Un film su Anna Frank, la ragazzina che parla alle coscienze assopite Recensione di Roberto Nepoti
Testata: La Repubblica Data: 27 settembre 2022 Pagina: 47 Autore: Roberto Nepoti Titolo: «Un film su Anna Frank, la ragazzina che parla alle coscienze assopite»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 27/09/2022, a pag. 47, con il titolo "Un film su Anna Frank, la ragazzina che parla alle coscienze assopite" la recensione di Roberto Nepoti
Non era facile trovare un modo nuovo per raccontare — ancora una volta — la struggente storia di Anna Frank, la più celebre vittima della Shoah rappresentata per decenni in drammi, documentari e film d’animazione da un capo all’altro del mondo. Per riuscirci ci voleva qualcuno come l’israeliano Ari Folman, che nel 2008 stupì il pubblico di Cannes con un “documentario d’animazione” dallo stile inedito, Valzer con Bashir, culminante nel massacro di Sabra e Shatila. Fedele alla drammaticità dei propri temi, e tuttavia capace di alleggerirli qui e là con tocchi di poesia, Folman ha dedicato alla vicenda della piccola ebrea tedesca un romanzo grafico, che ha adattato per lo schermo in un film d’animazione bidimensionale dal titolo Anna Frank e il diario segreto.
L’azione s’incentra proprio intorno al diario di Anna, oggi conservato in un museo di Amsterdam, che all’inizio viene rubato dalla sua “legittima proprietaria”: Kitty, l’amica immaginaria alla quale Anna ha scritto le proprie esperienze durante i due anni di forzato isolamento per sfuggire ai nazisti. Kitty, presenza evanescente scaturita dalle pagine del diario, ha la facoltà di vivere tra due epoche: quella della guerra e della persecuzione e quella attuale. Mentre si rende conto che tuttele celebrazioni ufficiali di Anna (nomi delle vie, monumenti, biblioteche, scuole, teatri) celano una sostanziale rimozione dell’accaduto, però, la ragazza immaginaria scopre una realtà altrettanto perturbante: nell’Europa odierna razzismo, negazionismo e discriminazioni hanno ancora pieno diritto di cittadinanza. A mostrarglielo sarà Peter, un giovane ladruncolo che gestisce un centro di accoglienza per immigrati clandestini. Tra i nazisti, che Folman rappresenta giganteschi e mascherati come i Dark Trooper di The Mandalorian, e i poliziotti del mondo democratico non corre — in fondo — così tanta differenza. L’intento pedagogico diAnna Frank e il diario segreto,onesto e chiaro, si rivolge ai giovani per stimolarne le pulsioni di solidarietà e di accoglienza attraverso l’evocazione della memoria storica. Anna Frank e il diario segreto meriterebbe di essere proiettato nelle scuole, per risvegliare le coscienze assopite di studenti che si stanno abituando a considerare la Shoah roba “vecchia e risaputa”. In toni tutt’altro che predicatori o moraleggianti, Folman lega con sottigliezza i fili della storia, conferendo umanità e simpatia ad Anna, al suo “doppio” e ad altri personaggi. Annoda la storia intima di Anna con il risveglio della coscienza di Kitty nel mondo, tutt’altro che sereno o pacificato, di oggi. Si concede anche qualche sequenza leggera, con un paio di colorati numeri musicali. E in mezzo a tutto questo, quasi senza parere, si permette anche di compiere le sue predilette sperimentazioni formali. Fotografando i personaggi (opera sua e della disegnatrice Lena Guberman) sul fondo di scenografie riprese dalla realtà e ottenendo, in certi momenti, sorprendenti effetti di profondità di campo.