Senato russo. Il timore è quello di una nuova escalation in un conflitto in cui hanno già perso la vita decine di migliaia di persone, tantissimi civili.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante