Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 28/09/2022, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Jake Sullivan
È fama che dopo aver cantato la guerra di Troia, Omero cantasse la guerra delle rane e dei topi. Fu come un dio che avesse creato il cosmo e poi il caos. Jorge Luis Borges, L’immortale.
Almeno 261mila giovani, per evitare il fronte ucraino, sarebbero già scappati dal giorno in cui Putin ha annunciato la mobilitazione. Così ha riferito una fonte anonima dell’Fsb, i servizi di sicurezza russi, ai giornali indipendenti Novaya Gazeta Europa e Medusa. Michela Iaccarino, il Fatto.
Un giovane, in Siberia, è entrato in un centro reclutamento e ha sparato a un ufficiale; un altro, nella Russia europea, si è dato fuoco per protesta contro la chiamata al fronte. Fabrizio Dragosei, CorSera.
«Hallo pa’, è fatta. Sono salvo». Dopo 56 ore in aereo, auto, bicicletta e a piedi, Lukyan chiama casa a Mosca. «Sono in Georgia», dice. Gli occhi bagnati non solo dalla stanchezza, seduto a bordo pista, s’addormenta all’istante. Attorno a lui migliaia di ragazzi russi, carichi di zaini e borsoni, proseguono silenziosi lungo la vecchia autostrada militare che attraversa il Caucaso collegando Vladikavkaz a Tbilisi. Giampaolo Visetti, la Repubblica.
Mentre si appresta a proclamare l’annessione di Donetsk, Zaporizhzhia, Lugansk e Kherson, Putin sfida ancora una volta gli Stati Uniti concedendo la cittadinanza russa a Edward Snowden, l’uomo che rivelò i programmi segreti di sorveglianza di massa dei governi americano e britannico. repubblica.it
Sergej Lavrov, ministro degli esteri russo, ha definito l’Ucraina «uno stato totalitario nazista», mentre Dmitry Medvedev torna ad evocare l’uso di armi nucleari. quotidiano.net.
Abbiamo comunicato direttamente, privatamente, ad altissimi livelli, al Cremlino che l’uso di armi nucleari avrà conseguenze catastrofiche per la Russia; che gli Stati Uniti e i nostri alleati risponderanno in modo deciso. E siamo stati chiari e specifici su ciò che questo comporterà. Jake Sullivan, consigliere per la Sicurezza Nazionale (Abc).
In una città della Georgia, nel 1956, le autorità, dopo una telefonata da Mosca, fecero saltare in aria una colossale statua del Padrone. Per uno strano caso, dopo l’esplosione rimasero sul piedistallo soltanto i giganteschi stivali. Non fu assolutamente possibile rimuoverli. I turisti presero addirittura l’abitudine di farsi fotografare su quello sfondo. Si disse che nella notte in cui Stalin fu rimosso dal Mausoleo gli stivali avessero camminato da soli per la città e fossero tornati sul piedistallo al sorgere dell’alba. Viktor Zaslansky, Il dottor Petrov parapsicologo.
Non me ne vogliano i barbosissimi cultori della memoria come indispensabile guida per il futuro e bla bla bla. Ma niente… ieri si è votato, e oggi siamo catapultati in un altro mondo, con nuovi problemi e nuovi protagonisti. Amen. Claudio Velardi (da Italia Oggi).
Ho letto uno Spinoza geniale su Twitter: «Ora bisognerebbe citofonare a casa di Salvini e chiedere: “Scusi, lei è spacciato?”» Lettera al direttore, il Foglio.
Ci sono fenomeni che ormai fanno parte delle dinamiche della politica di questi anni come la durata breve delle leadership. L’elettorato è molto fluido e pronto a nuovi innamoramenti a cicli abbastanza costanti. Prima è toccato a Renzi nel 2014, poi al M5s nel 2018 e alla Lega di Salvini con le europee, ora alla Meloni. Di solito l’innamoramento finisce dopo un annetto di governo... Paolo Natale, politologo alla Statale di Milano (Alessandra Ricciardi, Italia Oggi).
Ognuno dei boom elettorali che ormai si ripetono in serie, per sgonfiarsi poi con altrettanta rapidità, porta il segno dello spostamento di una massa di voti da tempo e affannosamente in cerca di un salvatore della patria, di un demiurgo che possa farci uscire dalla spirale di declino in cui siamo avviluppati. Si tratta di italiani ormai svincolatisi da ogni condizionamento ideologico, non esattamente di destra né propriamente di sinistra. […] Finora questi sbandamenti hanno prodotto, più che pericoli per la democrazia o tentazioni autoritarie, caos e instabilità politica. Antonio Polito, CorSera.
Sul futuro governo garantisco io. Silvio Berlusconi (La Stampa).
Il leone ha ruggito ancora. Licia Ronzulli (Instagram).
Tutto sarebbe diverso se gli italiani avessero il buon senso di distinguere i provvedimenti sbagliati e costosi (il reddito di cittadinanza) dai provvedimenti dolorosi ma necessari, come per esempio le riforme per ottenere i fondi del Pnrr. Ma questo buon senso non si è visto e il voto per il movimento di Conte [lo dimostra]. Così volgarmente si può dire che, con queste elezioni, l’Italia ha salvato la faccia ma non il sedere. Gianni Pardo, Italia Oggi.
Resa dei conti. Letta si ritira e Conte si allarga. Titolo del Fatto.
Belli ciao. Titolo del Giornale (e della Verità).
Come rosicano. Da Saviano a Lerner, il pianto degli sconfitti è musica. Cirinnà a cuccia, Di Maio a lavorare. Titolo di Libero.
Schadenfreude è un termine tedesco che significa «piacere provocato dalla sfortuna (altrui)» e può essere tradotto con «gioia maligna», «soddisfazione cinica». Wikipedia.
Bonino esclusa: «Ricontate le schede». Titolo del Mattino.
Dopo trentacinque anni di presenza senza interruzioni, forse Umberto Bossi rimarrà fuori, non eletto per un complicato gioco di resti. Ruvido, sboccato, secessionista, antimeridionale: questo è stato [«il Senatùr»] in un tempo ormai lontano. Ma anche un talento politico, irregolare e matto. Concetto Vecchio, la Repubblica.
Forse io di politica non capisco un tubo, eppure è un fatto che azzecco sempre ogni previsione. […] Essendo un frequentatore d’osterie, colgo gli umori del popolo e poi scrivo ciò che annuso e scorgo. Le cazzate le lascio esprimere agli esperti. Vittorio Feltri, Libero.
«Siate seri» disse Garibaldi ai romani, che neppure in quell’occasione lo presero sul serio. Roberto Gervaso.